Ai docenti Roberto Bruni e Roberta Gori del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa va il premio che finanzierà borse di studio per studenti interessati agli aspetti teorici e pratici della verifica di programmi.

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Professor Roberto Bruni e Professoressa Roberta Gori

Grandissima soddisfazione per l’Università di Pisa che ha visto il Dipartimento di Informatica ricevere un Meta Research Gift grazie al lavoro di ricerca condotto dai professori Roberto Bruni e Roberta Gori, per l’articolo “A Logic for Locally Complete Abstract Interpretations”, scritto assieme ai colleghi Roberto Giacobazzi (Università di Verona) e Francesco Ranzato (Università di Padova).

Borse di studio agli studenti dell’Università di Pisa di verifica di programmi

Un riconoscimento, quello consegnato da Meta agli autori, che sottolinea l’alto valore del contributo che questo studio dà al campo della verifica del software in termini di rilevanza, originalità, significato e chiarezza. Tanto da essere stato selezionato anche come “distinguished paper” in occasione dell’edizione 2021 del LICS Symposium, il forum internazionale dedicato ad argomenti teorici e pratici dell’informatica, la cui 36ª edizione si è svolta a Roma.

Grazie al finanziamento previsto dal Meta Research Gift, potranno adesso nascere delle nuove borse di studio dedicate agli studenti interessati agli aspetti teorici e pratici della verifica di programmi.

I commenti dei professori Roberto Bruni e Roberta Gori

Siamo molto soddisfatti di questo riconoscimento perché sottolinea l’importanza della ricerca di base”, hanno commentato il professor Roberto Bruni e la professoressa Roberta Gori. “L’articolo premiato nasce da una collaborazione tra le Università di Pisa, Verona e Padova nell’ambito di un progetto di interesse nazionale (PRIN, ASPRA – Analysis of Program Analyses) che affronta alcune tematiche attuali quali l’affidabilità e la correttezza del software”.

L’idea alla base del lavoro è quella di definire un metodo effettivo per dimostrare che un programma soddisfi certi requisiti oppure, nel caso in cui tali requisiti non siano soddisfatti, per individuare le sorgenti di errore”, proseguono i professori Roberto Bruni e Roberta Gori. “Questo tipo di metodologie sono alla base di strumenti (quali Astrée, Infer, Julia, PolySpace, Pulse-X, Slam e Zoncolan) che sono utilizzati quotidianamente da società che sviluppano applicazioni software di grandi dimensioni per assicurare la qualità delle nuove funzionalità offerte prima che queste vengano messe a disposizione degli utenti”.

“La formazione di esperti nella verifica di proprietà legate alla sicurezza e affidabilità dei programmi”, concludono i professori dell’Università di Pisa, “sta assumendo un’importanza sempre maggiore data la sempre maggiore diffusione del software in tutti gli ambiti della nostra vita, la crescente complessità dei sistemi coinvolti e le nuove sfide che essi pongono. Ringraziamo Peter O’Hearn e Meta che hanno deciso di finanziare la nostra ricerca senza porre nessun vincolo sulle direzioni future dei nostri studi e sulla diffusione dei nostri risultati”.