Lo studio annuale di WIN e BVA Doxa mette in evidenza la complessa relazione tra tecnologia e vita quotidiana.

Tecnologia

WIN – Worldwide Independent Network of Market Research, di cui BVA Doxa è socio fondatore, ha pubblicato lo studio annuale sull’utilizzo quotidiano della tecnologia. Per condurre l’indagine, sono stati intervistati 28.702 provenienti da 39 Paesi nel mondo.

Tecnologia e privacy: i risultati dello studio

I dati emersi analizzano le opinioni di circa 29 mila persone riguardo l’uso dei social media, dimostrando, in particolare, come nell’ultimo anno sia diminuita la paura legata alla violazione della privacy dei dati. In Italia, il 35% degli intervistati si dichiara preoccupato di condividere le proprie informazioni digitali, il 10% non lo è per nulla.

Il 22% degli intervistati a livello globale, si è detto completamente d’accordo con l’affermazione secondo cui “i social media stanno stravolgendo completamente le nostre vite”, in particolare la Croazia (80%), la Slovenia (75%) e la Serbia (47,1%) sono i Paesi a sentirsi più impattati dal cambiamento. Mentre altri paesi europei come Francia (53%) e Germania (51%) confermano questa sensazione, l’Italia (30%) non sembra particolarmente preoccupata di quanto i social network stiano condizionando la nostra quotidianità.

Nonostante le persone abbiano sentimenti contrastanti riguardo l’argomento, l’uso della tecnologia nella vita quotidiana è innegabile. Il 45,3% degli intervistati a livello globale (l’Italia nella media con il 45%) concorda sul fatto che le nuove tecnologie aiutino a essere più organizzati nella vita di tutti i giorni e soprattutto i giovani tra i 18 e i 24 anni si dichiarano, per il 51,5% totalmente d’accordo (in prevalenza gli uomini per il 47,4% vs. il 43% delle donne).

Italiani più consapevoli sull’uso delle informazioni personali

Rispetto alla rilevazione precedente, crescono al 35% quanti si ritengono consapevoli dell’uso che viene fatto delle informazioni personali una volta condivise. Gli Italiani, con un 44% che spicca nella classifica globale, si dimostrano particolarmente informati sull’uso che fornitori di servizi, inserzionisti, rivenditori, assicuratori, enti pubblici, per citarne alcuni, fanno dei loro dati una volta ricevuti.

Si è registrato anche un calo, su scala globale, di coloro che si sono detti preoccupati di condividere le proprie informazioni: se un anno fa si trattava del 48% degli intervistati, nell’ultima indagine il dato è sceso al 45%. Segue la tendenza anche l’Italia, dove la preoccupazione relativa alla condivisione dei dati è passata dal 45% del 2019 al 35% dell’ultima rilevazione.

“I risultati dello studio di quest’anno”, dichiara Vilma Scarpino, Presidente di WIN e CEO di BVA Doxa, “evidenziano la complessa relazione tra la tecnologia e la nostra vita quotidiana. Mentre alcuni intervistati esprimono preoccupazione per l’impatto schiacciante dei social media, altri vedono la tecnologia come uno strumento utile per organizzarsi. L’indagine rivela anche il cambio di atteggiamento nei confronti della privacy dei dati, con un maggior numero di persone più consapevoli delle finalità nella loro condivisione e utilizzo”.