Michele Vescovi di Praim spiega quali sono le caratteristiche dei dispositivi Thin Client e quali le peculiarità che li differenziano da altre tecnologie.

Thin Client

Spesso ci si imbatte nel termine Thin Client, se ne percepisce qualche elemento distintivo, ma non quali siano le caratteristiche determinanti e in che cosa effettivamente si differenzi da altri dispositivi (come dai PC, o dai cosiddetti “mini-PC”, talvolta anche chiamati NUC secondo la terminologia di Intel).

Cerchiamo quindi di capire subito “Cos’è un Thin Client?” e quali caratteristiche consentono di definire un dispositivo come tale.

Innanzitutto, un Thin Client è un computer a tutti gli effetti, creato, però, con l’obiettivo di essere il più semplice e “leggero” possibile. Un primo elemento distintivo di questi dispositivi, quindi, è che sono (da un punto di vista hardware), più “semplici” di un tradizionale PC e in particolare sono caratterizzati dal numero e dimensioni essenziali dei componenti hardware e dall’utilizzo esclusivo di componenti allo stato solido, ovvero privi di parti meccaniche in movimento (come ventole, hard-disk magnetici, alimentatori interni, ecc.).

I Thin Client, pertanto, utilizzano meno RAM, minor spazio disco (a stato solido) e montano processori a basso consumo energetico, raffreddati tramite dissipatori.

Queste caratteristiche di semplicità e progettazione consentono loro di distinguersi per un consumo bassissimo di potenza (mediamente entro i 10W) e una ridotta produzione di calore, essendo anche progettati per dissiparlo al meglio. Tutto questo fa sì che il dispositivo sia “Thin” (ovvero sottile, leggero), il che spesso è visibile anche a occhio nudo in termini di compattezza.

E ora veniamo al “Client”. Perché un Thin Client si può permettere di essere così “leggero”? Perché, ed eccoci al suo secondo elemento distintivo, è un dispositivo pensato per operare in modalità Client/Server fungendo appunto da client.

Il Thin Client è pensato per eseguire un numero limitato di applicazioni locali e in particolare per eseguire risorse che si trovano su un server centrale remoto e che non devono per forza risiedere sul disco locale del dispositivo. Il dispositivo funziona collegandosi a un server (ambiente) remoto che ospita le applicazioni e i dati dell’organizzazione e che offre grandi capacità (di esecuzione e memorizzazione); il server si occupa anche dei principali carichi computazionali e permette così di alleggerire i numerosi client.

Anche da un punto di vista software, quindi, il Thin Client è più essenziale dei normali PC e, disponendo di minore potenza e performance assolute, utilizza soluzioni (sistemi operativi, ad esempio basati su Linux come ThinOX o versioni specifiche di Windows come quella IoT) più leggere, focalizzate sulle sole applicazioni rilevanti e sulle componenti necessarie a realizzare lo schema client/server (ovvero applicativi client per specifici protocolli).

Al giorno d’oggi, in particolare, il Thin Client è pensato per operare in ambienti basati sulla Virtualizzazione del Desktop (VDI), dove le applicazioni e l’elaborazione grafica del desktop sono eseguite sul server mentre il dispositivo si fa carico della sola visualizzazione a schermo e della gestione dell’interazione con l’utente; oppure  sul browser, dove il Thin Client deve permettere di collegarsi all’ambiente in cloud o alle specifiche applicazioni necessarie all’utente; ma queste vengono eseguite sul server mentre al browser (e al Thin Client) tocca la sola gestione e visualizzazione dell’interfaccia utente.

Questi dispositivi devono comunque disporre di tutte le caratteristiche di una normale postazione di lavoro e, oltre alle componenti di rete (networking) necessarie per collegarsi al server, offrono all’utente la medesima (e spesso indistinguibile) esperienza d’uso. Essi collegano uno o anche più monitor e le altre periferiche necessarie, avendo comunque in molti casi anche capacità computazionali sufficienti a eseguire applicazioni locali esigenti (come il browser) senza richiedere l’intervento del server.

Chiudiamo infine con un terzo (spesso trascurato, ma in fondo essenziale) elemento distintivo dei Thin Client: il loro obiettivo e caso d’uso. Essi sono dispositivi pensati per ottimizzare l’operatività aziendale, sotto tutti gli aspetti, in particolare per grandi installazioni contraddistinte da centinaia o migliaia di dispositivi. In questo contesto uniformità ed efficienza diventano fondamentali. Le caratteristiche hardware comportano già una riduzione dei costi di proprietà e un risparmio energetico, ma anche (data l’assenza di parti meccaniche, la riduzione del calore, il dimensionamento essenziale) una maggiore longevità e una specifica conformità agli ambienti industriali. Inoltre, la specificità ed essenzialità del software e la peculiare modalità di utilizzo conferiscono maggiori livelli di sicurezza informatica.

Oltre a ciò, i produttori di Thin Client privilegiano solitamente piattaforme hardware (chipset) “long-term” che permettono di produrre, mantenere (offrendo supporto) e fornire agli utilizzatori finali dispositivi che anche nel lungo periodo siano perfettamente uniformi tra loro dal punto di vista tecnico, diversamente da quanto accade solitamente con i PC (di norma creati con componentistica consumer, fortemente variabile nel tempo). Da un punto di vista software, inoltre, a supporto del loro caso d’uso, i Thin Client sono ulteriormente arricchiti di strumenti che consentano una gestione centralizzata e automatizzata, che permetta di rendere scalabile ed efficiente la configurazione e la manutenzione dei dispositivi anche su migliaia di unità.

di Michele Vescovi, R&D Manager di Praim