Il 2023 è iniziato con previsioni poco incoraggianti per l’economia del nostro Paese. Secondo quanto emerge dalle stime della Cgia (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato), effettuate sulla base dei dati Istat, oltre 63 mila italiani rischiano di perdere il lavoro e il tasso di disoccupazione potrebbe raggiungere l’8,2% a causa della grande crisi economica che si prospetta nei prossimi mesi. Durante i periodi di recessione, infatti, le aziende tendono a ridurre gli investimenti, a limitare le assunzioni e, nel peggiore dei casi, a ricorrere al licenziamento. Ciò che però le aziende spesso sottovalutano in periodi di crisi economica, è che la perdita di personale qualificato. La recessione dei talenti può avere un impatto maggiormente negativo sui bilanci dell’impresa. Infatti, pur rappresentando un risparmio di costi nell’immediato, può trasformarsi, nel medio-lungo termine, in un esborso maggiore da parte delle organizzazioni, che si trovano a dover investire budget non previsti per la selezione e la formazione di nuove figure. Inoltre, anche la mancata cura per il benessere, la flessibilità e la formazione dei propri dipendenti può causare molti più costi e disagi rispetto all’attuazione di politiche per l’ascolto e la valorizzazione dei propri lavoratori.
“Le imprese che desiderano limitare le perdite hanno interesse a valorizzare e mantenere i propri talenti. Ogni professionista qualificato che lascia il proprio posto di lavoro, rappresenta una grande spesa per l’azienda, che dovrà iniziare un processo di selezione e formazione di un nuovo candidato, che sia in grado di assicurare gli stessi standard”, ha commentato Davide de Palma, CTO e Co-Founder di HRCOFFEE. “In periodi di crisi economica e recessione, è quindi fondamentale, per quanto possibile, continuare a valorizzare e motivare il proprio capitale umano, ascoltando le diverse esigenze e i bisogni, per non rischiare di dover investire budget non previsti nella ricerca di nuove figure in sostituzione di chi cambia realtà lavorativa perché non soddisfatto di quella attuale”.
Al fine di scongiurare una vera e propria recessione dei talenti dovuta da un lato a una scarsa risposta da parte delle aziende ai cambiamenti e ai mutamenti socio-economici in corso e dall’altro alla poca attenzione verso le proprie risorse, HRCOFFEE, Hr-Tech Company pugliese specializzata nello sviluppo di software per il People Management e People Analytics, consiglia alle aziende di affidarsi a strumenti di intelligenza artificiale per l’ascolto e la valorizzazione del personale.
Conoscere e saper utilizzare tecnologie per la gestione del capitale umano è fondamentale per non farsi trovare impreparati alle nuove esigenze che si presenteranno nei prossimi mesi e che si andranno ad aggiungere a quelle già esistenti e diventate priorità irrinunciabili per i lavoratori post-covid, come ad esempio: flessibilità, possibilità di lavoro da remoto, equilibrio tra lavoro e vita privata, opportunità di crescita e sviluppo delle proprie competenze.
Alcune tecnologie consentono di conoscere e mappare lo stato di salute dell’organizzazione e di creare modelli predittivi funzionali per le decisioni strategiche di business. L’intelligenza artificiale, inoltre, permette di porre al centro le persone che abitano l’azienda, di favorire l’interazione e di far emergere iniziative di open innovation e coprogettazione, in un’ottica di continua evoluzione, di aumento dell’engagement, di analisi del divario delle competenze, di sviluppo dei processi di autovalutazione, di formazione, di mappatura delle abilità e dei bisogni del singolo. Un ottimo strumento per evitare la recessione dei talenti.
“I nuovi strumenti di intelligenza artificiale consentono alle aziende di rimanere al passo con i tempi e di adeguarsi velocemente alle mutevoli esigenze dei propri stakeholder e ai cambiamenti sociali ed economici in atto. Giocare in anticipo, non farsi trovare impreparati, fare i giusti investimenti e mettere al centro la persona sono gli elementi fondamentali e la chiave per evitare la fuga dei talenti e un ulteriore colpo alle finanze dell’azienda già potenzialmente provate dalla crisi”, ha concluso Davide de Palma.