Coinvolti 22.000 enti pubblici e già trasmesse 7,7 milioni di fatture elettroniche. Cresce il numero di provider che offrono servizi dedicati. L’obiettivo è diffondere la pratica tra tutte le imprese

[section_title title=Fatturazione elettronica verso la PA: innovazione pervasiva ed epocale. I primi bilanci – Pagina 2]

Lo sviluppo dell’offerta

L’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA ha portato fermento anche nel mercato dell’offerta di servizi e soluzioni di Digitalizzazione. Oltre 200 provider hanno deciso di offrire sul mercato soluzioni e servizi di Fatturazione Elettronica verso la PA.

In maggioranza, nel 32,5% dei casi, si tratta di fornitori di soluzioni di Gestione Elettronica Documentale e Business Process Outsourcing (BPO), seguiti dai fornitori di Software Gestionali che hanno sviluppato nuovi strumenti per “adattare” i prodotti esistenti a gestire anche la Fatturazione Elettronica verso la PA (21%). Il 10% poi è costituito da fornitori di servizi a supporto delle relazioni B2b e un altro 10% sono Startup focalizzate sulla Fatturazione Elettronica verso la PA. Ma sono presenti anche operatori bancari (7%) che integrano l’offerta con i sistemi di pagamento e a volte propongono soluzioni di finanziamento innovative, operatori Postali e i System Integrator (5%). Non mancano poi le Certification Authority, le Telco e i fornitori di servizi di intermediazione amministrativo-fiscale, che complessivamente arrivano al 7% dei provider.

Le diverse aree di provenienza di chi offre soluzioni e servizi di Fatturazione Elettronica verso la PA possono condizionare gli stessi modelli di offerta, che sono molto diversificati. Mentre alcuni provider offrono soluzioni verticali dedicate, altri hanno modelli ampi che integrano sistemi esistenti a supporto dei processi interni o capaci di interconnettere community di imprese, non solo digitalizzando la fattura ma potenzialmente tutti i documenti del Ciclo dell’Ordine.

Oggi le soluzioni di Fatturazione Elettronica verso la PA risultano ancora estremamente diversificate soprattutto nei prezzi – rileva Alessandro Perego -, che possono oscillare da frazioni di euro fino ad alcune decine di euro per la singola Fattura gestita in tutto il suo ciclo di vita. Alcuni player stanno innegabilmente sfruttando questa fase di fermento, caratterizzata da una significativa asimmetria informativa, a discapito della domanda. Molte organizzazioni si fermano ad analizzare le prime tre o quattro offerte che intercettano, senza investire nello scouting, salvo poi riscontrare prezzi elevati. Peraltro, non sempre un prezzo elevato è indice di un’offerta ampia, ricca di funzionalità e articolata”.

A supportare alcune delle categorie più deboli del sistema economico sono state attivate anche iniziative pubbliche, che propongono soluzioni gratuite. Player come Consip, il Sistema delle Camere di Commercio, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, hanno attivato, per le realtà più “deboli” del nostro sistema economico, servizi gratuiti di Fatturazione Elettronica verso la PA.

Le imprese devono saper scegliere l’offerta che meglio si adatta alle loro esigenze, non fermandosi alla prima ma approfondendo le alternative – commenta Irene Facchinetti, Co-Direttore della Ricerca dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione -: per farlo è però indispensabile che abbiano chiaro cosa vogliono e che rafforzino la loro cultura digitale, altrimenti l’opportunità rischia di essere colta solo in minima parte. L’impresa deve capire quale sia il miglior modo di fatturare alle PA in modalità elettronica, quale il modello più efficace per conservare i documenti digitalmente e quale roadmap di ulteriori sviluppi digitali adottare. Per esempio, scambiare anche i DDT, inviare oltre alla Fattura la Conferma d’Ordine, conservare tutti i documenti attivi in digitale, affrontare il ciclo passivo chiedendo ai fornitori di ricevere fatture analoghe a quelle richieste dalla PA”.

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