Lo studio condotto da Osborne Clarke e ECLA offre spunti e soluzioni per la gestione dei modelli di business data-driven e indaga sul rapporto dei team legali con i cambiamenti in atto portati dalla regolamentazione dei dati e del digitale

Modelli di business data-driven

Pubblicato lo studio realizzato da Osborne Clarke in collaborazione con European Company Lawyers Association (ECLA) che esplora le crescenti implicazioni legali relative allo sviluppo dei modelli di business data-driven e il ruolo sempre più centrale dei consulenti legali chiamati a co-guidare l’innovazione e a contribuire al successo della data-strategy.

Lo Studio – commissionato dalla law firm internazionale Osborne Clarke e realizzato da ECLA, organizzazione non governativa che riunisce associazioni di avvocati d’impresa e consulenti legali – ha coinvolto oltre 400 general counsel in tutta Europa, trasversali per settore di riferimento e dimensioni d’impresa. La ricerca indaga il rapporto dei team legali con i cambiamenti in atto portati dalla regolamentazione dei dati e del digitale e offre spunti e soluzioni pratiche per la gestione dei modelli di business data-driven.

Se da un lato l’innovazione digitale – e con essa il crescente utilizzo dei dati – sta radicalmente cambiando il modo di fare impresa, dall’altro l’Unione europea è fortemente impegnata nello stabilire i principi guida per la regolamentazione dei modelli emergenti – con interventi che avranno un impatto su qualsiasi operatore nell’Ue – contribuendo attivamente a plasmare lo sviluppo dell’ecosistema europeo dei dati. Si muove in questa direzione, ad esempio, la proposta europea di Data Act, una delle numerose normative che produrrà sostanziali modifiche nell’accesso e nell’utilizzo dei dati e con cui le aziende dovranno misurarsi.

Secondo i risultati dello Studio, quasi due terzi delle aziende europee adotta modelli di business data-driven, il 26% pianifica di farlo entro il prossimo futuro e solo il 36% dispone di una strategia sui dati. Questi ultimi derivano per l’82% da dataset forniti dai clienti e nel 64% dei casi sono dati già presenti in un database interno trattati per nuove finalità. Si prospetta dinamico il mercato delle collaborazioni: il 42,5% delle aziende sta sviluppando (o sta pianificando) prodotti/servizi data-driven in collaborazione con terze parti commerciali.

Due legali d’azienda su tre affermano che il quadro giuridico e normativo sui dati è il principale ostacolo all’implementazione di modelli di business data-driven, il 63% afferma che è poco chiaro e solo l’11% che è ben strutturato.

Uno scenario complesso che richiede alle aziende di porsi interrogativi importanti: il modello di business adottato; le opportunità che potrebbero emergere da un utilizzo più strategico dei dati; la funzione dei team legali interni il cui contributo è sempre più centrale nel processo di definizione della data-strategy.

Principali difficoltà nell’implementazione di modelli di business data-driven

Lo Studio dimostra che c’è interesse verso l’adozione di modelli di business data-driven ma che persistono alcune difficoltà. Tra queste: la complessità del quadro normativo che risulta spesso poco chiaro e i rischi legati alla sicurezza informatica che sono destinati ad aumentare in parallelo con l’incremento dei flussi di dati.

  • 67% implicazioni legali e normative.
  • 33% accesso a dati esterni.
  • 38% cybersecurity.
  • 32% basso grado di integrazione di strutture e processi interni all’azienda.
  • 36% mancanza di esperienza e competenza.

Data Strategy

I dati rappresentano una parte significativa delle attività, dei processi decisionali, dei prodotti e dei servizi di un’azienda, ma persistono i casi di aziende che adottano modelli di business data-driven senza aver prima definito una data-strategy complessiva e coerente. Il tema dei dati non può essere considerato una sola questione IT e diventa centrale il ruolo dei team legali chiamati a coordinare i diversi interessi coinvolti e a gestire le delicate implicazioni legali.

  • 36% dispone di una strategia dati.
  • 47% considera gli aspetti etici e reputazionali dell’utilizzo dei dati.
  • 40% utilizza modelli contrattuali che vanno oltre la compliance in materia di protezione dei dati.

Origine dei dati

  • 70% dati raccolti nel corso delle proprie attività per finalità pre-definite.
  • 32% dataset acquisiti da terzi.
  • 64% dati già presenti in un database interno trattati per nuove finalità.
  • 32% dati derivanti da vincoli contrattuali/normative.
  • 82% dati forniti dai clienti.
  • 19% dati raccolti tramite social media o API.
  • 36% dati provenienti da fonti pubblicamente disponibili.
  • 16% dati provenienti da attività di web-scraping.

Utilizzo dei dati

  • 60% estensione e miglioramento dei propri prodotti/servizi.
  • 77% miglioramento delle attività e dei processi.
  • 35% offerta di nuovi prodotti/servizi.
  • 33% adozione di processi decisionali basati sui dati.

Quattro modi principali in cui i team legali possono contribuire al successo dei modelli di business data-driven:

  • Nella fase di definizione della data strategy e governance: es. in tema di allocazione dei ruoli e delle responsabilità.
  • Sin dalla fase di progettazione del modello di business (compliance-by-design).
  • Pro-attivamente, attraverso un utilizzo strategico della compliance.
  • Pro-attivamente, identificando nuove opportunità legate agli sviluppi normativi.