Secondo una ricerca di Public First, commissionata da AWS, l’intelligenza artificiale promette un notevole impulso all’economia locale

Presentiamo i dati essenziali di una ricerca redatta da Public First e commissionata da AWS, sull’integrazione dell’AI nelle imprese nel corso del 2023. Prima del suo genere – dopo il boom avuto dall’AI generativa e dai modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) nel 2023 – l’indagine ha interessato 1.000 imprese e 1.000 cittadini italiani.

  • Lo studio rivela un significativo aumento nell’integrazione dell’AI da parte delle imprese
  • e evidenzia la necessità di un miglioramento delle capacità digitali del Paese al fine di realizzare a pieno i vantaggi del futuro digitale.

Il programma politico della Commissione europea ha fissato come target ambizioso l’obiettivo di rendere l’Europa un leader digitale entro il 2030 prevedendo che il 75% delle imprese utilizzi cloud computing, big data e intelligenza artificiale. Questo studio ha rilevato che le imprese e i cittadini italiani riconoscono il valore di questa transizione digitale e ritengono che l’Intelligenza Artificiale, e altre tecnologie digitali, abbiano il potenziale di trasformare la vita e le imprese.

Dati chiave

  • Il 2023 è stato “l’anno dell’AI” in Italia e in Europa, con un aumento del 28% del numero di imprese che l’adottano in Italia e del 32% in Europa, rispetto al 2022.
  • Se l’Italia riuscirà a mantenere questo livello di integrazione digitale fino al 2030, potrebbe accrescere l’economia italiana di 329 miliardi di euro, 78 miliardi di euro in più rispetto alle previsioni dello scorso anno.
  • I benefici dell’AI si fanno già sentire: per le imprese italiane che hanno integrato le nuove tecnologie, l’88% ha aumentato l’efficienza, il 75% ha semplificato l’innovazione e il 75% ha migliorato l’esperienza per i clienti.
  • C’è una forte fiducia nel potenziale di trasformazione dell’Intelligenza: il 79% delle imprese italiane ritiene che l’AI trasformerà il proprio settore nei prossimi cinque anni.
  • Le competenze disponibili però non tengono il passo con le ambizioni: il 54% delle imprese italiane dichiara che le competenze digitali più carenti nella propria organizzazione sono quelle di base e solo il 20% delle imprese italiane riesce facilmente ad assumere profili con le competenze digitali necessarie.

Il potenziale in crescita delle tecnologie digitali

Le imprese italiane stanno accogliendo con entusiasmo le tecnologie digitali a un ritmo ancora più rapido rispetto agli altri Paesi europei. È interessante notare che il 93% delle aziende esprime una forte dipendenza quotidiana dalla tecnologia digitale, indicando che non potrebbe operare efficacemente senza di essa. Questo dato supera nettamente la media del 79% delle imprese europee. Le imprese sopperiscono a questa dipendenza con una forte spesa per il digitale: hanno infatti aumentato gli investimenti nella tecnologia digitale del 49% dal settembre 2022 e prevedono di aumentarli ulteriormente del 51% nei prossimi 12 mesi. Le imprese italiane riconoscono quindi il forte potenziale del digitale, l’83% considera infatti le tecnologie digitali di cruciale importanza al fine di raggiungere gli obiettivi di crescita a cinque anni.

2023: “l’anno dell’AI” per accelerare la crescita economica

Si registra un forte aumento del tasso di integrazione delle tecnologie AI nel 2023,

  • con il 23% delle imprese che ha adottato questa tecnologia nel settembre 2023, rispetto al 18% del 2022,
  • ovvero un tasso di crescita del 28%.
  • Inoltre, il 51% di chi adotta l’AI utilizza LLM o AI generativa.

Se l’integrazione digitale continuerà in modo continuativo, le imprese italiane saranno sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione europea, ovvero il 75% di imprese che utilizza l’AI entro il 2030. Se questo ritmo di crescita rimarrà costante, l’economia italiana potrebbe guadagnare 329 miliardi di euro, 78 miliardi in più rispetto alla previsione dello scorso anno di 251 miliardi di euro.

