La quota di imprese innovatrici sale da 31,5 a 35,5% secondo una ricerca Istat. I Paesi nordici investono di più in R&D

Secondo i dati Istat nel nostro Paese la spesa per ricerca e sviluppo incide per l’1,26% sul Pil, in aumento sull’anno precedente. Tale valore non è lontano dall’obiettivo Europa 2020 fissato per l’Italia (1,53%), ma è ancora distante dall’obiettivo comune dei paesi Ue (3%) superato solo dai Paesi scandinavi. Ad oggi, sulla base della ricerca “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” recentemente pubblicata,  il 93,1% delle imprese italiane con almeno 10 addetti si connette a Internet tramite la banda larga (anno 2013), un valore superiore alla media Ue28 (90%) ma ancora distante da quello dei paesi europei in testa alla graduatoria come Finlandia, Francia e Danimarca, che registrano livelli pari o superiori al 97%.

Gli addetti alla ricerca e sviluppo (in unità equivalenti a tempo pieno) sono 4 ogni mille abitanti (anno 2012), numero al di sotto della media europea (5,3) e dei valori delle economie più importanti. Sul territorio nazionale si confermano forti disparità territoriali. Negli anni 2010-2012 la quota di imprese innovatrici sale da 31,5 a 35,5% rispetto al triennio precedente. L’industria si conferma il settore più innovativo, con il 45,4% di imprese innovatrici contro il 29,5% dei servizi e il 20,3% delle costruzioni. In ambito europeo, l’Italia si posiziona al di sopra del valore medio dell’Unione; una propensione all’innovazione inferiore a quella italiana si registra invece in Francia, Regno Unito e Spagna.

Innovazione e istruzione

Per quanto riguarda l’istruzione, nel 2012 il numero di laureati in discipline tecnico-scientifiche è pari in Italia a 13,2 ogni mille residenti tra i 20 e i 29 anni. La quota risulta in costante aumento dal 2000; ciò ha permesso al nostro Paese di raggiungere l’obiettivo fissato dalla Strategia di Lisbona (aumento del 10% in dieci anni). Belgio, Malta, Paesi Bassi, Ungheria, Cipro e Lussemburgo presentano valori più contenuti.

Italia e Internet

Il 57,3% della popolazione italiana di 6 anni e più utilizza Internet nel 2014 e il 36,9% si connette quotidianamente. Sono le nuove generazioni a fruire di più della Rete: quasi la totalità dei 15-24enni si connette a Internet e più della metà lo fa tutti i giorni. La posizione nazionale è decisamente inferiore alla media Ue28 (72% nel 2013). Poco più di sei famiglie su dieci si connettono a Internet tramite la banda larga; a livello territoriale il Mezzogiorno, e in particolare la Basilicata (51,8%), si trovano in posizione svantaggiata. Nel confronto europeo, la quota di famiglie italiane è inferiore alla media dei 28 paesi (76%), su valori non dissimili a quelli spagnoli (69%). I tassi più elevati si riscontrano nei paesi del Nord Europa (88% in Finlandia), quello più basso in Bulgaria (54%).