Indagine FPA: per i cittadini la Pubblica Amministrazione oggi è più moderna, digitale e innovativa. Ottimismo sul ruolo dell’IA, soprattutto per migliorare i servizi

PA

Stiamo assistendo ad una rivalutazione del settore pubblico, percepito oggi come più moderno, digitale e innovativo, sempre più centrale per la crescita del Paese. C’è in tal senso un diffuso ottimismo sui miglioramenti che potrà introdurre l’intelligenza artificiale nei prossimi anni. Non più soltanto mito del “posto fisso”: se 7 italiani su 10 oggi considerano la Pubblica Amministrazione attrattiva come datore di lavoro. Questo accade perché la vedono anche come un’esperienza professionale importante (il 28%), oltre che come un impiego stabile (che resta comunque la risposta predominante, con il 44% dei rispondenti).

I cittadini invece si spaccano sul PNRR, dividendosi tra chi lo considera un’opportunità e chi ritiene che si rivelerà un’occasione persa. È quanto emerge da Barometro PA, l’indagine realizzata da FPA, società di DIGITAL360, su un campione di 500 cittadini rappresentativo della popolazione italiana, per misurare l’opinione sui processi di innovazione all’interno della PA. Un’indagine diffusa in occasione dell’evento di presentazione del 10° Annual Report di FPA, la pubblicazione che racconta i principali fenomeni dell’ultimo anno e le prospettive 2025 nel settore pubblico italiano.

Foto di Stefano Corso“Come mostra l’Annual Report, la PA italiana è impegnata in un importante percorso di cambiamento e modernizzazione, anche grazie a grandi investimenti – afferma Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA -. Si evidenzia un deciso miglioramento nell’atteggiamento dei cittadini, un fatto positivo che speriamo possa significare il definitivo superamento della cultura della PA come fardello, anche se bisogna ancora lavorare su una comunicazione che sia in grado di raccontare quanto di buono è stato già realizzato, in particolare sui territori. E se è vero che la Pubblica Amministrazione ha ritrovato la giusta centralità nella costruzione del futuro del Paese, siamo ancora a metà del guado. L’obiettivo è realizzare una ‘PA aumentata’, grazie all’apporto di persone, tecnologie e relazioni (intese come rete tra tutte le comunità attive nei processi di cambiamento). Per farlo dobbiamo portare a termine gli obiettivi fissati, vincere la sfida tecnologica governando la rivoluzione dell’IA e proseguire sulla strada della governance multilivello, con la collaborazione tra attori pubblici e privati, locali e nazionali. È importante non tornare indietro: disinvestire di nuovo sulla macchina pubblica significherebbe ipotecare definitivamente la possibilità di modernizzare il Paese”.

Massimo Arioli“Nel 2024 sono stati raggiunti importanti traguardi nella digitalizzazione del settore pubblico, cruciale per le politiche di sviluppo dell’intero Paese, anche per il suo ruolo chiave nell’attuazione del PNRR – afferma Massimo Arioli, CEO di DIGITAL360 -. Mentre siamo impegnati nel centrare gli obiettivi ambiziosi nel percorso di trasformazione digitale, su cui si registra una progressione costante nel corso degli anni, però oggi si pone la grande sfida dell’introduzione dell’intelligenza artificiale, in cui la PA non è semplice comprimaria, ma assoluta protagonista. La Pubblica Amministrazione, infatti, può assumere il ruolo di leader dei processi di innovazione guidati dall’IA, da un lato introducendo nel modo migliore la nuova tecnologia negli enti pubblici, dall’altro fungendo da vero e proprio soggetto abilitatore, coinvolgendo imprese e cittadini nell’applicazione e nell’utilizzo dell’IA in un’ottica di semplificazione e velocizzazione della burocrazia per l’innovazione del Paese”.

