Il Content Writer di ESET Amer Owaida presenta alcuni consigli per rimediare al cyber-disordine e riorganizzare la propria traccia digitale riducendo al minimo le digital footprint.

digital footprint

Avremo già sentito parlare di “digital footprint” ma sappiamo davvero cosa sono? I nostri contenuti sui social media, le transazioni di pagamento online, la cronologia della posizione, le e-mail, i messaggi inviati attraverso le piattaforme di messaggistica istantanea e l’uso del passaporto: questi sono solo alcuni dei dati che compongono la nostra digital footprint.

A seconda di come si gestisce la privacy su internet e di come si usano i social media, le digital footprint potrebbero essere raccolti per creare un nostro profilo completo per poi essere utilizzati da malintenzionati per scopi illeciti o, ancora, potrebbero essere venduti nel dark web. Inoltre, se amiamo condividere molti contenuti potremmo cadere vittime di stalker online, cyberbulli o truffatori. È necessario ricordare che su internet “tutti possiamo essere un bersaglio”.
La buona notizia è che basta seguire semplici accorgimenti per poter ripulire il nostro disordine digitale. È sufficiente fare scelte intelligenti e trovare un equilibrio tra privacy e comodità.

Controllare gli account sui social media e le impostazioni della privacy.

La prima cosa da fare per un buon controllo delle digital footprint è una verifica attenta delle impostazioni della privacy degli account sui social media; questo include il controllo di chi può vedere gli account e le informazioni in esso contenute. Questo può rivelarsi un po’ scoraggiante, dal momento che è necessario setacciare le varie impostazioni strutturate in modo diverso per ogni piattaforma… tuttavia, ne vale la pena.

Il passo successivo è il controllo di tutti i nostri post, sia passati che presenti; nessuno ha davvero bisogno di sapere del brunch che abbiamo fatto con gli amici nel 2009 durante un viaggio a Firenze. Si tratta certamente di un compito noioso, soprattutto se siamo abituati a postare spesso contenuti, ma una volta fatto questo esercizio sicuramente faremo più attenzione a ciò che pubblichiamo e probabilmente riusciremo ad evitare che vecchi post, che come vere e proprie digital footprint, tornino a perseguitarci in futuro.

Una volta controllati i post e limitato l’accesso al nostro profilo tramite le impostazioni di sicurezza e privacy, è il momento di ripulire la lista dei contatti. Iniziamo eliminando gli sconosciuti che non ricordiamo nemmeno di aver aggiunto, poi passiamo ai conoscenti e alle persone con cui non interagiamo, e così via. Questo passaggio è utile perché i nostri post possono rivelare molto di noi. Recentemente, alcune celebrità sono state derubate grazie alla scia di informazioni sulle abitudini personali lasciate sugli account Instagram.

Controllare e pulire tutti gli altri account.

La maggior parte delle persone ha decine e forse centinaia di account online. Pensiamo ai vari siti di shopping che potremmo aver usato una o due volte, o a vari fitness tracker, app di cucina, giochi, per citarne solo alcuni. Ognuno di essi probabilmente memorizza vari tipi di informazioni che includono nomi, date di nascita, misure corporee e numeri di telefono. Per semplificare, spesso ci iscriviamo usando opzioni single sign-on (SSO) come gli account dei social media o i nostri indirizzi e-mail. Probabilmente non abbiamo tenuto una lista di tutti i servizi, negozi o app a cui ci siamo iscritti nel corso degli anni, ed è qui che l’opzione SSO può tornare utile. Sia che abbiamo usato Google, Facebook, o Accedi con Apple, possiamo controllare quali app di terze parti hanno accesso ai nostri account. È possibile utilizzare questo elenco per eliminare gli account che non si utilizzano, o che non vale la pena mantenere e procedere con la pulizia delle digital footprint. Se invece non abbiamo usato nessuna delle opzioni SSO, ma abbiamo effettuato iscrizioni con il nostro indirizzo email, possiamo risalire a tutti i servizi che usiamo cercando nella casella di posta elettronica termini come “unsubscribe”, “sign in” o “benvenuto”.

Mettere ordine nelle iscrizioni alle newsletter.

Un altro modo per ridurre la propria esposizione digitale con le digital footprint è quello di cancellarsi dalle varie newsletter che riceviamo. Molte iscrizioni vanno di pari passo con la creazione di account per servizi online, che usano le e-mail per bombardare con offerte di sconto su articoli o abbonamenti in-app. Questi sono dati aggiuntivi che le aziende hanno su di noi e che potrebbero cadere nelle mani sbagliate. Siamo onesti: la maggior parte delle persone non legge le scritte in piccolo quando si iscrive, ma clicca automaticamente per accelerare i passaggi. Ci si ritrova così con centinaia di email promozionali che non verranno mai lette. Quindi, una volta cancellata l’iscrizione, potrebbe essere utile creare un indirizzo email dedicato agli acquisti sporadici. Questo porta due benefici: il primo è che la nostra email principale viene riservata alle comunicazioni importanti, e l’altro è che possiamo avere una panoramica di tutti gli account per gli acquisti una tantum in un unico contenitore, con i nostri dati conservati al sicuro altrove. In alternativa, se dobbiamo fare acquisti non ricorrenti possiamo usufruire di un servizio di email usa e getta, controllandone prima le recensioni su internet.

Altri suggerimenti.

Per ridurre al minimo le nostre digital footprint, un altro step importante che potremmo mettere in atto è quello di utilizzare una rete privata virtuale (VPN). Le VPN funzionano come tunnel criptati per il nostro traffico internet, mantenendo le nostre abitudini di navigazione al riparo da occhi indiscreti ed evitando il tracciamento. Vengono inoltre utilizzate dalle aziende per permettere ai dipendenti che lavorano da remoto l’accesso a reti protette.

Nei Paesi dell’Unione Europea si può anche fare ricorso alle normative per la tutela della privacy. Per esempio, è possibile chiedere a Google di rimuovere certe informazioni compilando la richiesta di rimozione dei dati personali. Oppure ricorrere a Google’s Privacy Checkup e altri strumenti per vedere quali dati vengono tracciati e rimuovere anche quelli. E già che ci siamo, perché non provare anche il Privacy Checkup di Facebook? Se vogliamo sapere quali informazioni Facebook o altri social network, per esempio Twitter, hanno memorizzato su di noi, possiamo scaricare una copia di tutte le informazioni che questi memorizzano.

Per riassumere, la missione di ridurre al minimo la nostra digital footprint può sembrare all’inizio ardua, ma vale lo sforzo per il guadagno in privacy che ne otterremo.

Di Amer Owaida, Content Writer, ESET Security Community