Gli interventi previsti dal PNRR sono una grande opportunità per innovare le infrastrutture e le grandi opere in Italia.

Infrastrutture

Tra il 2008 e il 2021 la spesa pubblica in infrastrutture è diminuita del 30%, nonostante gli interventi di manutenzione, data l’età di gran parte delle grandi opere, siano sempre più necessari. Nell’ottica di migliorare sicurezza, efficienza e sostenibilità di infrastrutture e grandi opere si rende sempre più necessario puntare sulla diffusione delle tecnologie digitali, anche attraverso le risorse stanziate dal PNRR: secondo le ultime stime, le imprese di costruzione italiane investono appena lo 0,17% del valore aggiunto in attività di ricerca e sviluppo e solo nel 6% dei casi sono dotate di specialisti ICT.

Ad oggi, per quanto riguarda le infrastrutture, le elaborazioni condotte dalla InnoTech Community di The European House – Ambrosetti restituiscono una fotografia in chiaroscuro dell’Italia, in bilico tra comportamenti virtuosi delle imprese delle costruzioni nell’ammodernamento dei processi produttivi e difficoltà a livello burocratico e amministrativo.

Pochi investimenti in infrastrutture

L’Italia è terzultima in Europa per percentuale di spesa in infrastrutture rispetto al PIL (1,8%), nonostante sia manifesta la necessità di interventi di manutenzione e rinnovamento delle grandi opere. Proprio l’elevata età media dell’infrastruttura stradale (quasi 60 anni) si attesta tra le cause di morte per incidente: con interventi di manutenzione predittiva sull’infrastruttura stradale si potrebbe invece monitorare lo stato di usura e identificare problemi e guasti con tempestività.

Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, in media sono necessari 4 anni e 5 mesi per il completamento delle grandi opere. Un tempo enorme se confrontato con i ritmi di aggiornamento delle tecnologie. È fondamentale, oltre a snellire la burocrazia, accelerare le fasi di progettazione e realizzazione con il contributo delle nuove tecnologie digitali, dalla valutazione e verifica virtuale dei modelli progettuali.

Le emissioni dei trasporti

A livello di sostenibilità, il consumo finale di energia del settore dei trasporti è aumentato del 9% tra il 1990 e il 2019. Occorre pertanto continuare ad investire nel rinnovamento del settore dei trasporti, introducendo soluzioni più sostenibili e meno inquinanti e supportando il potenziamento dell’infrastruttura di ricarica di veicoli elettrici e a idrogeno. Si tratta di un’ulteriore frontiera di sviluppo per le infrastrutture in cui è imprescindibile la capacità di creare sistemi digitali interoperabili per mettere in relazione il sistema delle infrastrutture, con quello della mobilità e quello dell’energia.

Verso il futuro con l’IoT

In Italia, il 24% delle imprese di costruzione già utilizza dispositivi IoT (l’8% in più rispetto alla media UE). Nel 2020, più di 109 milioni di euro (corrispondenti all’1% circa del PIL) sono stati dedicati alle attività di ricerca e sviluppo, molto più di altri paesi europei. Tuttavia, le imprese edili investono appena lo 0,17% del valore aggiunto in R&D, assai meno di altri comparti come ad esempio il manifatturiero, che investe 23 volte tanto. Sarà inoltre necessario investire sul personale qualificato in grado di favorire la transizione digitale: solo il 6% delle imprese di costruzione italiane è dotato di specialisti ICT.

Le risorse del PNRR

A livello amministrativo, le risorse non mancherebbero. Il PNRR dedica 30,05 miliardi di euro alle infrastrutture, e il PNC 450 milioni per il monitoraggio dinamico delle stesse. Il MIMS avrà a portafoglio tra il 2021 e il 2036 115,5 miliardi di euro per le infrastrutture e la mobilità sostenibile. Diventa perciò necessario sfruttare al meglio i fondi allocati per digitalizzare le infrastrutture e ampliare le ricadute positive sull’economia nazionale.