Vediamo insieme le implicazioni derivanti dal nuovo decreto

Decreto per dipendenti pubblici: solo il 15% potrà lavorare da casa

Negli ultimi giorni è stato annunciato un nuovo decreto per dipendenti pubblici che ridurrà drasticamente le posizioni lavorative da casa, portando i numeri a solo un 15%. Questo provvedimento cerca di ripristinare una situazione simile a quella prima dell’emergenza, tornando ad una sorta di normalità.

Questo nuovo decreto arriva proprio dopo l’annuncio di voler approvare il certificato verde anche nella pubblica amministrazione. Come si potrebbe immaginare, i sindacati si stanno già muovendo per garantire che vengano rispettati tutti i diritti dei lavoratori, pur ritornando a lavorare in presenza.

Il primo problema che è necessario affrontare è la questione buoni pasto e rimborsi spese. Anche se sembra chiaro che non verranno erogati dei buoni pasto per coloro che lavoreranno da casa, i sindacati stanno lavorando per trovare un punto di accordo relativo al rimborso di spese di elettricità e acqua sostenute dai lavoratori a distanza.

È anche ancora necessario chiarire quali saranno le fasce orarie e come verrà applicato il diritto alla disconnessione. Il nuovo decreto dovrebbe entrare completamente in vigore dopo la fine dell’anno, anche se potrebbe subire anticipi o ritardi a seconda della situazione.

Il nuovo decreto per dipendenti pubblici conviene?

Molti si stanno chiedendo se tornare a lavorare in ufficio sia davvero conveniente considerati i vantaggi offerti dal lavoro a distanza, come la partecipazione ad una videoconferenza o il completamento di operazioni digitali completamente da remoto.

A questo bisogna anche aggiungere un notevole vantaggio per l’ambiente, considerato che lavorare da casa riduce drasticamente il traffico nella strade urbane ed extra urbane, consentendo anche di diminuire l’inquinamento atmosferico.

È importante anche dire, tuttavia, che il lavoro a distanza era stato adottato solo come soluzione per una situazione di emergenza e che l’idea era quella di ritornare alla normalità in ogni caso, anche se lavorare da casa ha dimostrato di avere un particolare successo.

Alcuni disservizi causati dalla mancanza di apparecchiature tecnologiche e personale sufficientemente formato a livello digitale ha portato anche alla decisione di introdurre l’obbligo di monitoraggio periodico e formazione dei dipendenti per valutare l’efficacia del lavoro a distanza per quel 15% che continuerà a lavorare da casa.

Cosa comporta il decreto per il prossimo anno?

Il decreto numero 52 modifica parte della legge numero 124 dove amministrazione pubblica e sindacati sono tenuti a redigere un piano organizzativo di lavoro agile, in sigla POLA, con un soglia minima di posti di lavoro a distanza del 15%. Questa è una riduzione consistente se paragonata alla percentuale presente prima del decreto 52 del 50% minimo.

Questo piano POLA deve essere adottato entro il primo mese di ogni anno, generando tutti i conseguenti effetti per i dipendenti pubblici. Per quanto riguarda la certificazione verde, anche se non è ancora stato approvato l’obbligo per accedere al posto di lavoro pubblico in sede, la certificazione dovrà essere esposta per l’accesso ai locali adibiti alle mense.

Si tratta di provvedimenti ancora in fase di approvazione, per cui potrebbero anche essere modificati prima della fine dell’anno e al momento dell’entrata in vigore vera e propria.