L’immagine della Pubblica Amministrazione

Secondo il Barometro Pubblica Amministrazione, nel 2025 l’immagine della pubblica amministrazione si conferma positiva agli occhi dei cittadini, dopo i buoni risultati registrati già lo scorso anno. Per il 44% degli italiani il settore pubblico è attrattivo come possibile datore di lavoro per sé o per un familiare grazie alla sicurezza e stabilità occupazionale, per il 28% per l’importante esperienza professionale. Solo al 23% non interessa un’occupazione nel settore pubblico. Rispetto ai servizi erogati dagli enti pubblici, in una sostanziale stabilità, ben un terzo degli italiani (31%) giudica la PA “molto più digitale e innovativa” rispetto a un anno fa e solo il 12% la vede ancora analogica e poco innovativa. Tra i diversi ambiti della PA, la maggiore fiducia è riposta nella Sanità, poi nella Sicurezza e, a pari merito, nei Servizi sociali e nella Promozione culturale.

  • L’Intelligenza Artificiale

Nei prossimi anni, la PA rappresenterà uno dei settori più interessati dall’adozione di Intelligenza Artificiale e in questo ambito cresce di dieci punti in un anno la quota di ottimisti: per il 34% dei cittadini l’IA può̀ contribuire a rafforzare la pubblica amministrazione. Anche se non mancano i dubbiosi (per il 24% è una tecnologia come le altre) e gli scettici (per il 20% la PA non è pronta a gestire questa rivoluzione), il 22% non ha un’opinione. Tra i tanti aspetti, per gli italiani l’IA può incidere soprattutto nella qualità dei servizi offerti (53%) e nella semplificazione del linguaggio tecnico e normativo (42%, un’idea diffusa soprattutto tra i giovani). In minor misura, a migliorare efficienza e produttività (39%) o a prevenire frodi o truffe (33%).

  • Il PNRR

A un anno e mezzo dalla chiusura del PNRR, di cui la Pubblica Amministrazione è il motore indiscusso, invece, prevale il pessimismo sui risultati del ciclo di investimenti straordinari. Per il 34% degli italiani si rivelerà “un’occasione persa”: ci ritroveremo con molti progetti incompleti e senza gli effetti sperati. Per una quota minore (31%) sarà “un’opportunità per le amministrazioni”, che avranno imparato rispetto delle scadenze e raggiungimento dei risultati. Per un 15% una “minaccia”, con la difficoltà a mantenere operativi i progetti realizzati.

  • I canali di informazione

Giudizi fortemente polarizzati, effetto anche della difficoltà delle PA di comunicare i risultati raggiunti. Per informarsi su attività̀, servizi e opportunità̀ promosse dalle pubbliche amministrazioni, i canali di informazione principali, sorprendentemente anche tra i più giovani, per gli italiani sono quelli tradizionali: gli italiani utilizzano soprattutto giornali, radio e tv (46%) e non i canali di comunicazione diretta delle stesse PA. In minor misura, ci sono siti web istituzionali (31%), portali online tematici (24%, come quelli di promozione turistica o eventi culturali, ecc.), i canali social delle PA (23%) o le app ufficiali delle PA (22%).

Una nuova spending review alla macchina pubblica è “da valutare” per il 33% degli italiani, anche se il risparmio immediato rischia di far trascurare investimenti significativi nel lungo termine. È apertamente contrario il 29%, che la considera una “minaccia” pericolosa perché tagli lineari possono ridurre i servizi essenziali. È un’”opportunità” solo per il 18% che la ritiene utile a risparmiare e ridurre gli sprechi.

Le evidenze del 10° Annual Report FPA

  • Lavoro pubblico

Dopo decenni di disinvestimenti in termini economici e di personale, si è ripreso a investire nel lavoro pubblico, con nuove assunzioni e politiche di employer branding per attrarre nuovi specialisti e giovani. Anche se l’Italia continua ad avere un numero totale in proporzione alla popolazione inferiore a quello dei principali paesi europei: 5,7 impiegati pubblici ogni 100 abitanti, mentre sono 6,1 in Germania, 7,3 in Spagna, 8,1 in UK, 8,3 in Francia. Inferiori anche in proporzione agli occupati: sono 14 impiegati pubblici ogni 100 occupati contro il 16,9 in UK, il 17,2 in Spagna, il 19,2 in Francia. L’età media degli impiegati pubblici stabili è di 50,4 anni.