Sebbene le imprese italiane accolgano con entusiasmo l’idea di utilizzare strumenti di AI e l’integrazione sia in crescita, essa è leggermente in ritardo rispetto ai colleghi europei. L’adozione dell’AI in Europa ha raggiunto il 33% nel settembre 2023, con un tasso di crescita del 32% rispetto al 2022.

Una buona maggioranza (67%) di aziende italiane ritiene che l’AI trasformerà in modo sostanziale il proprio settore nei prossimi cinque anni, al di sopra della media europea (63%) e coloro che hanno adottato strumenti di AI assistono già ai primi vantaggi per le loro attività.

Tra i vantaggi figurano

  • Una maggiore efficienza (88%),
  • pratiche aziendali semplificate (75%)
  • e stimolo all’innovazione aziendale (75%).
  • Inoltre, l’AI sta aiutando le imprese italiane a crescere; infatti, il 63% dichiara che l’uso di questa tecnologia ha aumentato i ricavi.

Si Stima che l’adozione dell’AI in Italia continui ad aumentare, man mano che la potenza di questa tecnologia si rende disponibile a un numero sempre maggiore di imprese.

Nel dicembre 2023, l’UE ha raggiunto un accordo provvisorio sulla Normativa sull’AI, che costituisce un ampio quadro giuridico per la regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale.

AWS sostiene l’impegno dei governi nel mettere in atto una legislazione efficace e che tenga conto dei rischi per l’AI, in modo tale da proteggere i cittadini e i loro diritti, incoraggiando al contempo la fiducia e consentendo una continua innovazione e applicazione pratica.

AWS incoraggia i rappresentanti politici a continuare a perseguire un approccio favorevole all’innovazione, coordinato a livello internazionale, confermando l’impegno a collaborare con le istituzioni europee, locali, e l’industria, per sostenere lo sviluppo sicuro, protetto e responsabile della tecnologia AI.

Cloud computing: una tecnologia fondamentale

Nel percorso dell’Europa per diventare leader digitale il cloud computing rappresenta il punto di partenza e costituisce la base per l’adozione di tecnologie digitali e di AI. In particolare, il cloud è alla base dei Foundation Model che costituiscono le fondamenta della GenAI. Le imprese italiane sono ampiamente consapevoli del concetto di cloud computing, ma non hanno una comprensione approfondita della tecnologia. L’83% delle aziende conosce il cloud computing, un dato paragonabile alla media europea (85%). Tuttavia, è necessaria una maggiore consapevolezza dei vantaggi della tecnologia cloud, poiché, in Italia, la familiarità con il cloud si presenta più debole rispetto al resto d’Europa, dove solo il 29% delle imprese ritiene di averne una forte consapevolezza, rispetto al 39% in tutta Europa.

Ciononostante, le imprese che utilizzano il cloud computing in Italia hanno assistito a diversi vantaggi. Il vantaggio principale, riportato dal 42% degli intervistati, è che il cloud computing ha migliorato le modalità di lavoro con i fornitori, soprattutto attraverso la condivisione di dati.

Superamento delle barriere e formazione delle competenze

Il pieno accesso ai vantaggi delle tecnologie digitali da parte delle imprese italiane è ostacolato da diverse barriere. In particolare, gli standard stringenti per lo scambio di dati tra i fornitori di AI rappresentano un impedimento significativo all’adozione dell’AI stessa (63%). Si tratta di una problematica quasi esclusivamente italiana, che interessa solo a una piccola minoranza (23%) di imprese in tutta Europa. Altri ostacoli a cui le aziende italiane devono far fronte sono la scelta limitata tra i fornitori di AI, la difficoltà di passare da un fornitore all’altro, e la preoccupazione per i costi dei sistemi di AI, tutte problematiche evidenziate dal 38% delle imprese italiane.

