Il 72% delle aziende intervistate da Nutanix gestisce più infrastrutture IT e per questo vogliono un’unica piattaforma di multicloud ibrido per gestirle.

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Che progressi si sono compiuti, a livello globale, sull’adozione del cloud? A questa domanda risponde Nutanix, realtà specializzata nell’hybrid multicloud computing, nella quinta edizione del suo report globale Enterprise Cloud Index (ECI). Con una focalizzazione specifica sull’Italia, lo studio evidenzia come i piani, le priorità, le sfide e le esperienze dei professionisti IT nel nostro paese si rapportano con la regione EMEA e il resto del mondo. Il report ECI di quest’anno mostra che le infrastrutture IT sono sempre più diversificate e che le aziende faticano a integrare la gestione e il controllo dei dati. Inoltre, la maggior parte dei team IT utilizza più di un’infrastruttura IT, una tendenza che si prevede si intensificherà in futuro, ma hanno problemi con la visibilità dei dati tra gli ambienti, con solo il 35% degli intervistati in Italia (40% a livello globale) che riferisce di avere visibilità completa su dove risiedono i propri dati.

Infrastrutture IT: cosa è cambiato dal 2018 a oggi?

Nei cinque anni passati, l’approccio degli intervistati si è drasticamente spostato verso l’utilizzo di più infrastrutture IT. Nel 2018, ben oltre la metà aveva dichiarato di prevedere in futuro di eseguire tutti i carichi di lavoro esclusivamente in un cloud privato o in un cloud pubblico. Invece di lavorare per consolidare una particolare infrastruttura o modello operativo IT, come sembrava auspicabile nel 2018, la maggior parte delle aziende ora vede l’inevitabilità, e persino i vantaggi, di eseguire i carichi di lavoro nel cloud pubblico, on premise e all’edge.

Oggi le aziende hanno come obiettivo il miglioramento dell’efficienza di questo modello operativo ibrido, specialmente quando si tratta di gestire ambienti IT dall’edge al fulcro dell’infrastruttura. Il crescente livello di diversità nelle implementazioni cloud crea un’enorme complessità nella gestione dei dati delle applicazioni negli ambienti cloud. Strumenti completi che permettano alle aziende di effettuare il provisioning, spostare, gestire, monitorare e proteggere applicazioni e dati da un’unica console in modo uniforme sono una priorità crescente per l’IT. Quasi tutti gli intervistati dichiarano che trarrebbero vantaggio dall’avere un’unica dashboard di controllo unificata per gestire applicazioni e dati in ambienti diversi.

Gli utenti chiedono un modello operativo in grado di gestire un gran volume di dati

I risultati del report ECI relativi all’Italia indicano un notevole aumento dell’utilizzo di infrastrutture IT miste, che comprendono datacenter privati, cloud pubblici ed edge. In tal senso, le aziende italiane superano la media globale e della regione EMEA e attribuiscono maggiore importanza ai costi e alle prestazioni come criteri per prendere decisioni relative all’infrastruttura, individuando nell’analisi e nell’orchestrazione la sfida più importante per la gestione di un ambiente cloud misto”, commenta Benjamin Jolivet, Country Manager Italia di Nutanix. “Ciò che si evince è che in futuro verranno create centinaia di milioni di applicazioni che a loro volta genereranno un volume di dati epocale ed entrambi andranno gestiti tra l’edge, i diversi cloud e il cuore dell’infrastruttura. Quello che i nostri clienti ci chiedono è un modello operativo per il cloud che li aiutino a creare, gestire, utilizzare e governare un multicloud ibrido, supportando tutti i tipi di applicazioni, oggi e in futuro“.

I dati principali dello studio ECI di Nutanix di quest’anno

  • La maggior parte delle aziende utilizza più tipi di infrastrutture IT e quasi tutte concordano sul fatto che l’ideale sarebbe disporre di un’unica piattaforma per gestirle tutte. Quasi tre quarti degli intervistati per il report ECI in Italia (72%) dichiarano di utilizzare più di un’infrastruttura IT, sia che si tratti di un mix di cloud privati e pubblici, di più cloud pubblici o di un datacenter on premise insieme a un datacenter in hosting. Questo dato si confronta con il 60% di tutte le aziende intervistate a livello globale. L’area di maggiore crescita in Italia è l’infrastruttura multicloud ibrida (infrastruttura cloud privata abbinata a più di un cloud pubblico); gli intervistati prevedono di triplicare l’uso di questo modello entro il 2026. Inoltre, nello stesso periodo, intendono più che raddoppiare l’uso del cloud ibrido (cloud privato più un singolo cloud pubblico), mentre diminuisce drasticamente l’uso misto di infrastrutture datacenter on premise e in hosting. Tuttavia, questo comporta delle sfide e il 96% (94% a livello globale) dichiara che trarrebbe vantaggio dall’avere un unico luogo per gestire applicazioni e dati in ambienti diversi.
  • Le considerazioni sulla sicurezza e sulla gestione dei dati guidano le scelte dell’infrastruttura IT. I dati influenzano le decisioni delle aziende inerenti l’infrastruttura con la sicurezza, la protezione, il ripristino e la sovranità dei dati in cima all’elenco dei fattori chiave. Tuttavia, la visibilità è una sfida crescente. Sebbene il 92% degli intervistati italiani (94% a livello globale) sia d’accordo sulla sua importanza, solo il 35% (il 40% a livello globale) dichiara di avere visibilità completa su dove risiedono i propri dati.
  • Il controllo dei costi del cloud è una delle principali sfide per la gestione dell’IT. L’84% (85% a livello globale) degli interpellati in Italia ritiene che i costi del cloud siano una sfida impegnativa per la gestione dell’IT e più di un terzo (34% in linea con il dato globale) la considera una sfida “significativa”. In particolare, la migrazione delle applicazioni tra i cloud è attualmente un punto dolente per le aziende, con il 67% degli intervistati italiani (86% a livello globale) che concorda sul fatto che spostare le applicazioni tra gli ambienti può essere un compito complesso e costoso. Inoltre, il 40% degli intervistati (46% a livello globale) prevede di riportare alcune applicazioni nei datacenter on premise per ridurre i costi del cloud nel prossimo anno.
  • Quasi tutti gli intervistati italiani (in linea con il dato globale) hanno iniziato a utilizzare l’orchestrazione open source Kubernetes, tuttavia, il 45% cita la progettazione e la configurazione dell’infrastruttura, dello storage e dei servizi di database sottostanti, come una delle principali sfide che continuano ad affrontare nelle loro implementazioni di Kubernetes.
  • La sostenibilità ora è una priorità IT. L’89% degli intervistati italiani (92% il dato globale) concorda sul fatto che la sostenibilità è più importante per la loro azienda rispetto a un anno fa. Questo cambiamento di priorità è dovuto per il 47% (63% il dato globale) alle iniziative ambientali, sociali e di governance (ESG) implementate dall’azienda, per il 48% (59% il dato globale) ai problemi legati alla supply chain e per il 47% (48% il dato globale) alle decisioni di acquisto dei clienti.