L’attesa, i pensieri e l’emozione di un giovane italiano tra i talenti riconosciuti da Forbes. Parola all’ideatore della stampante più precisa al mondo

innovazione

Ho fondato Roboze Srl. Un desiderio, una passione, che parte dal Sud Italia, da Bari, non proprio tra i luoghi più innovativi d’Italia, almeno così dicono.

Quando ho cominciato ad avvicinarmi al mondo della stampa 3D non avrei mai pensato di poter riuscire così velocemente nella mia impresa. In quel periodo, avevo 17 anni, alternavo momenti di sconfinata passione e curiosità, a momenti del tutto bui, ingrigiti da chi mi stava intorno che poco capiva il valore reale per l’industria e per il futuro di questa tecnologia.

Se posso riconoscermi un pregio, è la caparbietà. Io ne riconoscevo ogni singolo vantaggio avendo anche un’esperienza familiare/lavorativa legata alla meccanica e alla lavorazione di metalli. Con tutti i miei cari contro ho cominciato ad informarmi, leggere, studiare, capire e finalmente, l’idea: Roboze One, la stampante 3D più precisa al mondo.

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La stampa 3D è un mondo tanto semplice quanto complesso. Semplice per chi ormai ha acquisito quello che questo strumento può offrire, ma complesso in quanto prevede sia dal profilo ingegneristico-tecnologico sia da quello imprenditoriale tante piccole sfaccettature legate proprio alla scienza della produzione in svariati campi di applicazione.

Convinto del risultato della mia idea e dei miei obiettivi, ed anche con un briciolo di incoscienza, nel 2013 fondo Roboze e nel marzo del 2015 metto per la prima volta piede nel mercato delle stampanti 3D professionali. Sono passati solo 3 anni ma di un’intensità e velocità incredibile. 

In questa avventura ho trovato fidati collaboratori, ho conosciuto le più grandi realtà a livello mondiale nel campo della manifattura additiva, viaggi in ogni parte del mondo, incontri, fiere, duro lavoro.

Sono Alessio Lorusso, 27 anni, di Bari e adesso mi trovo a Londra per conoscere l’esito di uno dei riconoscimenti più importanti al mondo: 30 Under 30 di Forbes nella categoria Industry.

L’aperitivo è organizzato nel quartiere Soho. Non mi sorprende, è uno dei centri culturali più attivi di Londra. Ci sono stato più volte, anche per motivi di lavoro. Ma oggi è diverso. Non ho mai dato peso ai giudizi esterni ed ho sempre mantenuto alto l’orgoglio della mia mission e del territorio da cui ha origine tutto questo. Ma oggi, una delle più grandi e rilevanti riviste nel mondo, mi dirà se tutto questo è meritevole di una menzione internazionale.

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L’intuizione alla base del mio business nasce dall’aver studiato a fondo la tecnologia FFF (Fused Filament Fabrication) e nell’aver riconosciuto dei punti tecnologici di miglioramento.

Come primo punto, pensando all’enorme vantaggio di poter produrre parti finite per prodotti customizzati o in serie limitata, mi sono concentrato sulla qualità e ripetibilità dei pezzi stampanti. Da questa esigenza tecnologica nasce il Beltless System, brevetto internazionale, che sostituisce parti della movimentazione degli assi di costruzione sui sistemi attuali FFF,  una soluzione meccatronica più precisa con cremagliera elicoidale e pignone a contatto diretto. Questa innovazione permette non solo di produrre parti più accurate, ma al contempo offre una bassa manutenzione degli assi, valore molto importante per le aziende manifatturiere.

La seconda esigenza derivava dalla necessità di PMI, e non solo, di poter utilizzare questa tecnologia con materiali “nuovi” e dalle performance elevate. Dopo uno studio attento delle esigenze del mercato abbiamo deciso di specializzarci nell’offerta di super-polimeri che vadano, per alcuni applicazioni, a sostituire i metalli. I settori che maggiormente ne traggono vantaggio sono l’aerospazio e la difesa, il motorsport e l’automotive, l’industria manifatturiera in generale grazie anche la possibilità di produrre in casa strumenti di linea e da lavoro.

Da qui gli incontri che hanno confermato le nostre intuizioni. GE, Airbus, Dallara, Bosch, Merck, Honeywell, solo per citarne alcuni.

Mancano 3 ore e mezzo all’appuntamento in 100 Wardour ST e la mia pazienza fa a pugni con la curiosità e la voglia di essere tra quei 30. Passeggio, mi lascio incantare dalla multiculturalità di Londra, navigo, sorrido a volti sconosciuti fino alla notifica dell’esito.

Ce l’ho fatta! sono tra i 30 under 30 di Forbes per la categoria Industry.