L’IoT potrebbe avere profonde implicazioni nella nostra vita di tutti i giorni – compresa la sicurezza – ma deve esserci una maggiore collaborazione tra vendor, partner e clienti per renderla una realtà.

A cura di Dermot O’Connell, executive director and general manager, OEM Solutions, Dell EMEA

L’IoT sta maturando. La prima volta che è apparso sul panorama pubblico prometteva una gamma di elettrodomestici connessi, dai termostati gestiti da remoto ai frigoriferi che facevano la spesa al posto nostro. Per quanto interessanti, il reale valore dello IoT va molto al di là di queste frivolezze.

Non c’è alcun dubbio che un tostapane connesso è un’immagine simpatica, ma è difficile che possa salvarci la vita. D’altra parte, i sensori integrati possono migliorare in modo drastico l’affidabilità di sistemi e macchinari dai quali la nostra sicurezza dipende.

Come la manutenzione preventiva impatta sicurezza e costi

La comunicazione machine-to-machine (M2M) e la manutenzione preventiva (PdM) sono presenti nel settore industriale da molto tempo, ma erano spesso costose, proprietarie e integrate in grandi macchinari. Fino a che non si è evoluta in un trend consumer-driven, guidato da tecnologie quali il portafoglio digitale, Google Glass, e le auto senza pilota. Sviluppi intriganti, ma i principali vantaggi dell’IoT si avranno dal punto di vista aziendale.

La manutenzione preventiva permette agli ingegneri di determinare la condizione di apparati e macchinari mentre sono in servizio, e indicare se è necessario intervenire. Gli strumenti e le tecniche PdM disponibili sono sempre più ubiqui grazie all’aumento delle soluzioni IoT. Oggi possiamo integrare sensori praticamente in qualunque apparato, dai motori ai condotti, ricevendo da questi un’enorme quantità di dati in tempo reale. La tecnologia Edge Gateway mantiene un volume dei dati gestibile e permette agli utenti industriali di monitorare e connettere una vasta gamma di sensori e dati provenienti da dispositivi quali le batterie e le valvole a sistemi di analisi intelligenti. Questi dati permettono agli ingegneri di monitorare le prestazioni e cogliere anomalie che indicano la necessità di intervenire.

Un altro segnale della maturazione dell’IoT è che non sono solo i sistemi industriali come l’engineering, oil and gas, o le utility ad avvalersi di dispositivi connessi per la manutenzione preventiva. Recenti applicazioni comprendono il Virgin West Coast HealthHub – che monitora lo stato di treni, infrastrutture e segnalazioni in automatico – e Chevrolet che fornirà tecnologia predittiva nei suoi veicoli per avvisare i piloti circa eventuali esigenze di manutenzione.

Prevenire malfunzionamenti catastrofici rappresenta un notevole vantaggio dell’analisi preventiva, ma un altro beneficio enorme per le aziende è l’impatto che può avere sulla riduzione dei budget. In uno scenario in cui le aziende stanno valutando ogni elemento che influisce sui costi, è interessante essere in grado di ridurre la manutenzione costosa o eliminare macchinari ormai irrimediabilmente danneggiati.

Allineare le metodologie

Quando si parla dei vantaggi offerti dall’IoT, i business leader citano la difficoltà di collaborare in un complesso ecosistema di vendor e service provider come uno dei principali ostacoli. Alcune aziende si sono impegnate molto sullo sviluppo di loro reti e dispositivi IoT e non hanno preso in considerazione la messa a punto di uno standard comune che possa permette a questi device di comunicare tra loro in modo efficace. I solution provider dovrebbero essere allineati alla comunicazione IoT e Machine-to-machine (M2M) al fine di implementare soluzioni smart che potenziano gli standard di sicurezza. Siglare partnership con independent software vendor rappresenta un passo fondamentale per traghettare la distanza tra il potenziale industriale dell’IoT e una realtà di mercato profittevole.

Pocihé l’IoT si trova dove il mondo fisico della tecnologia operativa (OT) si sovrappone con il mondo digitale dell’Information Technology (IT), i solution provider necessitano di un percorso consolidato per abilitare la collaborazione tra OT e IT. Non c’è limite al numero di sorgenti dati che possono essere connesse e le imprese devono raccogliere i dati che supporteranno un’analisi appropriata e contribuiranno alla bottom line, sia esso un guadagno finanziario o il supporto ad attività come la manutenzione preventiva. C’è così tanto potenziale nell’IoT, che si rischia che tutti i device siano connessi – il che porterebbe a una quantità di dati ingestibile. I vendor di tecnologia e software sono ben posizionati per guidare i clienti nella comprensione dell’implementazione di sensori più appropriata.

La collaboration è la chiave

L’IoT sta crescendo rapidamente, ma è lontana dall’essere matura. Se dobbiamo offrire la trasformazione promessa dall’IoT abbiamo bisogno di piena interoperabilità, compreso un framework di connettività che sia aperto, sicuro e gestibile. Per quanto concerne il PdM, i componenti non operano isolati, e la salute di un sistema dipende dal buon funzionamento delle sue parti. Un sistema Internet of Things maturo richiede la piena interoperabilità e visibilità sia per sensori che per e dispositivi connessi; ed è questa la sfida che dobbiamo superare se lo IoT deve offrire il suo massimo potenziale.

La collaborazione tra partner, client e anche competitor è fondamentale al fine di sviluppare un ecosistema IoT unificato. Significativi passi avanti sono già stati fatti e coloro che operano nella comunicazione M2M da tempo sono ben posizionati per implementare soluzioni smart che potenziano gli standard di sicurezza.

L’IoT ci promette un salto notevole in termini di sicurezza e affidabilità dei sistemi M2M utilizzati ogni giorno e il PdM può realmente fare la differenza. Anche se il passaggio a sistemi PdM completamente integrati non avverrà da un giorno all’altro, sapere che è possibile e che sta succedendo è molto interessante. Il PdM può aiutare a identificare subito un piccolo problema, che potrebbe assicurare dei risparmi e prevenire malfunzionamenti. L’evoluzione richiede tempo, ma l’innovazione data-driven è qui per restare.