La digitalizzazione è un aiuto concreto per scovare le richieste di rimborso spese aziendali fraudolente da parte dei dipendenti.

rimborso spese aziendali

Quasi la metà dei dipendenti italiani ritiene che le frodi da rimborso spese aziendali fino a 208 euro siano accettabili, mentre una minoranza afferma che ignorare le policy di spesa sia inammissibile. Lo rivela il sondaggio condotto a settembre da SAP Concur, “The Hidden Cost of Expense fraud and Non-Compliance”, su 2.500 dipendenti che viaggiavano regolarmente per lavoro prima della pandemia, 750 responsabili delle decisioni finanziarie e 750 responsabili delle decisioni di viaggio in aziende di Francia, Germania, Italia, Benelux, Paesi nordici, Spagna e Regno Unito. La ricerca delinea inoltre l’atteggiamento e la comprensione delle spese aziendali e di come le imprese cercano di prevenire le frodi, anche grazie all’implementazione di nuove tecnologie.

Le frodi dei dipendenti sul rimborso spese aziendali

In Italia, tra i cinque comportamenti di spese aziendali fraudolente più comuni si registrano spese di chilometraggio arrotondate (33%), addebiti per cene o pranzi privati al ristorante (32%), addebiti per attrezzature da ufficio personali (30%), o per alcolici non coperti dalla corporate policy (29%) e spese telefoniche arrotondate (33%). In base al sondaggio solo due dipendenti su cinque (il 41%) affermano che non è corretto ignorare le policy aziendali in materia di spese.

Si è stimato, infatti, che se tutti i dipendenti di un’azienda di 250 persone adottassero questi comportamenti, la perdita annua ammonterebbe a circa 24.440 euro per frode sulle spese, quasi 10.000 euro in più rispetto alla media delle realtà intervistate a livello EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa).

Spese aziendali fraudolente: percezioni e problematiche

Il rimborso spese aziendali fraudolente viene tollerato dai dipendenti perché viene percepito come una sorta di compensazione per il denaro personale che devono spendere quando lavorano da casa (21%), per gli straordinari non pagati (21%), per il tempo trascorso in viaggi di lavoro (21%), a causa di uno stipendio basso e non commisurato al loro ruolo (17%).

Il 30% degli intervistati, invece, afferma che le policy e spese di viaggio in vigore della propria azienda sono adeguate ed eque, percentuale però inferiore alla media EMEA del 35%.

Per il proprio interesse personale, i dipendenti italiani risultano disposti ad aggirare le regole sul rimborso spese aziendali e al contempo i responsabili di viaggi e finanziari non possiedono una conoscenza dettagliata della propria policy di spesa, rischiando così di non prendere le misure necessarie a garantire che l’azienda e i dipendenti la comprendano e la applichino. Emerge infatti che circa un quarto dei responsabili di viaggi e finanziari (il 26%) comprenda cosa potrebbe essere considerato una richiesta fraudolenta di rimborso spese.

Di conseguenza, pochi dipendenti sono consapevoli delle policy di spesa e delle implicazioni delle loro violazioni:

  • poco più di un terzo (34%) è a conoscenza delle policy sulle spese di viaggio messe in atto dalla propria organizzazione, valore inferiore alla media EMEA (37%);

  • meno di un dipendente italiano su cinque (18%) conosce le politiche di lavoro da casa che la propria organizzazione ha messo in atto, un aspetto che potenzialmente indica un problema più ampio relativo al coinvolgimento e alla comunicazione ai dipendenti;

  • solo un terzo (34%) dei responsabili di viaggio e finanziari afferma che i dipendenti comprendono i rischi e le ripercussioni della presentazione di una richiesta di rimborso spese aziendali fraudolente, sia a livello personale che per l’azienda.

