Secondo lo studio condotto da Alight l’Italia si conferma ancora una volta nelle prime quattro posizioni per complessità di gestione dei processi di payroll.

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Alight Solutions, fornitore di soluzioni cloud integrate per la gestione aziendale e del capitale umano, ha pubblicato la top 40 del Global Payroll Complexity Index 2021, l’indagine biennale che classifica in base al livello di complessità̀ dei processi di payroll i Paesi di tutto il mondo. Uno strumento utile, che mette a disposizione delle organizzazioni un quadro generale dei problemi e dei rischi affrontati durante la gestione dei processi di payroll nelle diverse regioni.

Durante il biennio 2020-21, la crisi pandemica ha rappresentato una sfida molto importante per i manager delle risorse umane, non solo per quanto riguarda lo spostamento massivo del personale verso l’home office ma anche a causa dei numerosi cambiamenti legislativi con un impatto diretto sulla gestione dei processi di payroll.

I dati forniti dall’indagine offrono informazioni utili a migliorare l’efficienza dei sistemi più complessi e consentono di snellire sia il processo decisionale aziendale che quello di pianificazione.

La presenza costante di alcuni Paesi nelle prime posizioni della classifica ha infatti aiutato a tracciare e individuare le condizioni comuni e le tendenze dominanti tra i sistemi con un alto grado di complessità. Alcune repentine variazioni verificatosi nella classifica hanno invece permesso di riconoscere il motore della complessità degli ultimi due anni, ovvero la pandemia da Covid-19.

Secondo i dati emersi dalla ricerca, fattori quali il trasferimento del lavoro nell’ambiente domestico e l’introduzione del lavoro a orario ridotto hanno aggravato il livello di complessità del payroll per le aziende.

Il primo dato emerso rispetto al rapporto del 2019 è che impatto e frequenza dei cambiamenti normativi nel 2021 sono aumentati in maniera significativa: in particolare, le principali sfide hanno riguardato il lavoro da remoto, il pagamento della cassa integrazione e la gestione dei congedi e delle assenze protette. Il passaggio alla rendicontazione digitale da parte di alcuni governi e la maturazione dei processi di payroll in Paesi precedentemente con poco o nessun controllo normativo o di processo, hanno invece ridotto la complessità della gestione in alcune regioni.

Nel “Global Payroll Complexity Index 2021” alcuni dei Paesi classificati più in alto nel 2019 sono stati identificati come “economie in crescita“. Questi Paesi, tra cui le Filippine, Hong Kong, Turchia, Argentina e Corea del Sud, hanno mostrano importanti cali di complessità – tipicamente dovuti all’assestamento di nuovi processi di payroll e le relative legislazioni. Mentre Francia, Italia, Belgio e Germania sono rimasti saldi nelle prime quattro posizioni, e il Giappone è stato spodestato dal quinto posto dalla Spagna, gli Stati Uniti, l’Austria, la Romania e la Svizzera sono stati i Paesi a risalire più velocemente la classifica.

A determinare l’aumento di complessità dei processi di payroll di questi Paesi sono stati fattori quali la crescente complessità normativa, il cambiamento della struttura della forza lavoro e la tendenza a una maggiore visibilità del payroll.

Il motivo per cui anche quest’anno la maggior parte dei Paesi (45%) della top 40 è europea risiede nel fatto che i membri dell’UE devono aderire a linee guida particolarmente rigide sulla forza lavoro. Recentemente, inoltre, i Paesi dell’Europa orientale sono stati sottoposti a una regolamentazione ancora più severa, quindi molti di questi – tra cui Polonia e Romania – sono aumentati in termini di complessità dei processi di payroll per il secondo report consecutivo. Solo i Paesi nordici sono rimasti per lo più statici, con la sola eccezione della Danimarca che ha registrato un leggero calo.

Tra i Paesi extraeuropei risaliti più bruscamente in classifica, gli Stati Uniti rappresentano un perfetto esempio di come la presenza di diverse leggi e regolamenti federali incida negativamente sul sistema nazionale. Mentre nel biennio 2017-19 il Paese aveva ottenuto la 26° posizione, grazie alla pratica diffusa tra le aziende di affidare i processi di payroll a fornitori esterni e di optare per servizi e piattaforme di gestione HR integrate in cloud, negli ultimi due anni, con l’avvento della pandemia e l’assenza di un supporto integrato, ottemperare all’obbligo di conformità alle diverse legislazioni federali, si è rivelato sempre più difficile, aggravando il livello generale di complessità del payroll nazionale.