L’obiettivo del futuro sarà quello di creare macchine in grado di superare le capacità cognitive umane in quasi tutti i settori

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L’intelligenza artificiale si sta evolvendo, in maniera del tutto autonoma. Anche se siamo ancora molto lontani dagli scenari ipotizzati dallo grande scrittore Isaac Asimov e resi celebri nella pellicola cinematografica con Will Smith, Io Robot, secondo alcuni ricercatori americani, in un futuro più o meno prossimo i software e gli applicativi informatici in uso sulle varie macchine potranno adattarsi alle singole esigenze e circostanze esterne, migliorandosi di generazione in generazione senza la necessità dell’input umano. Insomma, anche le intelligenze artificiali saranno capaci di seguire a breve i concetti dell’evoluzione darwiniana e della sopravvivenza del più adatto.

Si è cominciato a parlare di intelligenza artificiale in maniera più concreta negli anni cinquanta, grazie al famoso matematico Alan Turing, uno dei padri dell’informatica moderna. Secondo lo scienziato inglese, la cui vita è stata raccontata egregiamente nel film Premio Oscar The Imitation Game, si sarebbe potuta ricreare una intelligenza artificiale solo riuscendo a programmare una macchina capace di imitare le funzioni del cervello umano. Su questa teoria, passata alla storia con il nome di Test di Turing, si basa tutta la moderna narrazione sull’intelligenza artificiale.

Negli ultimi decenni, poi, la storia di questa scienza ha fatto passi da gigante. Uno degli sviluppi più celebri dell’intelligenza artificiale nel corso dell’ultimo secolo è stata la creazione di un programma, chiamato Deep Blue, che alla fine degli anni novanta è riuscito a battere il campione di scacchi Gary Kasparov in una serie di match assai emozionanti, che hanno consacrato definitivamente gli studi e le ricerche sulle intelligenze artificiali. La parte ludica e quella relativa ai passatempi, dagli scacchi ai più famosi giochi di carte, ha rappresentato in passato il primo vero banco di prova per lo sviluppo dell’elaborazione dati, dei computer e del loro ragionamento autonomo.

Recentemente, lo scienziato vietnamita Quoc Le, tra i più apprezzati giovani ingegneri informatici di Google, ha messo a punto un programma chiamato AutoML-Zero che potrebbe sviluppare programmi di intelligenza artificiale senza l’input umano in maniera efficace, utilizzando solo concetti matematici di base. L’obiettivo: promuovere nuove metodiche di apprendimento automatico per le macchine.

Questo programma sarebbe in grado di scoprire e creare autonomamente algoritmi di calcolo utilizzando quello che Quoc Le ha definito “una libera approssimazione dell’evoluzione”. In sostanza, la macchina inizia a creare una prima platea di cento algoritmi combinando in modo casuale diverse operazioni matematiche. Quindi passa a verificarli su task basilari (come, ad esempio, un problema di riconoscimento di immagini in cui si deve decidere se una foto ritrae un cane o un’auto).

Durante ogni ciclo di verifiche, il programma confronta i risultati di questi algoritmi con una selezione di algoritmi già definiti e progettati a priori. Le copie migliori vengono successivamente “trasformate” modificando o sostituendo casualmente pezzi di codice per creare piccole variazioni dei migliori algoritmi. Alla fine, questi algoritmi vengono aggiunti alla platea di sequenze di codice create a priori, mentre gli algoritmi diventati obsoleti vengono automaticamente cancellati. E il ciclo si ripeterà con la creazione, verifica e mutazione di altre migliaia di combinazioni di algoritmi fino a creare la sequenza perfetta.

Oggi sappiamo che le intelligenze artificiali appartengono a quella branca dell’informatica che si occupa di macchine intelligenti, in grado di eseguire pratiche cognitive che in genere prescindono dalla presenza di ragionamenti dell’intelligenza umana. L’apprendimento automatico, a sua volta, è uno dei settori di studio più popolari di questo campo e, sicuramente, la frontiera con la quale si stanno confrontando migliaia di scienziati, matematici e ingegneri informatici oggi.

Il 2010 è stato senza dubbio un decennio estremamente significativo per lo sviluppo della narrazione sulle intelligenze artificiali. Queste hanno iniziato a integrarsi nella nostra vita quotidiana, soprattutto nei dispositivi che portiamo in giro ogni giorno (smartphone, tablet e smartwatch). Quale sarà il futuro per l’intelligenza artificiale? Le autovetture a guida autonoma rappresentano soltanto una tappa di questa corsa: l’obiettivo a lungo termine sarà quello di creare macchine in grado di superare le capacità cognitive umane in quasi tutti i settori della vita.