I responsabili di viaggio e finanziari perdono più di due giorni di lavoro su cinque nella lotta alle frodi da rimborso spese aziendali fraudolente

Benché la lotta alle frodi sembri un’attività a bassa priorità, è fondamentale implementare una policy che le contrasti partendo dalla costruzione e diffusione una cultura d’impresa e l’utilizzo della tecnologia appropriata. In Italia solo un’azienda su tre promuove iniziative di sensibilizzazione alle frodi e formazione sulla prevenzione, inoltre il 66% dei dipendenti non comprende i rischi in cui incorrono loro o l’azienda e il 18% ritiene che le cifre che stanno sovraccaricando siano così piccole da non nuocere sul bilancio.

La lotta alle frodi richiede quindi molto tempo ai responsabili di viaggio e finanziari che si affidano spesso a metodi onerosi e poco sofisticati. È stato stimato che entrambi i team trascorrono più di due giorni lavorativi alla settimana (18,2 ore) cumulativamente nella lotta alle spese aziendali fraudolente, monte ore che supera la media EMEA, che ammonta a 17,4 ore. Questo tempo è distribuito su una varietà di attività come il pre-rimborso spese aziendali per il rilevamento delle frodi (3,7 ore) e la risoluzione di problemi di conformità durante le revisioni dovuti a invii fraudolenti (3,4 ore).

Questo perché un numero sorprendente alto di aziende è ancora bloccato nell’era “carta e penna” quando si tratta di processi di spesa:

  • un quarto (25%) dei responsabili di viaggio e finanziari afferma che il proprio processo di spesa non è digitalizzato;

  • il 23% afferma di non disporre dei dati necessari per valutare potenziali spese aziendali fraudolente;

  • poco meno di un terzo (30%) utilizza la gestione automatizzata delle spese, valore, in questo caso, superiore alla media EMEA (25%).

La tecnologia a supporto della lotta alle frodi: dubbi e soluzioni

Ancora poche aziende stanno implementando soluzioni tecnologiche per la gestione delle spese e la prevenzione su richieste di rimborso spese aziendali fraudolente, questo perché non possiedono le risorse adatte all’adozione della tecnologia e temono che possa avere conseguenze indesiderate per la privacy e la cultura.

Nello specifico, il 56% dei responsabili di viaggio e finanziari si preoccupa per le implicazioni sulla sicurezza dei dati e/o sulla privacy derivanti dall’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale, valore superiore alla media EMEA (49%). Meno della metà (47%) teme che gli strumenti di intelligenza artificiale possano produrre falsi positivi, mentre due su cinque (41%) temono che i dipendenti possano opporsi all’uso di strumenti di intelligenza artificiale nel processo di conformità. Infine, il 40% di loro teme che l’IA possa rendere il loro lavoro inutile.

Molti manager, inoltre, affermano di essere limitati nell’introduzione dell’intelligenza artificiale dai costi elevati (secondo il 50%) e dall’incapacità del proprio team di usare gli strumenti di intelligenza artificiale in modo efficace (per il 49%).

Automatizzando i processi più banali, tuttavia, i team di viaggio e finanziari si potrebbero concentrare maggiormente sull’educazione aziendale sulle policy e sui pericoli della non conformità. L’intelligenza artificiale permette anche di identificare modelli e prevenire le frodi. Tra i principali benefici il 63% dei responsabili di viaggio e finanziari ritiene che gli strumenti di intelligenza artificiale possano aiutare a rilevare le frodi e quasi il 61% sostiene che gli strumenti di intelligenza artificiale possano aiutare a semplificare i processi di conformità. Per ridurre o evitare la richiesta di rimborso spese aziendali fraudolente il 34% dei responsabili di viaggio e finanziari hanno organizzato corsi di formazione sulla consapevolezza e la prevenzione delle frodi per i dipendenti, il 32% hanno introdotto il controllo delle spese tramite carte di credito aziendali, il 30% la gestione automatica delle spese, il 30% il controllo manuale a campione e il 28% l’intelligenza artificiale.