
Anche l’Italia non è immune a questa “crisi” di competenze nel mondo della cybersecurity. Per fortuna! Perché il gap è certamente figlio di quella trasformazione digitale, dell’Industry 4.0 e di iniziative di ammodernamento e innovazione che hanno pervaso sia le amministrazioni pubbliche sia le imprese private e che il nostro Paese tanto aspettava. Ora però, colmare lo skill gap relativo alla mancanza di 135.000 professionisti nel 2020 non rappresenta solo un’esigenza, ma un obiettivo e certamente un’opportunità.
Non per tutti, ma per chi per visione, vocazione o missione (governo, accademia, aziende) può sicuramente fornire acceleratori e strumenti volti a ridurre questo gap offrendo straordinarie opportunità di sviluppo professionale. Un’occasione ad esempio, per il genere femminile che ancora oggi trova difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro e per il quale può invece rappresentare una consistente piattaforma di ulteriore affermazione culturale, sociale e professionale. Con quel valore aggiunto in termini di sensibilità, resilienza, flessibilità e talento che, anche nella gestione continuativa del rischio, rappresenta un fattore critico di successo. Certo bisogna sicuramente impegnarsi, saper riconoscere i talenti, valorizzarli, guidarli. Bisogna declinare con efficacia una visione strategica complessiva per la realizzazione di una cultura persistente di cyber security.
Alcuni strumenti cominciano a diffondersi, come i Master in Digital Technology / Cybersecurity. Diverse realtà, imprese, istituti, organizzazioni stanno trasformando e facendo evolvere i propri asset fisici (ad esempio il Security Operation Center come elemento cruciale della gestione proattiva delle sicurezza) e i Centri di Competenza ed Esperienza digitale (come repository dinamico del know-how e del sapere aziendale) per cogliere le sfide della “Security Revolution”, in cui giovani talenti possono costruire e alimentare competenze di base e specialistiche di tendenza – crittografia, controllo accessi, intelligence, protezione IoT (solo per citarne alcune) – per il contrasto alle vulnerabilità e alle minacce a cui le aziende sono quotidianamente sottoposte.