Perché le Aziende sottovalutano così pesantemente la Comunicazione, privilegiando azioni più marketing e dirette? Cerchiamo di capire con questi articoli settimanali quanto sia importante Comunicare al giorno d’oggi, soprattutto sui canali digitali, e vediamo come farlo per essere vincenti.

Comunicazione interna: l'arma più efficace dell'HR Director

a cura di Luca Monticelli

Mi occupo di Comunicazione da più di vent’anni, e ancora oggi non comprendo perché la maggior parte delle aziende italiane non pongono la dovuta attenzione su questa delicata e importante tematica. Anzi, se devono tagliare una spesa aziendale, la prima è proprio quella relativa alla Comunicazione, e non quella dedicata alle cialde per il caffè…

Comunicare il proprio brand, il proprio prodotto, creare una propria identità digitale (oggi quanto mai indispensabile), rafforzare la propria reputazione sul mercato e riconoscibilità del proprio marchio sono il sinonimo di un’azienda sana e vincente. Certo, poi ci dev’essere alle spalle un comparto marketing di tutto rispetto, di vendita e di qualità del prodotto (lo davo per scontato, anche se non troppo).

Mi piacerebbe sapere se stai comunicando al meglio la tua attività, il tuo prodotto, i tuoi servizi, o te stesso, in maniera vincente, attuale. Che mezzi usi? Come fai a far conoscere i tuoi prodotti o servizi, o semplicemente a far sapere che ci sei? Dove comunichi maggiormente? Ti rivolgi ai Media o su Internet tramite il tuo sito aziendale, o meglio ancora sui Social? Come comunichi sui Social e che ritorni stai avendo? Hai una pagina, un profilo o un blog? Se usi un’Agenzia di PR per la Comunicazione, è questa davvero efficace e ti sta supportando nel business, dandoti dei benefici concreti e misurabili?

Ma soprattutto, sei sicuro che quello che stai comunicando sia effettivamente ciò che il mercato sta percependo di te e dei tuoi prodotti?

Quante domande, e soprattutto quanti dubbi. Eppure ci sono delle strategie che possono essere gestite, misurate e attuate. Come? Lo spiegheremo in una serie di articoli settimanali, dove cercherò di aiutarti a ragionare, a suggerirti come comunicare in maniera efficace nell’Era Digitale.

Non vorrei passare per quello che si inventa “guru” e con i segreti del Sacro Graal della Comunicazione nel cassetto. Mi ritengo un semplice un imprenditore che ha imparato sulla propria pelle alcune regole vincenti per una corretta Comunicazione aziendale, e che vuole semplicemente condividerle con chi non ha risultati ottimali in termini di visibilità, credibilità e di presenza forte sul mercato, con conseguente calo del fatturato.

Analizziamo per un momento il terreno nel quale ci stiamo muovendo oggigiorno.

Il mondo del lavoro è cambiato. Non esiste più il lavoro generazionale. I robot ci stanno sostituendo per una produttività sempre più elevata a scapito di posti di lavoro (l’ha ricordato recentemente anche il Santo Padre con un suo monito durante un suo viaggio in Sud America). Quindi, come possiamo far fronte al cambiamento? Con due parole fondamentali: riconoscibilità e fiducia.

Come sappiamo esistono da sempre differenti modi di proporre un nostro prodotto, un servizio, o per far riconoscere il nostro marchio. Quello più facile e conosciuto è quello della “pubblicità”. Tutt’ora si fa pubblicità (azione tipicamente di marketing, però): sui canali media (carta stampata, TV, radio, siti web…), e che generalmente interagiscono (o dovrebbero interagire) con i potenziali clienti. Alla fine, tutti noi imprenditori dobbiamo monetizzare i nostri sforzi, perché con la gloria non si pagano tasse, bollette, fornitori e stipendi. Oggi però i tassi di conversione non sono più gli stessi di qualche anno fa, e sono drasticamente cambiati. Non è più scontato quindi che chi guarda la nostra pubblicità diventerà sicuramente un cliente.

