Disporre di un piano di recupero dal ransomware è fondamentale perché può ridurre al minimo l’impatto di un attacco

Come riprendersi da un attacco ransomware

Negli ultimi anni, gli attacchi ransomware si sono intensificati ed evoluti fino a diventare un modello di business, causando gravi danni in tutti i settori e provocando perdite significative di dati e beni per le organizzazioni. Il SonicWall Cyber Threat Report del 2022 ha rivelato dati sconcertanti, con un totale di 6,233 miliardi di attacchi ransomware segnalati a livello globale nel 2022, che equivalgono a una media di 19 attacchi al secondo. Questo trend sottolinea l’urgente necessità per le aziende di rafforzare le proprie difese: disporre di un piano di recupero dal ransomware è fondamentale perché può ridurre al minimo l’impatto di un attacco e favorire la ripartenza delle attività nel più breve tempo possibile.

Tuttavia, l’esperienza insegna che nessuna organizzazione può prevenire completamente tutti gli attacchi informatici. Per questo motivo, le aziende devono dare priorità al “ripristino”. Ecco perché il “backup” è riconosciuto unanimemente come una delle difese più efficaci contro gli attacchi ransomware: poter contare su backup recenti, sicuri e verificati aumenta le probabilità di successo del ripristino, riducendo i tempi di inattività e il rischio di perdita dei dati.

Gli elementi principali di un piano di ripristino dal ransomware

Gli attacchi ransomware rappresentano uno degli scenari di recupero più impegnativi per qualunque organizzazione. Ecco gli elementi chiave di un efficace piano di recupero da ransomware:

  • Niente più silos di dati: Grazie ai recenti progressi tecnologici, gli strumenti utilizzati dalle aziende per lo sviluppo e la produzione si estendono su più piattaforme. Trascurare alcuni carichi di lavoro equivale a esporre l’organizzazione al rischio di attacchi ransomware. Pertanto, in termini di backup, è fondamentale evitare i silos e includere tutti i dati in un meccanismo di copia completo.
  • Backup efficienti e veloci: Con la rapida crescita dei dati aziendali, questi non solo devono essere conservati per analisi successive, ma possono essere trasferiti nel cloud o applicati ai dispositivi IoT. Di conseguenza, la quantità di dati di cui effettuare il backup nell’ambiente organizzativo è destinata ad aumentare. Per questo motivo, le aziende hanno bisogno di un sistema in grado di farlo in modo efficiente e veloce, anche quando i dati sono stati sottoposti a backup completo, in modo da ridurre significativamente l’intervallo di tempo del Recovery Point Objective (RPO).
  • Conservazione dei dati di backup: I moderni ransomware hanno un periodo di latenza che va dai 30 ai 90 giorni. Pertanto, i dati di backup devono essere conservati in modo efficace e sicuro per far fronte a qualsiasi imprevisto, garantendo copie ripristinabili per mantenere la continuità delle operazioni aziendali.
  • Test sulla ripristinabilità dei backup: Poiché le aziende non possono prevedere quando saranno vittime di attacchi ransomware, è necessario condurre test ed esercitazioni continue sulla effettiva ripristinabilità dei dati di backup. Questo non solo contribuisce ad aumentare la credibilità dei backup, ma garantisce anche che l’organizzazione possa operare correttamente e ripristinare rapidamente in caso di minacce ransomware.
  • Inaccessibilità dell’architettura di backup: I metodi di attacco ransomware più comuni prevedono la crittografia dei dati originali di un’organizzazione e la contemporanea cancellazione di quelli di backup. Pertanto, questi ultimi devono essere caratterizzati da sicurezza elevata, essere a prova di manomissione e avere la capacità di isolare il ransomware direttamente nella rete o negli ambienti fisici.
  • Ripristino veloce e resiliente: Quando le organizzazioni vengono colpite da attacchi ransomware, l’obiettivo principale è garantire la continuità delle operazioni, il che comporta due elementi critici, il tempo e la flessibilità. Per ridurre al minimo i tempi di inattività, è necessario ottenere un ripristino immediato e abbreviare il Recovery Time Objective (RTO). Inoltre, poiché il ransomware spesso prende di mira una singola piattaforma, i backup devono avere funzionalità di ripristino cross-platform e cross-hypervisor.
  • Gestione centralizzata e di semplice utilizzo: La complessità degli ambienti IT aziendali è in aumento. Sebbene la maggior parte delle aziende utilizzi meccanismi di protezione nativi per i backup, l’elevata complessità della gestione può portare a errori umani o sviste, che rappresentano un’ulteriore vulnerabilità. Per questo motivo, i backup devono essere gestiti centralizzata e offrire una visibilità completa dei dati per garantirne il normale funzionamento.
Di Ivan Gento Pariente, International Marketing Manager Synology