Secondo il “The Global Open Finance Report” di CBI e PwC la transizione verso l’Open Finance a livello internazionale ed europeo sta proseguendo.

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Sia a livello internazionale che a livello europeo si sta riscontrando un vero e proprio consolidamento dell’“Open Finance”: ad oggi, oltre 40 paesi hanno avviato iniziative in tale ambito. La transizione verso l’Open Finance può avvenire tramite tre approcci prevalenti: quello prescrittivo, in cui il regolatore locale emana regole specifiche che definiscono il quadro normativo e/o tecnologico di riferimento (es. Commissione Europea nell’Unione Europea), quello market-driven, in cui gli operatori di mercato progettano tramite co-creazione gli standard di interoperabilità (es. Stati Uniti d’America), e infine quello facilitativo, una via di mezzo rispetto ai primi due in cui le autorità locali emanano delle linee guida per facilitare la collaborazione tra i player di settore (es. Nigeria).

Open Finance in Europa

In Europa l’ecosistema “Open” ha dimostrato di essere dinamico e attrattivo. Nel 2022 il numero di Third Party Provider registrati è notevolmente aumentato (535 – inclusa UK; +12% rispetto a marzo 2021) insieme al numero di iniziative messe in atto dalla Commissione Europea per potenziare i servizi e i modelli di business basati sulla condivisione dei dati, a partire dal settore dei pagamenti (es. Digital Finance Package, Open Finance Consultation, EU Data Act).  A livello europeo, l’offerta basata su API rimane fortemente incentrata sui servizi di AIS e PIS (55% del totale). In questo fertile contesto emergono casi di servizi innovativi basati su API in ambito Open Finance (es. Investimenti, Crediti ed Assicurazioni), che rappresentano il 15% dell’offerta. Lo sviluppo di tali servizi è inoltre abilitato da nuovi deal e collaborazioni che attestano il forte dinamismo del mercato.

Queste le principali evidenze del The Global Open Finance Report, presentato da CBI,  la società che sviluppa in ecosistema, per banche e fintech, infrastrutture e servizi innovativi in ambito pagamenti digitali, che sono poi offerti alla clientela finale, come imprese, cittadini e Pubblica Amministrazione –  e PwC Italia, al fine di fornire un quadro completo dello stato dell’arte dell’Open Banking e dell’Open Finance, evidenziandone trend ed evoluzioni future sul mercato nazionale ed internazionale.

Open Banking e Open Finance in Italia

A livello italiano, la rilevanza del fenomeno è confermata da alcuni importanti indicatori: nel 2022, il volume delle chiamate API gestito da CBI (ca. 90% del mercato domestico) ha registrato una crescita significativa rispetto all’anno precedente (+114%, 190 milioni chiamate totali). Il crescente e deciso interesse del mercato è inoltre confermato da un incremento del numero dei player che hanno sviluppato servizi a valore aggiunto basati sulle logiche di Open Banking (+8% rispetto al 2021).

La survey condotta sui principali istituti bancari italiani delinea il set dei principali servizi che compongono l’attuale offerta Open Banking e Open Finance nel contesto nazionale: Account Aggregation (85%), Check IBAN (62%) e Personal Financial Management (62%) sono i tre servizi a più elevato tasso di utilizzo, immediatamente seguiti dai più recenti Variable Recurring Payments (31%). Per il futuro, invece, le banche dichiarano di voler puntare sui servizi di Digital ID & Onboarding (80%) e Check IBAN Cross Border (35%) per arricchire la propria offerta.

La survey ha inoltre evidenziato come gli investimenti in servizi commerciali siano in costante crescita (+23% annuo) e abbiano raggiunto nel 2022 un valore medio per banca di quasi 1 Mio €.

Liliana Fratini Passi, Direttore Generale CBI, spiega: “In questi due anni abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione nel mercato dei pagamenti, con l’ingresso di nuovi player, l’avvento di innovazioni tecnologiche applicate al mondo finanziario, l’aumento della richiesta di servizi cashless. A ciò si aggiungono ulteriori spinte innovative nel contesto normativo, soprattutto a livello europeo, con le iniziative che puntano a una revisione della Direttiva PSD2, a una regolamentazione del quadro Open Finance e a un rafforzamento degli Instant Payments. In questo contesto, CBI è impegnata ad accelerare il passaggio dall’Open Banking all’Open Finance, investendo in innovazione tecnologica integrata e sostenibile, nonché in competenze digitali, che contribuiranno alla creazione di servizi a valore aggiunto in ottica internazionale e di data monetization”.