Durante XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera sulle proposte di legge in materia di lavoro agile prende la parola Laura Di Raimondo di Asstel.

Laura Di Raimondo

La progressiva crescita e diffusione del lavoro agile e l’esperienza maturata con la remotizzazione dell’attività lavorativa nel corso della fase di più stretta emergenza sanitaria rappresentano un punto di partenza nell’ottica di accompagnare una vera e propria trasformazione in chiave “agile” dei modelli organizzativi. Nelle imprese della Filiera delle Telecomunicazioni, si sta consolidando, in vista del superamento dello stato di emergenza, la tendenza all’adozione di modelli di lavoro agile che privilegino degli schemi “ibridi” nei quali si alternano presenza fisica e presenza virtuale. Per sostenere questo processo, sarà importante individuare un punto di equilibrio che accompagni questa nuova normalità nella quale lavoro in presenza e lavoro a distanza dovranno integrarsi sempre di più. In questa ottica risulta decisivo un cambiamento nell’approccio culturale al lavoro che deve interessare la generalità dei lavoratori, partendo dalle strutture apicali e di coordinamento perché il lavoro agile richiede un nuovo tipo di leadership, passando da un forte investimento sulla formazione di tutto il personale permanente e certificata per lo sviluppo di competenze che riguardano sia digital e soft skill, sia competenze specifiche”, ha dichiarato Laura Di Raimondo, Direttore di Asstel Assotelecomunicazioni, nel corso dell’audizione presso la XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera sulle proposte di legge in materia di lavoro agile.

Le imprese TLC, attraverso i molti accordi sottoscritti, hanno provato a declinare questo nuovo modello di lavoro agile “ibrido”, cercando di contemperare esigenze di produttività e competitività con quelle di un più soddisfacente equilibrio tra lavoro in presenza e virtuale con la vita privata”, ha aggiunto il Direttore Laura Di Raimondo.

L’esperienza maturata nella nostra Filiera può dimostrare che per favorire, il consolidamento del lavoro agile, bisogna evitare un irrigidimento normativo lasciando, all’interno del quadro normativo di principio definito dal legislatore, spazio alla contrattazione collettiva o alla singola organizzazione aziendale, di declinare quei principi all’interno dei diversi contesti in grado di adattarsi alle esigenze del lavoro e delle persone. Solo così si potranno valorizzare i gradi di libertà che il lavoro agile può offrire a imprese e lavoratori”, conclude Laura Di Raimondo.