Da un nuovo studio condotto da Ricoh, su un panel di 500 lavoratori italiani, è emerso come le imprese del nostro Paese non stanno cogliendo i vantaggi connessi all’automazione dei flussi di lavoro e all’utilizzo di soluzioni per la gestione degli spazi. Solo il 12% dei dipendenti ha accesso a strumenti per l’automazione dei processi e il 52% afferma che la propria organizzazione non ha effettuato nell’ultimo anno investimenti in questo ambito.
I lavoratori chiedono invece di poter disporre di adeguate soluzioni tecnologiche, in quanto sono convinti che l’automazione dei processi migliorerebbe il modo di lavorare, spesso ostacolato da attività manuali e dalla mancanza di soluzioni per la gestione dei workflow. A evidenziarlo è il 78% degli intervistati, per cui si denota un netto cambiamento rispetto all’atteggiamento di scetticismo nei confronti della digitalizzazione che si riscontrava prima della pandemia.
Quasi la metà del campione (46%) afferma che la produttività aumenterebbe eliminando i compiti ripetitivi. Un terzo (35%) è disorientato dall’elevato numero di piattaforme tecnologiche da utilizzare per svolgere le proprie attività e sostiene che questa eterogeneità causa un aumento del carico di lavoro anziché ridurlo. Questa situazione può portare a frustrazione e, di conseguenza, a una fuga di talenti.
Le aziende perdono dunque l’opportunità di migliorare l’experience e la produttività dei dipendenti e di introdurre logiche di hybrid working rese possibili dalla digitalizzazione.
Le imprese di tutta Europa stanno incoraggiando il rientro in ufficio. Oltre la metà dei lavoratori italiani (59%) afferma però che non sono stati compiuti investimenti in sistemi di desk e room booking che sarebbero invece necessari per creare ambienti sicuri e adeguati alle nuove modalità operative. Questo ovviamente peggiora l’employee experience e disincentiva il lavoro in presenza.
Nicola Downing, CEO di Ricoh Europe, commenta: “In passato i lavoratori temevano che l’automazione dei processi avrebbe minacciato il loro ruolo. Ora non è più così: le persone si rendono conto che la tecnologia, se implementata in modo efficace, consente di dedicarsi ad attività a valore aggiunto. Se vogliono migliorare la soddisfazione e la produttività dei dipendenti, le aziende devono quindi includere l’automazione nelle strategie a lungo termine per il lavoro ibrido”.