Secondo l’Hays Journal parlare con un chatbot, lavorare con l’aiuto di assistenti virtuali o farsi addirittura sostituire nelle proprie mansioni da questi ultimi è ciò che sta accadendo in tante realtà lavorative. La pubblicazione, nella sua ultima edizione, ha analizzato come l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico stiano sensibilmente cambiando i processi lavorativi di tanti professionisti.
“Molti di noi non ci fanno caso, ma quando parliamo a un dispositivo chiedendo di attivare una sveglia, aprire un’App o riprodurre un brano di cui non ricordiamo il titolo – afferma Carlos Manuel Soave, Managing Director di Hays Italia –, ci stiamo effettivamente rivolgendo a una macchina. Allo stesso tempo, quando le aziende comunicano con i propri clienti attraverso Facebook Messenger o Twitter, spesso dialogano attraverso un chatbot e non un essere umano. Riflettendoci capiamo quanto l’intelligenza artificiale sia ormai importantissima e destinata ad avere un enorme impatto anche sul mondo del lavoro”.
Gli assistenti virtuali sono già ampiamente presenti nelle nostre vite e ora le aziende stanno esplorando come utilizzare in modo profittevole queste nuove tecnologie anche sul posto di lavoro. Si tratta di sistemi di automazione che, da una parte, possono portare grandi vantaggi alle aziende, contribuendo alla semplificazione dei processi, ma che dall’altra rappresentano una sfida su diversi fronti.
“Per i dipendenti, ad esempio – continua Soave – vuol dire impegnarsi a migliorare la propria alfabetizzazione digitale; per le organizzazioni, invece, significa dover sostenere dei costi di implementazione talvolta piuttosto elevati, senza considerare che questo tipo di cambiamenti va sempre introdotto in maniera graduale per non rischiare che vengano percepiti come una minaccia dai lavoratori”.
Secondo gli esperti Hays, l’introduzione delle nuove tecnologie riguarderà in primis i seguenti aspetti del lavoro:
1. Automazione delle attività ripetitive: è probabile che presto la maggior parte delle attività lavorative basate su mansioni reiterate verrà automatizzata, liberando tempo prezioso e consentendo ai lavoratori di concentrarsi su altri aspetti del proprio ruolo.
2. Assistenza automatizzata ai dipendenti: i chatbot, chat gestite attraverso l’intelligenza artificiale che riconoscono le conversazioni vocali e i messaggi di testo, verranno utilizzati per rispondere in modo automatico alle richieste dei lavoratori.
3. Analisi di grandi quantità di dati: gli assistenti intelligenti potrebbero aiutare nell’elaborazione di grandi quantità di dati per fornire alle imprese informazioni che consentano di indirizzare i processi decisionali e le strategie aziendali.
4. Apprendimento e sviluppo: per quanto riguarda la formazione dei dipendenti, gli algoritmi potranno essere utilizzati per identificare le potenziali aree di apprendimento e per individuare quali fra le skill di un professionista necessitano di essere rafforzate.
5. Identificare i candidati passivi in cerca di lavoro: nel settore HR, l’apprendimento automatico dà la possibilità di rilevare i candidati passivi, ovvero coloro che possiedono un profilo interessante ma non cercano attivamente lavoro perché già impiegati, attraverso il loro comportamento e le loro abitudini online.
L’uso dell’AI è in aumento in numerosi settori: secondo quanto emerso da una ricerca di Deloitte intitolata “Human Capital Trends 2017”, svolta su un campione di 10.400 professionisti in 140 Paesi, il 38% degli intervistati sta già utilizzando l’intelligenza artificiale sul posto di lavoro e il 62% si aspetta di farlo entro il 2018. Un terzo dei dipendenti intervistati ritiene che le proprie mansioni lavorative saranno coadiuvate, in futuro, dall’intelligenza artificiale.
“L’utilizzo dei chatbot e dell’intelligenza artificiale per la comunicazione interna è decisamente in crescita ed è proprio in questo campo che ci si aspetta un impatto maggiore da parte dell’apprendimento automatico nelle attività lavorative quotidiane – conclude Soave -. Il comparto HR e il settore amministrativo sono le prime aree in cui, verosimilmente, verranno implementate le nuove tecnologie nel mondo del lavoro”.