In Italia stiamo assistendo a un vero e proprio fenomeno di Great Resignation, ovvero di dimissioni volontarie soprattutto da parte dei giovani.

dimissioni volontarie

La Great Resignation, il fenomeno di dimissioni volontarie di massa scoppiato recentemente negli Stati Uniti, ha ufficialmente raggiunto anche l’Italia dove, secondo le cifre condivise dal Ministero del Lavoro, si è registrata un’importante crescita del numero di dimissioni tra i dipendenti nel corso del secondo trimestre del 2021.

Rispetto al medesimo periodo del 2020, il fenomeno delle dimissioni volontarie, diffuso soprattutto tra la fascia d’età compresa tra i 26 e i 35 anni e gli impiegati del Nord Italia, è aumentato dell’85%. A partire dalle premesse gettate dalla YOLO economy (“You Only Live Once”), la filosofia che mette al centro il benessere personale, Gen Z e e Millenials stanno guidando questa nuova ricerca di rinnovamento.

Complice del fenomeno delle dimissioni volontarie lo scoppio e il protrarsi dello stato emergenziale pandemico, le generazioni più giovani hanno ridefinito le proprie priorità e le aspettative nell’era dello smartworking.

Uno studio condotto da Alight Solutions, “L’era dell’HR Agile”, ha evidenziato che, per la Gen Z e i Millenials, uno fra i quattro principali fattori che determinano la scelta dell’impresa sia l’adozione di una cultura aziendale allineata ai propri valori personali. Per quanto riguarda l’alternanza fra ore trascorse in ufficio e lavoro da casa, invece, Alight aveva già anticipato nel 2020 quale sarebbe stato il trend: già allora oltre due terzi degli intervistati (64,8%) si erano espressi a favore di una soluzione di lavoro ibrida che non escludesse nessuna delle alternative. Questa tendenza, nel tempo, è cresciuta al punto da divenire una prerogativa imprescindibile del mercato del lavoro: i sostenitori della YOLO economy aspirano ad avere il massimo della flessibilità per poter conciliare lavoro e vita privata.

Le aziende che sceglieranno di impiegare il personale sempre e solo in ufficio oppure che optaranno per una modalità di lavoro 100% a distanza potrebbero scontentare una parte significativa della propria forza lavoro.

Secondo lo studio di Alight Solutions sulle dimissioni volontarie, il datore di lavoro ha anche la responsabilità di sviluppare le competenze dei propri dipendenti. Oggi, infatti, le risorse ricercano prevalentemente aziende disposte a investire sulla loro crescita professionale. Questo sentimento è risultato essere molto diffuso soprattutto fra gli appartenenti alla Generazione Z e i Millennials; il 49% fra queste due fasce, infatti, ha dichiarato che sarebbe disposto a licenziarsi qualora il datore di lavoro non offrisse loro prospettive di carriera.

Un ulteriore deterrente nel processo di scelta dell’azienda tra i nuovi talenti è la mancanza di visibilità dei dati retributivi. Gran parte degli intervistati desidera una maggiore visibilità sui salari, in particolare, quasi metà degli appartenenti alla Generazione Z (48,6%) ha affermato di volere una maggiore trasparenza quando si tratta di politiche di Total Reward.

Lo studio ha anche rilevato che il 25,3% dei Millennials è convinto che non riuscirà a svolgere il proprio attuale lavoro a lungo, per motivi fisici o psicologici, e si troverà quindi obbligato ad apprendere nuove competenze o addirittura, a presentare le dimissioni volontarie e cambiare mestiere.

A causa dell’insoddisfazione di una o più di queste richieste, oggi le aziende vedono aumentare il loro tasso di dimissioni volontarie interne e questa tendenza sembra destinata a crescere.

A partire da queste premesse, le aziende che intendono attirare e trattenere i nuovi talenti sono chiamate a rispondere oggi alle esigenze di mercato, attuali e future, che la YOLO economy sta imponendo. Per comprendere in modo più approfondito come far fronte a questo fenomeno, le imprese dovranno quindi individuare le ragioni alla base del proprio turnover e dovranno andare incontro proattivamente alle aspettative delle nuove generazioni.