In un evento organizzato da InfoCert si è parlato dell’urgenza di abbracciare il nuovo modello digitale con i protagonisti di chi questo processo lo ha già fatto proprio

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Il futuro digitale è adesso. Le aziende hanno capito le potenzialità del processo di trasformazione digitale e stanno cominciando ad attrezzarsi di conseguenza, non vedendo più la digital transformation come qualcosa di disruptor per le loro aziende, ma anzi come una nuova opportunità per cambiare le logiche di business e far crescere i dividendi.

Questo tema è stato al centro dell’incontro organizzato da InfoCert, società del Gruppo Tecnoinvestimenti  e Certification Authority leader a livello europeo, presso il Samsung District di Milano, cuore pulsante del nuovo polo tecnologico lombardo, dove al racconto dell’esperienza maturata dall’azienda si sono sommati i racconti dei protagonisti di chi quell’innovazione ha già cominciato a farla propria.

Perché il futuro non è più qualcosa di lontano e nebuloso, ma è qui ed adesso e solo chi con sguardo pioneristico riuscirà ad entrare nelle logiche innovative imposte da questa sorta di nuova rivoluzione riuscirà ad ottenere dei veri benefici.

Quello che le aziende hanno cominciato a capire, come emerge dal talk show informale che ha animato la serata, è che le normative imposte dal legislatore (si pensi al GDPR, che entrerà in vigore il 25 maggio o alla normativa eIDAS) non rappresentano dei vincoli, ma dei veri e propri volani che spingono verso un modello di azienda che va totalmente ripensato, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche nei processi interni, un modello che però rilancia la competitività e che concretamente premia coloro che hanno avuto il coraggio di abbracciarlo.   

“L’Italia per una volta si trova in una posizione privilegiata – spiega Danilo Cattaneo, AD di InfoCert -. Il futuro è adesso perché abbiamo già a disposizione tutti gli strumenti per portare la trasformazione digitale nelle nostre vite. Abbiamo la tecnologia giusta e abbiamo le normative che governano la materia. Manca solo qualche investimento ed il coraggio di passare davvero all’azione”.

E coraggio è stata una delle parole chiave sul palco alla luce anche di un’attenta valutazione dei costi. Costi che però non devono riferirsi solo ai costi di una trasformazione. Ma anche ai costi di una mancata trasformazione, perché alla lunga rimanere ancorati sui vecchi modelli potrebbe portare ad avere più costi che abbracciare i nuovi, se non nel peggiore dai casi ad una uscita definitiva dal mercato.

A traghettare le aziende italiane gli esempi di chi ce l’ha già fatta o lo sta facendo, come le aziende ospiti (Enel, Samsung, ING Bank Italia, WIDIBA per citarne alcune) che hanno tutte sottolineato il senso di urgenza della trasformazione, così come la necessità di ripensare i processi di business alla luce di una maggiore agilità e flessibilità nell’ottica di fornire al consumatore la migliore esperienza possibile.

Così, ad esempio, ora numerose banche, come WIDIBA, offrono la possibilità di aprire un conto online in un’ora o come ING Bank permettono un processo di valutazione ed erogazione del prestito quasi in real time.

Agilità anche nei processi interni ottimizzando le procedure di business e sposando un’ottica paperless di gestione dei processi.

Il futuro quindi è già qui. Spetta alle aziende italiane attrezzarsi di conseguenza sfruttando quegli strumenti, tecnologici e normativi, che sono già a disposizione. I mattoncini ci sono. Non resta che comporre il puzzle.