Nel settore tech aumenta la soddisfazione dei dipendenti verso le aziende, ma quasi la metà degli impiegati prevede una crescita bassa. Molti non ritengono adeguata la loro retribuzione-salary e sono pronti a cambiare

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Il mercato del lavoro è stato particolarmente dinamico nell’anno scorso, ma ha evidenziato luci e ombre: le aziende, tra cui quelle del settore IT&Tech, hanno dovuto superare l’ormai cronica carenza di candidati e di professionisti qualificati, che rendono complesso il recruiting. Nel settore tech cresce la soddisfazione dei lavoratori, ma sono ancora tanti gli “scontenti” della loro vita lavorativa, della situazione economica e della bassa prospettiva di carriera, quindi pronti a cambiare azienda; nella scelta di un nuovo lavoro, oltre allo stipendio-salary si guarda anche alla crescita professionale, ai benefit e al work life balance.

Sono questi i risultati principali emersi dal report annuale Salary Guide 2024 -presentato oggi da HAYS Italia durante un evento dedicato- che ha l’obiettivo di monitorare i principali trend del mercato del lavoro in Italia per l’anno 2023 e le aspettative per il 2024. L’indagine è stata condotta su un campione di 1.348 professionisti, prevalentemente middle e top management, e 828 aziende, con focus a livello settoriale. Tech: cresce la soddisfazione dei lavoratori, ma tanti vogliono “cambiare e le aspettative di carriera sono basse”.

Nel 2023 è cresciuta la soddisfazione dei dipendenti che lavorano nel settore Tech nei confronti del loro impiego attuale (positiva per il 64% dei lavoratori), un dato leggermente superiore alla media di tutti settori (61%). E questo nonostante non si intravedano, a livello generale, grosse opportunità di avanzamento di carriera nell’azienda attuale (44%) e non si aspettino nel 2024 promozioni (62%) e aumenti di stipendio (63%).

Salary troppo basso

Non bisogna però dimenticare i quasi quattro lavoratori su dieci insoddisfatti, a cui le aziende devono prestare molta attenzione se vogliono trattenerli: infatti, il 38% dei lavoratori cambierebbe società, principalmente mantenendo lo stesso ruolo o settore. Tra le principali motivazioni, indicano salary troppo basso, l’assenza di un percorso di carriera e di opportunità di sviluppo professionale.

Per i lavoratori, infatti, la retribuzione è importante, ma quando si considera un nuovo lavoro non deve mancare un mix di elementi composto da crescita professionale (per il 57%), benefit (47%), ruoli o progetti interessanti (46%) e work life balance (41%). Nel settore tech per tanti lavoratori le retribuzioni non sono adeguate alle responsabilità. La leva retributiva, soprattutto in questo momento storico, si conferma un elemento cruciale per influenzare la scelta dei lavoratori. Secondo l’analisi di HAYS Italia, nel tech lo stipendio-salary medio nel 2023 (RAL), considerando le figure di middle e top management, è di circa 49.500 €, con una netta differenza tra le figure entry level di 2-5 anni di esperienza (39.400 €) e quelle più senior con oltre dieci anni di esperienza (70.000 €).

Nonostante nel tech i soddisfatti della propria retribuzione rappresentino il 61% dei lavoratori, più della metà (51%) pensa che il suo stipendio non sia adeguato alle attuali responsabilità. Nel 2023, infatti, il 70% del campione non ha ricevuto alcun aumento retributivo, e anche per il futuro, oltre sei lavoratori su dieci (63%) pensano che non riceveranno aumenti, anche perché la maggior parte non si aspetta una promozione.

Benefit, fondamentali per i lavoratori e sempre più presenti nelle strategie HR delle aziende

Al di là del salary, quali sono i principali fattori per attrarre o trattenere i talenti nelle aziende? Sicuramente i benefit rappresentano un aspetto importante per i lavoratori (47%), che valutano principalmente questo elemento quando considerano un nuovo lavoro.

Attualmente ben l’81% dei professionisti del tech ha dichiarato di ricevere dei benefit aziendali che riguardano principalmente i classici computer, buoni pasto, telefono, lavoro flessibile e assicurazione sanitaria o copertura medica privata, ma i più apprezzati in assoluto sono lo smart working e l’assicurazione sanitaria.

Modelli di lavoro

Siamo di fronte ad un ritorno in ufficio? In Italia no, vince l’ibrido. Come per i benefit, anche il lavoro flessibile è uno degli aspetti a cui i lavoratori del settore IT non vogliono più rinunciare per un migliore equilibro tra lavoro e vita privata, classificandosi ai primi posti tra i benefit più apprezzati. È uno dei settori dove pochissimi lavorano esclusivamente in ufficio; vince la modalità ibrida (60%) ma si registra una quota alta di chi può lavorare con la massima flessibilità (30%). Molti dipendenti sono infatti soddisfatti di questa situazione (72%) e per questo molte imprese non hanno intenzione di modificare il modello lavorativo nel 2024. Anche perché l’analisi dello scorso anno ha mostrato chiaramente come a livello generale (in tutti i settori) quasi tre lavoratori su dieci sarebbero disposti a licenziarsi in caso venissero obbligati a rientrare in ufficio.

E per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale?

Hays ha voluto analizzare il trend non solo per il settore tech, ma per tutti i settori; emerge che, nonostante i tanti i timori, imprese e lavoratori sono pronti ad accettare la sfida, soprattutto i più giovani. L’intelligenza artificiale (AI) sta cambiando profondamente anche il mondo del lavoro, con il 20% circa dei professionisti che afferma di utilizzare attualmente tecnologie o strumenti di IA Generativa sul posto di lavoro, soprattutto i giovani.

Ma quando si parla di IA, il punto vero è capire cosa ne pensano i lavoratori di questa rivoluzione. C’è ancora una certa diffidenza con il campione equamente diviso tra chi si ritiene preoccupato (47%) e chi invece non lo è per nulla (53%). Questo probabilmente perché per oltre un terzo dei dipendenti l’IA eliminerà più opportunità di lavoro di quante ne creerà. Eppure, sembra non esserci un blocco totale, dato che la maggior parte dei dipendenti (76%) sono pronti ad accettare la sfida di un eventuale cambiamento della professione o del loro ambito di specializzazione in seguito ai nuovi sviluppi dell’IA. Così come tanti (ben l’85%) sono disponibili a partecipare a programmi di aggiornamento e riqualificazione professionale per inserire tecnologie di IA nel loro lavoro.