
Le recenti crisi globali – iniziate cinque anni fa con la pandemia da Covid-19 e proseguite con la guerra in Ucraina, le tensioni nel Mar Rosso, il blocco del Canale di Suez e i recenti dazi introdotti dall’amministrazione Trump – hanno mostrato che le catene di approvvigionamento e supply chain, in questo momento, sono più che mai vulnerabili. E hanno una parola d’ordine in termine d’economia globale che è resilienza.
“I fatti che hanno colpito il mondo negli ultimi tempi – precisa Raffaele Ghedini, economista e presidente di Oikyweb, azienda specializzata nella gestione e movimentazione di prodotti grandi e di valore, da oltre 25 anni nel settore dell’home delivery – hanno reso ancora più evidente quanto sia indispensabile un cambio di approccio nella gestione della supply chain a livello internazionale, e quanto questo aspetto debba essere prioritario non soltanto per gli operatori della logistica, ma anche per tutte le altre imprese che ne utilizzano i servizi e soprattutto per i governi. Non si tratta, infatti, soltanto di efficienza e/o di contenimento dei costi, ma della capacità di resistere e adattarsi velocemente a shock improvvisi e spesso molto violenti. Dalla logistica dipende l’economia di ciascun paese e, vista la sua centralità e il ruolo strategico che ricopre, la capacità di resilienza del settore è una variabile chiave della competitività di ogni paese”.
Resilienza, sfida globale, con impatti concreti su tutti
Il tema della resilienza della supply chain, quindi, non riguarda solo le multinazionali, ma impatta sulla vita quotidiana delle persone perché influenza la disponibilità di beni, quindi dei prezzi, e quindi in definitiva la stessa stabilità dei mercati. È per questo che rafforzare le catene di approvvigionamento deve essere una priorità economica, ma anche geopolitica.
Negli ultimi anni, le interruzioni nella logistica globale hanno avuto ripercussioni dirette sui prezzi, sulla possibilità di reperire alcuni prodotti e sulla sicurezza dal punto di vista energetico: il Covid-19 ha bloccato i porti e chiuso le fabbriche, causando carenza di materiali strategici; la guerra in Ucraina ha stravolto completamente il mercato delle materie prime e, anche dopo più di tre anni, la situazione non è ancora risolta. A questo si stanno aggiungendo, ultimamente, anche eventi climatici sempre più frequenti e sempre di maggiore intensità che provocano l’interruzione dei trasporti e bloccano la produzione in settori interi. Intervenire tempestivamente è davvero necessario.
Come costruire una supply chain davvero resiliente?
“Io credo – aggiunge Raffaele Ghedini – che solo le aziende che basano le proprie strategie sulla informatizzazione (intesa come capacità, grazie alla tecnologia, di gestire le informazioni sui rischi quasi in tempo reale) e sulla pianificazione (intesa come capacità di prevenirli) potranno davvero competere in un mercato sempre più complesso e soggetto a volatilità estrema, perché garantire una logistica resiliente significa anticipare le emergenze. In Oikyweb crediamo che la capacità di adattamento, unita ad una gestione impeccabile del servizio, sia il vero vantaggio competitivo nel lungo periodo. Per questo non c’è un solo giorno, dei 365 di ogni anno, in cui qualcuno dei nostri bravissimi ragazzi dei Team ICTS non sia al lavoro per sviluppare qualcosa di sempre nuovo. Le aspettative dei Clienti in termini di velocità, qualità e tracciabilità restano sempre elevate, anche in presenza di difficoltà globali: le scuse classiche del “piccolo mondo antico” della logistica (lo sciopero che ha bloccato la filiale, l’improvviso intasamento di un’area, il traffico o gli incidenti che hanno reso impercorribili certi percorsi, ecc.) non reggono più, perché sempre più il Cliente le legge come incapacità di lettura e riduzione e compensazione dei problemi. Investire in soluzioni tecnologiche, flessibilità operativa e personale altamente qualificato è oggi, sempre più chiaramente, l’unica strada, essenziale per mantenere continuità nel servizio anche in situazioni estreme”.