Come agiscono i CEO e i dirigenti delle PMI italiane per arginare gli impatti del cambiamento climatico sul loro business? A questo cerca di rispondere Caterra nella sua ultima indagine.

cambiamento climatico

In uno studio effettuato a Dicembre 2022 Capterra, piattaforma per la ricerca e comparazione di software B2B, ha voluto analizzare la consapevolezza delle PMI italiane riguardo il cambiamento climatico e le azioni messe a punto da queste ultime per limitarne i danni.

A questo scopo sono stati intervistati i CEO e/o dirigenti di 266 PMI italiane.

Ecco gli elementi chiave emersi dalla survey:

  • Il 79% delle aziende intervistate è preoccupata per l’impatto del cambiamento climatico sulla propria attività.
  • Il 64% delle aziende intervistate sta già adottando pratiche a favore dell’ecosistema.
  • Il 28% delle aziende intervistate non ha le risorse finanziarie per intraprendere azioni legate alla salvaguardia dell’ambiente.
  • Il 55% delle aziende che sta già adottando pratiche a favore dell’ecosistema lo fa perché crede fermamente che sia un dovere prendersi cura dell’ambiente.
  • Il 77% delle aziende attive contro il cambiamento climatico ha introdotto obiettivi sostenibili specifici nella propria strategia aziendale.
  • Il 66% delle aziende crede che le azioni che stanno già svolgendo a favore dell’ambiente porteranno a dei risultati, ma che si può fare molto di più.

Anche in Italia il cambiamento climatico è un tema che preoccupa sempre di più e questo è uno dei primi dati che emerge dall’indagine condotta tra le piccole e medie imprese italiane. Il 56% delle aziende infatti ha dichiarato di essere in qualche modo preoccupata, mentre il 23% dichiara di essere estremamente preoccupata per l’impatto che il cambiamento climatico ha sulla propria attività.

Il 64% delle aziende intervistate è già coinvolta attivamente in pratiche per contenere i danni del cambiamento climatico, mentre il 30% al momento non vede questa lotta come una priorità per il proprio business. Il 28% invece afferma di non avere le risorse finanziarie necessarie per intraprendere dei piani adeguati.

Tra le aziende già socialmente attive, è emerso che le pratiche più diffuse sono:

  • L’utilizzo di risorse che richiedono una minore quantità di energia (Lampade a LED, controllo degli impianti di riscaldamento o raffreddamento).
  • Riduzione della produzione di materiale in eccesso e controllo degli sprechi.
  • Separazione e riciclaggio dei materiali sia durante la produzione che in ufficio.
  • Aumento di meeting online per diminuire gli spostamenti con autovetture.
  • Riduzione dei viaggi di lavoro.

Più della metà delle aziende già attive dichiara di esserlo perché crede genuinamente che sia un dovere prendersi cura dell’ambiente. Il 33% vuole invece aumentare la propria brand reputation e il 31% vuole soddisfare le aspettative dei fornitori, dei collaboratori e dei clienti. L’11% risponde invece che lo fa per la pressione dei media.

Il 77% delle PMI che sta attuando piani a favore dell’ambiente ha introdotto obiettivi sostenibili all’interno della propria strategia aziendale.

Per valutare questi obiettivi le misure più utilizzate sono il controllo della quantità di energia consumata (65%), controllo degli sprechi (62%), valutazione della quantità di materiale riciclato (51%), riduzione di CO2 creata (50%).

Infine, il 57% delle aziende socialmente attive utilizza dei software o delle tecnologie che aiutano a rispettare questi obiettivi ambientali.

La maggior parte delle aziende è già cosciente e attiva per contrastare il cambiamento climatico. Il 66% delle aziende intervistate dichiara infatti che le azioni che stanno svolgendo stanno portando in qualche modo a dei risultati, ma che si potrebbe fare di più. Per il 31% invece le azioni che stanno svolgendo sono estremamente soddisfacenti.