Una soluzione lavorativa, che permette di lavorare in libertà da remoto da qualsiasi parte del mondo, anche in viaggio. Il nomadismo digitale nasce innanzitutto per una esigenza personale, per trovare il proprio benessere psico-fisico e il bilanciamento vita-lavoro, ma è diventato quasi una necessità negli ultimi anni, anche sottoforma di smartworking e telelavoro, per continuare a lavorare durante pandemia e lockdown, con oltre 7 milioni di italiani che nel 2021 hanno lavorato da remoto (dati Inapp). Uno zampino l’ha avuto sicuramente la tecnologia che come un volano ne ha permesso uno sviluppo esponenziale, reinventando non solo alcune professioni, ma aprendo a nuove possibilità di impiego.
E sono sempre più, infatti, i lavoratori che si avvicinano a questa tipologia lavorativa. Secondo un sondaggio dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali, il 41% di freelance e liberi professionisti intervistati si sta interessando al nomadismo digitale così come un sorprendente 38% dei lavoratori dipendenti.
Alcune professioni sono più agevolate di altre nel lavorare a distanza, altre invece si sono evolute a causa alle nuove esigenze che l’emergenza sanitaria ha creato. È quanto emerge da un’analisi di Yousign, una delle principali soluzioni SaaS B2B di firma elettronica in Europa, che ha l’obiettivo di dematerializzare interamente oltre 15 milioni di documenti entro il 2023, che ha monitorato le ultime tendenze in fatto di professioni digitali, smartworking e nomadismo digitale, stilando una classifica delle professioni che nel 2022 si svilupperanno maggiormente grazie alla possibilità di svolgere le mansioni da remoto e ovunque si voglia, senza per questo venire meno alle proprie responsabilità o veder diminuire la prestazione lavorativa:
- Digital Manager. È una delle posizioni più ambite, ovvero il responsabile della comunicazione digitale interna, che sviluppa piani e strategie per raggiungere gli obiettivi di marketing. Il digital manager gestisce in modo creativo i vari canali di comunicazione, in particolare affidandosi a un team composto da diversi profili, tra cui l’esperto SEO, l’esperto di pubbliche relazioni digitali o l’UX designer.
- Responsabile web marketing. Altra figura adatta al nomadismo digitale è il web marketing manager, ovvero quella figura responsabile delle strategie di marketing che un’azienda implementa su Internet. La sua missione è principalmente quella di promuovere i prodotti e servizi di un’azienda sul web e di aumentare le vendite e la brand awareness attraverso la creazione e l’implementazione di strategie di marketing online per aumentare le vendite, il fatturato e il successo aziendale dell’azienda.
- Sviluppatore. Il web developer è una figura professionale specializzata nella programmazione di applicazioni web, piattaforme e siti web dinamici, accessibili da reti private (intranet) o pubbliche (Internet). Lo sviluppatore crea il sito web o l’applicazione web da zero: programma il codice sorgente, crea l’interfaccia utente, imposta i sistemi di gestione dei contenuti (CMS) e i sistemi di protezione dei dati.
- Brand manager. L’e-reputation manager è la figura professionale che può attuare il nomadismo digitale, responsabile dell’analisi e della gestione dell’immagine di un’azienda o di una persona su Internet e sui social network. Dopo aver analizzato tali contenuti, deve intervenire con strategie adeguate in caso di difficoltà (commenti negativi) e individuare e adottare progetti di sviluppo in caso di nuove opportunità commerciali. Il suo profilo è quindi a metà strada tra un analista di dati e un esperto di comunicazione web: deve essere in grado di analizzare tendenze, influenze e difficoltà per sviluppare strategie di marketing nell’interesse dell’azienda.
- Security officer. Il ruolo del security manager si sta progressivamente e velocemente sviluppando nelle grandi aziende, così come nelle PMI, soprattutto dopo l’adozione del GDPR e la crescita del settore della sicurezza informatica. Infatti, secondo l’Internet Crime Report dell’FBI l’Italia risulta essere il paese maggiormente colpito da attacchi e frodi informatiche con oltre 21.800 casi rilevati (2020) con un danno per le aziende che sfiora i 125 milioni di euro. Come se non bastasse, da una recente indagine emerge come a essere colpite maggiormente siano soprattutto le piccole aziende attraverso phishing (88%), malware (90%) e ransomware (69%). Alla luce di tutto questo mai come in questo periodo delicato il security officer diventa una professione chiave per la sicurezza aziendale per definire una strategia di sicurezza IT, progettando programmi di protezione e applicando procedure per mitigare i rischi legati alle minacce cyber.
“La tecnologia offre a chi esercita il nomadismo digitale strumenti indispensabili per poter esercitare la professione nelle migliori condizioni a distanza, con rapidità ed efficienza, senza necessità di incontri fisici o vicinanza geografica”, commenta Fabian Stanciu, Country Manager e Head of International di Yousign, “e in questo anche la firma elettronica gioca un ruolo di primo piano nonché di facilitatore, perché permette ai professionisti di firmare contratti e documenti a distanza utilizzando un processo veloce e sicuro che non solo ottimizza e velocizza il lavoro, ma è anche sostenibile, facendo risparmiare tonnellate di carta e permettendo di lavorare ovunque si voglia”.