Come dimostrato in tutta Europa, il divario di competenze digitali impedisce alle imprese italiane di accedere pienamente ai benefici di un futuro digitale. Trovare personale con buone competenze digitali rimane una sfida in Italia, e solo una piccola minoranza (19%) lo ritiene un compito semplice. Allo stesso modo, meno di un terzo (31%) delle imprese ritiene che sia semplice formare i propri dipendenti. Mancano competenze digitali aggiornate all’interno della forza lavoro. Oltre la metà (54%) delle imprese dichiara che le competenze digitali di base, come il backup dei dati, la ricerca di argomenti online e l’utilizzo di documenti e fogli di calcolo, sono le competenze più carenti nella propria organizzazione. È interessante notare che gli italiani stessi sono raramente preoccupati per la propria mancanza di competenze digitali, e solo il 14% suggerisce che questo potrebbe limitare le opportunità di lavoro, attestandosi ben al di sotto della media europea del 30%.

Per far fronte a questo problema, le imprese italiane si stanno impegnando al fine di migliorare le competenze digitali dei propri dipendenti. Sebbene il 90% delle imprese italiane offra formazione sulle competenze digitali, solo il 32% attua regolarmente programmi completi di formazione digitale per tutto il personale. Questo dato supera la media europea del 26%; solo il 10% delle imprese italiane non investe attualmente in formazione sulle competenze digitali.

Ulteriori investimenti in formazione digitale continuativa e completa per i dipendenti, che siano essi tecnici o meno, saranno fondamentali, soprattutto perché le imprese riconoscono sempre più l’importanza delle competenze digitali. Il 54% delle imprese italiane afferma che tra cinque anni le competenze digitali di un candidato saranno più importanti del titolo di studio universitario.

AI: l’entusiasmo persiste, ma non senza preoccupazioni

I cittadini italiani sono consapevoli che l’AI avrà probabilmente un notevole impatto sulla loro vita e sulla società nei prossimi anni, ma non mostrano opinioni fortemente positive nei confronti della tecnologia. Il 56% dei cittadini italiani ritiene che l’AI avrà un impatto sulla propria vita nei prossimi tre anni (cinque punti percentuali in più rispetto alla media europea). Tuttavia, il 35% non è d’accordo. Gli italiani si aspettano inoltre che l’AI trasformi diversi settori della società, tra cui i trasporti (66%), la sanità (61%) e l’istruzione (61%). Segue a ruota il 52%, che ritiene che l’AI sarà importante per affrontare le grandi sfide della società, quali il cambiamento climatico. Tuttavia, in Italia c’è anche apprensione per lo sviluppo dell’AI, con il 75% dei cittadini che dichiara un certo livello di preoccupazione. Gran parte di questo timore è dovuto al fatto che l’AI potrebbe causare la perdita di posti di lavoro, una problematica che preoccupa il 48% dei cittadini. Tuttavia, la ricerca “Future of Jobs Report 2023”, condotta dal Forum economico mondiale, suggerisce che questi timori siano sovrastimati.

Il Forum economico mondiale stima che l’impatto delle tecnologie digitali sui posti di lavoro sarà positivo nei prossimi cinque anni e che l’AI contribuirà del 25,6% sulla crescita della forza lavoro 1 a patto che tutti i lavoratori siano dotati delle giuste competenze digitali per far parte dell’economia digitale.

Conclusione

Questo studio dimostra che l’Italia presenta un chiaro potenziale per raggiungere gli obiettivi della Commissione europea in materia di adozione dell’AI entro il 2030, a patto che le imprese italiane mantengano tassi di integrazione elevati. Le imprese italiane adottano con entusiasmo le tecnologie digitali e superano la media europea in merito all’utilizzo quotidiano e agli investimenti. Sebbene l’adozione dell’Intelligenza in Italia sia meno forte che nel resto d’Europa, le imprese italiane che l’hanno implementata hanno assistito a vantaggi significativi, tra cui una maggiore efficienza e l’innovazione aziendale.

Ciononostante, persistono degli ostacoli all’adozione del digitale, in particolare la mancanza di competenze digitali, che incide sia sulle assunzioni che sulla formazione del personale. Tuttavia, le imprese italiane si mostrano più attive delle controparti europee nell’implementazione di programmi completi di formazione sulle competenze digitali. Il superamento di queste barriere consentirà alle imprese italiane di sfruttare l’ampio potenziale di trasformazione assicurato dall’AI.