Sebbene questa pratica sia ancora in una fase iniziale, alcune realtà hanno già ottenuto interessanti benefici. Tra queste Whirlpool, Rhiag e Samsung

[section_title title=Il Supply Chain Finance sostiene il credito alle imprese italiane – Parte 2]

L’offerta di Supply Chain Finance in Italia

Dei 509 fornitori attivi nel nostro Paese (oltre 750 nel mondo), il 90% è di matrice o casa madre italiana, il restante 10% internazionale. Una ripartizione che deriva dalla forte presenza di attori provenienti dalla famiglia degli intermediari finanziari: ben il 93% del totale (in maggioranza banche), mentre il restante 7% è composto da attori focalizzati sull’ottimizzazione digitale delle relazioni B2b, da “pure player Supply Chain Finance” o da operatori “Logistics-to-Finance”

La tipologia dei fornitori influenza i servizi offerti sul mercato. La gran parte delle soluzioni disponibili in Italia (85%) è di carattere finanziario con un impatto su crediti e debiti di matrice tradizionale, come ad esempio l’Anticipo Fattura o il Factoring.

Solo l’8% è invece di stampo finanziario-innovativo, come ad esempio il Dynamic Discount (il cliente, attraverso una piattaforma IT, propone al fornitore un pagamento anticipato in cambio di uno sconto sul valore nominale della fattura proporzionale ai giorni di anticipo), oppure l’Invoice Auction (aste per aprire a terzi il finanziamento delle fatture emesse, una sorta di anticipo fattura in cui finanziatori diversi offrono valori crescenti per aggiudicarsi l’incasso di quella fattura, anticipando al fornitore quanto promesso in asta) o il Reverse Factoring Evoluto (che sfrutta la Fatturazione Elettronica e le piattaforme cloud per un anticipo fatture flessibile riducendo rischi e costi dell’operazione). Infine, il 4% degli operatori italiani è concentrato su offerte per l’ottimizzazione delle scorte attraverso relazioni collaborative nelle Supply Chain.

In Italia l’offerta di servizi e soluzioni di Supply Chain Finance appare ancora fortemente orientata ai servizi tradizionali, mentre i modelli più interessanti, innovativi e di impatto sulle relazioni di Supply Chain si presentano ancora a un livello embrionale – commenta Federico Caniato, membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Supply Chain Finance -. Fa ben sperare però l’aumento della diffusione del Reverse Factoring in Italia che, come misurato da Assifact, è cresciuto in modo prepotente nella seconda metà del 2014. Ed è interessante quanto sta accadendo tra gli intermediari finanziari che, sebbene ancora in percentuale limitata, affiancano ai servizi finanziari tradizionali quelli più innovativi”.

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