L’adozione di strumenti di analytics è ancora troppo basso nel vecchio continente. Il 15% non conosce addirittura i Big Data

Big Data molto presto diventeranno vitali per molte aziende, anche se al momento più della metà delle imprese dell’Unione Europea non ha adottato soluzioni per elaborare le informazioni non strutturate, e addirittura il 15% non conosce proprio i Big Data.

Di queste lacune, ma anche delle potenzialità dell’uso dei big data si è discusso al Digital Customer Experience Forum. Un incontro fra imprenditori, istituzioni ed esperti per capire a che punto siamo – in Italia e in Europa – con la gestione delle informazioni. Il vero obiettivo, infatti, non è la raccolta dei dati, ma l’analisi, l’algoritmo che riesce a renderli interessanti e predittivi.

E in fatto di analisi la strada è ancora tanta. Lo ha evidenziato Paolo Coacci di Kpmg nella sua relazione: nessuna impresa in Italia soddisfa le famigerate 4 V del mondo Big Data, ossia velocità, valore, volume e varietà. E da una ricerca condotta a livello internazionale è emerso che solo il 26% delle aziende intervistate considera i Big Data di importanza cruciale, evidenziando come anche grandi imprese non ne comprendano appieno l’enorme potenziale.

Mentre le opportunità che possono fornire alle imprese sono ampie, e possono essere riassunte in 4 punti: innovazione di prodotto/servizio, ottimizzazione di processi e identificazione di nuovi modelli di business, miglioramento della capacità dell’impresa di prendere decisioni velocemente, gestione proattiva dei rischi.

Una situazione particolare è anche quella fotografata da Massimo Pellegrino di PwC: secondo il 60% del campione di intervistati, meno del 25% della spesa totale in ICT rientra nel budget del CIO, segno che gli investimenti in ICT sono effettuati sempre di più da organizzazioni al di fuori dell’ICT.

Ciò che manca in particolare in Italia sono le expertise, le risorse umane. Si tratta di una riflessione fatta da molti degli attori presenti: da Intesa SanPaolo a Enel, Telecom Italia, la Rinascente , Groupama Assicurazioni, Comune di Milano, aizoOn, ContactLab e Indra Italia. Negli ultimi anni sono nate 350 startup che si occupano di data analysis, 25 in Italia. Ma il contatto con le grandi realtà imprenditoriali è ancora agli albori. Organizzazioni che come eBay hanno 20 giovani statistici a lavorare full time all’elaborazione dei dati per offrire servizi sempre più profilati.

La strada è pertanto ancora lunga.