Nel mese di dicembre l’indice Ifiit passa da 35.80 a 35.10

Nel mese di dicembre l’indicatore generale di propensione agli investimenti in innovazione tecnologica Ifiit scende a 35,10 punti, rispetto ai 35,80 del mese di novembre.

La base imprenditoriale mostra segnali di scetticismo, legati a diversi fattori, tra cui: l’attesa di un irrobustimento della crescita che, per alcuni comparti, tarda ad arrivare; l’attesa delle linee di politica monetaria da parte della BCE e della FED (le cui decisioni hanno ripercussioni sui cambi e dunque sulle esportazioni) e, non ultimo, la riaccensione dei focolai di guerra in Siria e Medio-Oriente. A questo clima si aggiunge una certa ristrettezza nell’erogazione del credito da parte delle banche, che diverse realtà imprenditoriali lamentano (soprattutto le piccole e le medie imprese).

Tuttavia il treno dell’aumento della propensione ad investire in innovazione tecnologica sembra ben avviato, dal momento che, pur in presenza di un indebolimento, la curva della fiducia non sembra al momento essere inficiata da bruschi tracolli.

Da segnalare che i maggiori scostamenti dalle indicazioni raccolte nel mese precedente si registrano in alcuni settori tradizionali come la metallurgia e il tessile (soprattutto nel comparto arredamento). Sempre molto ben intonati i comparti della sicurezza e dell’avionica. Spunti interessanti anche nel farmaceutico e nelle biotecnologie. Ma resta l’automotive il comparto che ha accelerato la sua capacità di investimento verso nuove soluzioni. Restano deboli il segmento commerciale, l’edilizia e il turismo, che sembra aver accusato il colpo del termine dell’Expo a Milano.

A livello geografico, la Lombardia si conferma la principale regione d’Italia per la propensione ad investire in innovazione.  Segnali di staticità nel complesso per tutte le macroaree, con qualche segnale più positivo per alcune zone pugliesi e marchigiane.