Smart home, Sport, Energia, Micromobilità, Lavoro freelance e Gig economy, Salute e telemedicina, Connected cars

Open Insurance, i 7 ambiti che subiranno l'impatto maggiore

Come quello bancario, anche il settore assicurativo si sta aprendo ad ecosistemi esterni, grazie a tecnologie che ne stanno completamente cambiando l’identità. Attraverso l’Open Insurance, la possibilità di proporre e fruire di polizze su piattaforme operanti in settori non assicurativi rivoluzionerà il rapporto tra assicurazioni e clienti. Non saremo noi ad andare da un assicuratore, ma, al contrario, l’assicurazione “entra” nei contesti digitalizzati che frequentiamo ogni giorno, dall’app per fare sport a quella per noleggiare un monopattino elettrico e così via.

“Per innovare realmente il settore assicurativo non basta proporre online quello che prima si vendeva in agenzia, ma serve un totale cambio di approccio, commenta Pietro Menghi, CEO di Neosurance, scaleup insurtech globale che ha sviluppato una “Open Insurance Platform As A Service” rivolta alle più innovative realtà assicurative. Se il cliente è prima di tutto un consumatore digitale, il dialogo deve iniziare dalle community digitali per lui più rilevanti nei vari momenti della sua giornata. La tecnologia che abbiamo sviluppato punta proprio a far dialogare questi due mondi, abilitando app di finalità diverse all’offerta di servizi assicurativi, concepiti e realizzati in un laboratorio permanente sul campo per l’ applicazione dell’intelligenza artificiale e delle scienze comportamentali”.

La diffusione del 5G, con il suo impatto sull’uso crescente di oggetti connessi nelle nostre case e nelle città, avrà un ruolo importante nella diffusione del fenomeno dell’Open Insurance, anche se non ne sarà l’unico acceleratore. Secondo un’analisi di Neosurance, l’impatto maggiore si riferisce principalmente a 7 ambiti:

  • Smart home. La possibilità di controllare le nostre case attraverso la domotica sta aprendo diverse opportunità in materia di assicurazione contro furti, incendi e altri rischi domestici. L’integrazione fra sistemi assicurativi e dispositivi intelligenti consentirà ad esempio di attivare (e pagare) una polizza contro furto o incendio solo quando un sensore non rileva la nostra presenza in casa o se porte e finestre sono state chiuse con uno smart lock. L’impatto sarà notevole anche sul fronte riduzione delle frodi, grazie a un migliore controllo sui dati.
  • Sport. Le community digitali di sportivi, utenti molto attivi di app di prenotazioni, corsi online e fitness tracker, rappresentano una delle categorie più soggette a infortuni. La condizioni ricorrenti di rischio in quest’ambito cambiano sensibilmente in base a disciplina, età e molti altri aspetti che, analizzati in chiave big data, possono fornire informazioni preziose per la proposta di micro-polizze istantanee o prodotti più complessi, personalizzati in base alle reali esigenze dei singoli.
  • Energia. L’integrazione con i sistemi di smart metering dei nuovi contatori connessi e le app con cui paghiamo le bollette consente di attivare coperture di vario tipo per garantire la continuità del servizio anche quando, ad esempio, una persona perde il lavoro o si trova ad affrontare spese inattese. Solo negli Stati Uniti, nell’ultimo anno, si è generato un debito di circa 40 miliardi di dollari di bollette non pagate, secondo i dati riportati dalla National Energy Assistance Directors’ Association.
  • Micromobilità. La micromobilità urbana sta vivendo un boom e con essa stanno crescendo i bisogni di copertura. Secondo recenti studi1, sarebbero circa 30 mila i monopattini in sharing e circa 800 mila quelli di proprietà. Se per i primi è già obbligatoria l’assicurazione per responsabilità civile verso terzi, resta il problema dei mezzi privati e comunque della copertura infortuni/danni subiti dal conducente. Integrando su ogni mezzo un dispositivo connesso, è possibile identificare il monopattino/bici e, quindi, renderlo assicurabile attraverso una sorta di ”RCA” dedicata, che presto potrebbe essere obbligatoria. Grazie ai paradigmi dell’Open Insurance, gli assicuratori potranno interagire con app e community della micro mobilità urbana, pubblica e privata, fornendo proposte assicurative più complete e soluzioni attivabili solo in base al reale utilizzo del mezzo.
  • Lavoro freelance e Gig economy. Nel 2020 il 72% delle nuove P.IVA è stato aperto da una persona fisica2. Anche se sempre più numerosi, i lavoratori autonomi godono ancora di scarse tutele in termini di salute, assistenza legale, infortuni, maternità e altri fattori che possono mettere seriamente a rischio la possibilità di lavorare e di avere un reddito continuativo. Tramite piattaforme interconnesse, chi svolge un lavoro freelance – che si tratti di un consulente, di un rider o di un autista – sarà in grado di accedere più facilmente a polizze personalizzate in termini di costo, tempi e bisogni. Il canale digitale metterà a disposizione soluzioni molto più semplici e accessibili per queste categorie produttive, che si tratti di una protezione giornaliera sugli infortuni o di una annuale contro i rischi informatici in smart working.
  • Salute e telemedicina. Secondo Statista il mercato delle soluzioni di telemedicina oggi vale 45 miliardi di dollari e potrebbe toccare i 175 miliardi entro il 2026. La possibilità di accedere a parametri e indicatori sulla salute delle persone permette di elaborare profili di rischio sempre più precisi e suggerire strumenti di protezione e assistenza anche agli utenti meno consapevoli, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale. Non solo: è possibile valorizzare gli stili di vita più virtuosi, monitorando attività legate a sport e benessere. Una sempre maggiore integrazione tra ecosistemi di telehealth e wellness con quelli assicurativi faciliterà anche l’intero processo di gestione delle informazioni, rimborso delle cure, erogazione di indennizzi, riducendo sensibilmente il rischio di frodi e i tempi di istruttoria e burocrazia.
  • Connected cars. Secondo ABI Research, saranno messe sul mercato oltre 115 milioni di auto connesse entro il 2025. Solo in Italia, a fine 2019 l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano tracciava 16,7 milioni di smart cars, cioè oltre il 40% del parco circolante nel nostro Paese. Il settore assicurativo ha iniziato ad integrarsi con dispositivi e app collegati alle nostre macchine, per offrire polizze digitali più flessibili, basate sui chilometri effettivamente percorsi o sullo stile di guida, premiando i soggetti più virtuosi. Analizzando velocità, frenate, sterzate e altri parametri, non solo è possibile elaborare assicurazioni profilate, ma anche prevenire i rischi attraverso suggerimenti personalizzati. Allo stesso tempo, risulta più semplice ed efficace fornire assistenza in tempo reale in caso di incidente e aprire un sinistro.