Un progetto realizzato from scratch senza forzare tecnologie esistenti, un progetto nato senza ICO, senza fondi di investimento, con alle spalle un gruppo unito di sviluppatori, esperti di blockchain, tutti italiani.

Trinci: la prima Blockchain sviluppata in Italia sarà Open Source

Una tecnologia Blockchain in grado di offrire al mercato una struttura “Core” liquida atta a sostenere efficientemente monete digitali e programmabili, oltreché numerosi modelli di Smart Contract. Si tratta di Trinci 2.0, una soluzione che l’azienda italiana Affidaty renderà disponibile in versione open-source su licenza A.G.P.L a partire dal prossimo 30 settembre. Più precisamente, Trinci 2.0 è un framework aperto per la costruzione di blockchain, con particolare atten-zione a tutte quelle blockchain finalizzate a un utilizzo business. Trinci permette infatti a chiunque di scrivere applicazioni connesse in blockchain (smart contract), che comunicano con i propri simili per creare un registro garantito per ogni tipo di relazione. I carichi di lavoro possono così essere redistri-buiti e condivisi sull’intero network.

Al contempo vengono rispettate anche le più stringenti normative europee e internazionali in materia di gestione di dati personali, senza inficiare la filosofia della tecnologia blockchain. Trinci 2.0 rappresenta un progetto, sviluppato da zero e non a partire dalle criptovalute, che introduce anche funzionalità innovative, meccanismi di consenso flessibili ed estensibili e un ambiente smart contract.

La soluzione utilizza un motore wasm-machine che consente di eseguire contratti intelligenti implementati da terze parti in modo sicuro (in mo-dalità sandbox) e gestire anche contratti intelligenti scritti in molti linguaggi: tra questi Typescript/Javascript, C/C++, Rust, Java, ecc.

La scelta dell’Open source, come racconta il CEO di Affidaty, Dane Marciano, in un post sul blog aziendale, non è stata casuale: “Tenerla privata sarebbe andare contro al motivo per cui essa stessa viene al mondo, e noi, prima di tutto abbiamo sempre nutrito in seno il sogno di essere parte di questo grande cambiamento che da ormai 12 prospera sotto forma di modello globale di scambio. Inoltre open-source vuol dire anche community, vuol dire aiutarsi a crescere. Per questo chiederemo l’aiuto di tutti coloro che sapranno darcelo in modo incondizionato. Non abbiamo realizzato una tecnologia perfetta, tuttavia, come ogni cosa in questo mondo, potrà migliorare con il tempo grazie alla condivisione di idee. È questo ciò in cui crediamo”.