L’Osservatorio GenerationShip di Changes Unipol evidenzia che i cellulari sono una concausa di una serie di comportamenti problematici soprattutto tra i giovani

minori e smartphone

Disarma la lucidità con cui i nostri giovani ammettono la loro dipendenza dallo smartphone: 40% di essi preferisce addirittura interazioni online a quelle faccia-a-faccia, mentre il 57% usa lo smartphone fino a tarda notte, con conseguente perdita di sonno. E’ questo il frutto di una nuova ricerca Changes Unipol, in collaborazione con Kkienn Connecting People and Companies, sul tema cruciale del benessere mentale dei giovani (di età compresa tra i 16 e i 35 anni), da cui emergono dati particolarmente significativi sull’utilizzo dello smartphone.

I comportamenti problematici legati all’uso dello smartphone

Il 91% dei giovani (tra i 16 e i 35 anni) possiede uno smartphone e il 64% lo utilizza in modo frequente o continuo, trascorrendo da 4 a oltre 6 ore al giorno connessi. L’utilizzo assiduo si traduce per il 90% dei giovani (16-35 anni) in comportamenti problematici:

  • Perdita del sonno: il 57% usa lo smartphone fino a tarda notte;
  • Ansia da interazione: il 50% teme di non essere raggiungibile o perde tempo controllando notifiche;
  • Riduzione della socialità: il 40% preferisce interazioni online a quelle faccia-a-faccia;
  • Diminuzione delle prestazioni: il 30% riscontra problemi a scuola, a lavoro o nelle relazioni.

Dipendenza consapevole

L’81% dei giovani (di età compresa tra i 16 e i 35 anni) si considera dipendente dallo smartphone, ma anche il genere condiziona la relazione con lo strumento. Le donne, in generale, risultano più dipendenti degli uomini (69% contro 64%) e prediligono social media e app di messaggistica, gli uomini, invece, sono più attratti da notizie, app di intrattenimento, giochi, scommesse online, pornografia e Intelligenza Artificiale.

Conseguenze sul benessere mentale

La dipendenza dallo smartphone è una concausa che potrebbe incidere sul benessere mentale, in particolare tra i giovani (16-35 anni):

  • Riduzione della concentrazione: colpisce il 60% dei giovani (contro il 37% degli adulti).
  • Ansia e depressione: 51% (contro 32%).
  • Isolamento sociale: 50% (contro 35%).

I giovani adulti (28-35 anni) sono i più vulnerabili, anche a causa delle pressioni lavorative, sociali ed economiche.

La difficoltà ad autolimitarsi

Il 53% dei giovani (tra i 16 e i 35 anni) riconosce la necessità di difendersi dallo smartphone, ma solo una minoranza riesce a ridurne l’utilizzo. Il 57% degli italiani è contrario a restrizioni sull’uso dello smartphone, tranne che alla guida (73%) o in classe (64%).

Lo smartphone come amplificatore di problemi

Lo studio Changes Unipol rileva, inoltre, che lo smartphone amplifica disagi derivanti da fattori economici e sociali, come insicurezza lavorativa, aspettative di performance, difficoltà di bilanciamento tra vita e lavoro e declino delle relazioni sociali. Se da un lato offre visibilità e opportunità, dall’altro può accentuare insicurezza e bassa autostima.

La ricerca è stata condotta su un campione di 1.518 persone: circa 900 giovani tra i 16 e i 35 anni e circa 600 adulti tra i 36 e i 74 anni.