Perché? Perché il nostro possibile cliente ha cambiato abitudini.

Noi stessi abbiamo cambiato le nostre abitudini, se ci pensiamo bene. Leggiamo di meno, ascoltiamo di più e guardiamo di più. Questo grazie alle tecnologie che usiamo tutti i giorni, a partire dallo smartphone, e alla diffusione della banda larga.

Pensate, fino a sei anni fa, noleggiavamo i DVD dei film da Blockbusters, prima che fallisse definitivamente. Dieci anni fa noleggiavamo ancora le videocassette, che oggi ci sembrano strumenti preistorici. Oggi i film li vediamo in streaming sul cellulare, o sullo Smart TV collegandoci a Netflix, o su Sky On Demand.

Non stiamo parlando di secoli, ma di qualche anno fa.

Compriamo prodotti su Amazon, acquistiamo pacchetti viaggio su Internet, e ci fidiamo di ciò che altri dicono riguardo a quel prodotto o struttura turistica.

Noi, inconsciamente, siamo diventati degli “HUB”. Oggi siamo in grado di influenzare le masse.

Ci relazioniamo, grazie a piattaforme Social. Nel web, le persone si fidano di altre persone, e diventano di fatto il principale e unico mezzo comunicativo.

Pensate a professioni nuove che fino a 5 anni fa non esistevano, come i “blogger”, o gli YouTubers. Pensate a una professionista come Chiara Ferragni, che con un semplice blog ha fatturato 10 milioni di euro, e nel 2017 ben 30 milioni di euro.

Paradossalmente, i nostri figli stanno studiando per professioni che ancora devono essere inventate. Figuriamoci noi allora che tra 5 anni dovremo rivedere nuovamente il nostro business model se vogliamo rimanere sulla cresta dell’onda. Personalmente è già capitato due volte di trasformare e reinventare il mio business model, perché quello che stavo facendo non funzionava più e i miei clienti non ne traevano beneficio.

La prima volta me ne sono accorto 4 anni fa circa. Un mio Cliente rescisse il contratto che avevamo con questa giustificazione: “Luca, sei l’Agenzia che a livello europeo produce i migliori risultati, sei quello che ha il coverage migliore in assoluto con una produzione di articoli sui media sbalorditiva e siamo contentissimi di voi. Devo dirti però che questi risultati non sono i medesimi sulle vendite del prodotto”. È in quel preciso momento che mi sono seduto, e ho iniziato ad analizzare il perché, e da quel momento ho iniziato il mio cambiamento verso le Digital PR.

Oggi come oggi è importantissimo pensare bene a come si comunica, perché quello che pensiamo di comunicare non è detto che sia ciò che gli altri percepiranno di noi, del nostro marchio, del nostro prodotto. Nelle PR odierne, che chiameremo Digital PR, oltre alla vendita e nella persuasione, dovremo scontrarci con un nuovo elemento altrettanto importante: la percezione.

Se vi dicessi di pensare alla Ferrari, chiedendovi di trovare tre aggettivi, sono certo che penserete a “Prestazioni”, “Lusso”, “Vittorie” … Ma se vi chiedessi di pensare (con tutto il rispetto) a un marchio come FIAT? Ciò che ci viene in mente sarà qualcosa di completamente diverso.

Il brand, in generale, diventa una percezione nelle menti di chiunque, un pensiero, una forma, una sensazione o un’emozione.

Ma allora, come si può creare un brand? Con la Comunicazione. Ma visto che oggi le persone si fidano delle persone nell’era Digitale, come è possibile arrivare a loro in maniera pulita, forte, nitida e chiara senza correre il rischio di creare idee sbagliate? Semplice: con le Pubbliche Relazioni. Come vedete, tutto torna.

– Continua –

 

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