Altroconsumo segnala all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato le intese anticoncorrenziali di Tim, Vodafone e Fastweb che soffocano la possibilità di scelta e risparmio per gli utenti.

TLC: mancano investimenti e i rendimenti languono

Procedono compatte, le compagnie di telecomunicazioni, imponendo ai consumatori aumenti allineati dell’8,6% in un anno. Senza via di scampo per chi tra gli utenti volesse giocare su concorrenza e offerte realmente più vantaggiose. Ѐ tutto un rassicurare da Tim, Vodafone, Fastweb: “La tua spesa annuale complessiva non cambia”. Peccato che fosse già cambiata – col giochino della fatturazione a 28 giorni e la mensilità in più – in peggio per le tasche degli utenti: oltre un miliardo all’anno di spesa in più, secondo l’AGCOM.

Le proteste dei consumatori e la legge di Bilancio hanno imposto alle tlc di tornare a fatturazione mensile. Insieme, allineate, hanno fatto marcia indietro, senza mollare il malloppo, però. L’8,6% di fatturato in più ottenuto col giochino delle tredici mensilità è rimasto invariato. La spesa annuale complessiva non cambia. A svantaggio dei consumatori. Doppia attività lesiva, per gli utenti: dapprima pratica commerciale scorretta con l’imposizione dell’aumento camuffato da “è Febbraio tutto l’anno” e ora intesa anticoncorrenziale su rincari applicati.

Ce n’è abbastanza per Altroconsumo, che oggi denuncia Tim, Vodafone e Fastweb all’Autorità Antitrust: il cartello c’era sin dall’inizio, la pratica commerciale scorretta era strumentale a portarlo a compimento. L’organizzazione di consumatori chiede tre interventi alle Autorità di garanzia: considerata la doppia lesione, gli utenti devono essere risarciti immediatamente per quanto pagato in più, gli aumenti devono essere bloccati e le aziende sanzionate in maniera esemplare.