Il web tracking consiste nella raccolta, archiviazione e analisi dei dati relativi alle attività online degli utenti. Questi dati comprendono informazioni demografiche, visite ai siti web, tempo trascorso su determinate pagine e interazioni come clic, scroll e movimenti del mouse. Tali informazioni vengono poi utilizzate per creare heatmap e ottenere altri insight. Le aziende sfruttano questi dati per personalizzare le esperienze degli utenti, migliorare l’engagement, ottimizzare le campagne pubblicitarie e misurare le performance dei propri servizi digitali.
I prodotti Kaspersky sono dotati di una funzione “Do Not Track” (DNT), progettata per bloccare gli elementi di tracciamento che monitorano l’attività degli utenti online. Grazie a questa funzionalità, Kaspersky è in grado di monitorare e valutare lo stato attuale della raccolta di dati da parte dei tracker web. L’analisi, condotta su 25 dei principali servizi di tracciamento, ha incluso quattro soluzioni di Alphabet Inc. – Google Display & Video 360, Google Analytics, Google AdSense e YouTube Analytics – oltre a piattaforme di New Relic e Microsoft, come Bing e altri strumenti di tracciamento.
Nel periodo compreso tra luglio 2023 e giugno 2024, l’analisi ha rilevato 38.725.551.855 casi di raccolta dati, con una media di oltre 1.060.974 rilevamenti al giorno.
Il report fornisce un’analisi a livello geografico della diffusione di vari servizi di tracciamento.
I risultati principali
- Google Display & Video 360 detiene la quota più alta tra i 25 principali sistemi di tracciamento in Asia. Nell’Asia meridionale rappresenta il 25,47% delle attivazioni del componente DNT, mentre nell’Asia orientale si attesta al 24,45%. La quota più bassa è stata registrata nella Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), con l’8,38%, dove prevalgono sistemi di tracciamento locali.
- Google Analytics, che monitora il comportamento degli utenti e le parole chiave per ottimizzare il traffico e le prestazioni dei siti web, registra la sua quota più alta in America Latina (14,89%), seguita dal Medio Oriente (14,12%).
- I tracker di Google AdSense dominano in Medio Oriente (6,91%) e Asia meridionale (6,85%), mentre le quote più basse si riscontrano in Oceania (3,76%) e nella CSI (2,30%).
- La presenza dei sistemi di tracciamento di Google è aumentata in quasi tutte le regioni. Nonostante alcune diminuzioni in aree specifiche, altri sistemi sono cresciuti, confermando la pervasività del tracciamento di Google, che supera di gran lunga qualsiasi altra azienda.
- YouTube Analytics ha la quota più alta in Asia meridionale (12,71%) e Medio Oriente (12,30%), mentre le quote più basse si registrano in Europa (5,65%) e Nord America (4,56%).
- I tracker di Microsoft raggiungono la loro quota maggiore in America Latina (3,38%) e la più bassa nella CSI (0,68%).
- I tracker di Bing mostrano un’attività significativa in Africa (8,46%), mentre la presenza è minima nella CSI (0,77%).
- In paesi come Corea del Sud, Giappone e Russia, dove i servizi Internet locali sono molto sviluppati, i sistemi di tracciamento regionali non solo si posizionano tra i primi 25, ma in alcuni casi superano anche i concorrenti globali.
“Sebbene i 25 principali servizi di tracciamento dimostrino che la raccolta dei dati non sia limitata a poche aziende, un numero maggiore di organizzazioni che memorizzano ed elaborano le nostre informazioni comporta un rischio più elevato di violazioni. Tuttavia, poiché la maggior parte di questi servizi è gestita da colossi tecnologici, tali aziende sono fortemente incentivate a proteggere i dati degli utenti e a tutelare la propria reputazione. In definitiva, però, è fondamentale che gli utenti si assumano la responsabilità della sicurezza dei propri dati, prestando attenzione alle piattaforme con cui interagiscono e adottando misure per proteggere la propria privacy”, ha commentato Flavio Negrini, Web Data and Privacy Analysis Group Manager di Kaspersky.