Secondo l’ultima ricerca condotta da Corel il 41% dei dipendenti italiani lascerebbe il proprio lavoro per colpa di strumenti di collaborazione che compromettono la produttività.

Strumenti di collaborazione

Corel Corporation, realtà specializzata nelle soluzioni per la produttività e la creatività professionali, ha annunciato i risultati del suo primo “Report sulla collaboration”, dal quale è emerso che, in Italia, il 41% dei dipendenti aziendali ha lasciato o potrebbe considerare di lasciare il proprio lavoro a causa di un inadeguato livello degli strumenti di collaborazione. Nel nostro paese, quasi due terzi dei partecipanti all’indagine (63%) affermano inoltre che ciò fa perdere almeno 3 ore di produttività alla settimana, arrivando addirittura a 6 ore alla settimana per il 18% di loro, percentuale di poco inferiore a quella degli altri paesi (20%).

Strumenti di collaborazione

La collaboration, intesa come il modo in cui lavoriamo insieme e gli strumenti che usiamo per farlo, è fortemente sotto i riflettori in questo momento”, ha affermato Scott Day, Chief People Officer di Corel. “Prima della pandemia, sottostimavamo quanto fosse semplice collaborare. Oggi, con il passaggio a nuovi modelli di lavoro ibridi, hanno iniziato a mostrarsi delle crepe nel nostro modo di lavorare insieme e le aziende hanno l’onere di cercare nuovi approcci alla collaborazione adatti al modo in cui i loro dipendenti vogliono lavorare”.

Dalla ricerca, che ha coinvolto 2.027 impiegati nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Germania, nei Paesi Bassi, in Italia e in Australia, è emerso che i dipendenti attribuiscono alla dirigenza la responsabilità di un’inadeguata collaborazione all’interno della propria azienda. Oltre tre quarti dei dipendenti (il 78% in Italia e l’80% negli altri paesi) affermano che la dirigenza potrebbe fare di più per promuovere la collaboration. In particolare il 45 % degli intervistati nel nostro paese ha dichiarato che la propria azienda non ha investito nei giusti strumenti di collaborazione per migliorare questa situazione (a livello globale il dato scende al 27%).

Quando sono stati chiamati a rispondere sulle carenze dei loro attuali strumenti di collaborazione, i partecipanti hanno fornito varie risposte:

  • Il 71% degli intervistati in Italia pensa che una collaborazione migliore aumenterebbe la produttività dei dipendenti e farebbe risparmiare tempo.
  • Il 70% dei dipendenti italiani crede che produrrebbe maggiori opportunità di crescita dell’azienda (percentuale che scende al 61% considerando tutti i paesi che hanno partecipato alla ricerca).
  • Oltre la metà degli intervistati italiani pensa che avrebbe un impatto positivo sul morale dei dipendenti (52%). A livello globale la percentuale è del 60%.
  • Considerando l’intero campione di intervistati, il 64% ritiene che una migliore collaboration aumenterebbe l’innovazione, la creatività e il coinvolgimento delle risorse.

I risultati della ricerca evidenziano un quadro negativo per i leader aziendali. Oggi il mondo del lavoro è entrato in una nuova fase in cui lavorare secondo modalità ibride non è più una richiesta da parte dei dipendenti, ma qualcosa che questi ultimi si aspettano. I leader delle aziende devono abbracciare questo cambiamento, facendo uno sforzo congiunto per creare un ambiente di lavoro che renda semplice per i dipendenti lavorare insieme, e un aspetto fondamentale di questo obiettivo riguarda l’investimento nei giusti strumenti di collaborazione. Le aziende che non lo faranno non riusciranno ad attrarre e mantenere i migliori talenti e si troveranno, di conseguenza, in svantaggio rispetto alle aziende concorrenti”, ha aggiunto Scott Day.