  • L’impatto sul lavoro dell’IA

L’analisi FPA (presentata a maggio scorso e aggiornata ad ottobre 2024 sulla base del Conto Annuale 2022), partendo da uno studio Usa sull’impatto degli algoritmi sul lavoro pubblico (Felten 2021) ha fatto emergere che il 56% dei circa 3,3 milioni di dipendenti pubblici (dato 2022) è altamente esposto all’IA (1,84 milioni), il 29% moderatamente impattato, il 15% con un’influenza minima o nulla. L’effetto sarà soprattutto di complementarità: l’80% dei dipendenti altamente esposti (poco meno di 1,5 milioni) potrà potenzialmente beneficiare dell’integrazione dell’IA nella propria attività, il 13% (230mila) ha scarsa sinergia ed è a rischio di obsolescenza.

  • Formazione

Sulla formazione dei dipendenti pubblici, nel 2024 ci sono stati importanti provvedimenti. L’obiettivo della direttiva del Ministro Zangrillo di triplicare le ore di aggiornamento è stato raggiunto a meno di un anno: da un giorno di formazione all’anno per dipendente a tre. Alla piattaforma Syllabus, avviata a marzo 2023, si sono registrate 7.800 amministrazioni e oltre 380mila dipendenti hanno avviato le attività formative, con l’obiettivo del PNRR di formarne 750mila. A fine anno, è stato pubblicato il primo report di monitoraggio della riforma della PA per un modello di gestione delle risorse umane “innovativo per il settore pubblico, basato sulla centralità delle competenze e orientato al rafforzamento della capacità amministrativa di enti e istituzioni dei vari comparti”. Nei prossimi due anni porterà ad una piattaforma integrata tra Syllabus, InPA e il PIAO.

  • PA Digitale

Nel 2024 la trasformazione digitale della PA è proseguita, grazie anche alla spinta del PNRR e al suo raccordo con il Piano triennale per l’informatica 2024-2026. Ad esempio, a fine dicembre 2024 le PA aderenti a SPID erano 18.800, quelle con accesso tramite CIE circa 10.200. Gli enti attivi su App IO erano circa 15.700 con oltre 335mila servizi disponibili. Ma le crescite più sostanziose sono relative alle piattaforme nazionali di più recente realizzazione. A dicembre 2024, gli enti sulla piattaforma per le notifiche digitali SEND erano circa 3.900, con oltre 8,9 milioni di notifiche inviate, di cui circa 1,5 milioni digitali. Gli e-service sulla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) a fine dicembre 2024 erano oltre 10.600 con più di 7.600 enti aderenti. Questi risultati, che lasciano presagire un agevole raggiungimento dei target finali previsti dal PNRR; hanno permesso di raggiungere gli obiettivi del paradigma e-government lanciato nel lontano 2005. È ora il momento di un cambio di passo che ne concretizzi i principi di trasparenza, partecipazione e collaborazione.

  • Conoscenza e consapevolezza

Far conoscere i progetti e la creazione di valore pubblico è fondamentale per far emergere la PA dalla narrazione grigia spesso dominante. L’Italia è sopra la media europea per livello di conoscenza, consapevolezza dei cittadini sui progetti co-finanziati dall’UE (54% rispetto al 39% europeo), ma è ultima per la percezione positiva dell’impatto di questi progetti (56% contro una media del 79%).

  • Capacità di spesa

Secondo il Bollettino di Monitoraggio della Ragioneria generale dello Stato, alla data del 31 ottobre 2024 è stato utilizzato il 99,48% dei Fondi strutturali del vecchio ciclo 2014-2020 e pagato l’84,9%. Ma nel ciclo 2021-2027 siamo indietro: siamo al 14% di impegni e 3,45% di pagamenti. Per quanto riguarda il PNRR, con la richiesta di pagamento della settima rata, l’Italia ha attestato il raggiungimento degli obiettivi prefissati, collegati al 72% delle risorse del Piano. Al 30 settembre 2024, l’Italia ha speso 57,7 miliardi, ossia il 29,7% dei 194 miliardi che complessivamente dovrà gestire. Molto è stato fatto ma molto ancora è da fare. La capacità di raggiungere, o meno, gli obiettivi farà la differenza per il futuro del Paese.