Sempre più utenti hanno compreso che PEC e firma digitale sono strumenti semplici, utili ed economici

Standard ETSI: la PEC verso l'interoperabilità europea

Analizzando gli ultimi dati messi a disposizione da AgID in merito all’utilizzo della Posta Elettronica Certificata in Italia emerge che, nell’ultimo bimestre di riferimento (maggio-giugno 2020), si sono registrati numeri record, con l’attivazione totale ad oggi di 11.486.460 caselle PEC. Interessante notare come, storicamente, sia sempre stato un bimestre di stallo per l’utilizzo della PEC, mentre quest’anno si è verificato un balzo di 193.374 caselle PEC attivate e quasi 35 milioni di messaggi scambiati in più rispetto al periodo marzo-aprile.

“Oggi più che mai la tecnologia dimostra di essere di grande aiuto per imprese e cittadini. In questo difficile periodo, sempre più utenti hanno compreso come la PEC, così come l’email o la firma digitale, siano degli strumenti semplici, utili, economici e, in casi d’emergenza, essenziali” – ha commentato Gabriele Sposato, Direttore Marketing di Aruba.

“In quest’ottica si collocano anche le misure di semplificazione contenute nel D.L. n. 76/2020 – continua Sposato. Nello specifico, il decreto Semplificazioni prevede alcune misure volte a semplificare e migliorare i rapporti tra Amministrazione, imprese, professionisti e cittadini rafforzando, ad esempio, l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata come strumento principale di comunicazione ed introducendo il diritto per il cittadino di attivare il proprio Domicilio Digitale anche a mezzo PEC, che di fatto viene elevato a recapito elettronico ufficiale riconosciuto da tutta la PA.”

Il successo della PEC è confermato ulteriormente dal report di IDC, promosso da Aruba, InfoCert e Trust Technologies, relativo ai benefici della Posta Elettronica Certificata per il Sistema Paese, secondo cui:

  • i benefici netti complessivi della PEC si attestano su un valore medio di circa 2,2 miliardi di euro sul mercato italiano nel periodo compreso tra il 2008 e il 2019. Valore che cresce ulteriormente di 1,8 miliardi di euro nella proiezione compresa tra il 2020 e il 2022;
  • la PEC ha consentito un risparmio di 78.000 tonnellate di CO2 nel 2019, che saliranno a 120.000 tonnellate nel 2022;
  • evitando spostamenti dal domicilio del cittadino o dalla sede del professionista per raggiungere fisicamente l’ufficio postale, la PEC ha fatto risparmiare 253 milioni di km nel 2019, destinati a diventare 391 milioni di km nel 2022;
  • l’archiviazione digitale della corrispondenza ha consentito di liberare oltre 1,3 milioni di m2 di spazi di archiviazione nel 2019 – sia di giacenza che di conservazione – che si prevede raggiungano la cifra di 1,6 milioni di m2 nel 2022;
  • con la PEC si eliminano virtualmente i tempi di attesa fisica presso gli uffici postali, stimati – e questo è il dato più curioso – in 2150 anni-uomo nel 2019, destinati a diventare addirittura 3.234 nel 2022.

“Esistono numerosi casi in cui una semplice PEC è tutto ciò che serve per portare avanti attività e pratiche giornaliere, la PEC è utile e questo spiega il suo successo – ha continuato Sposato. Consente di inviare documenti legali privati e di lavoro, scambiare corrispondenza con valore legale con enti come l’INPS, l’INAIL, la scuola o l’università, partecipare a bandi e gare d’appalto, iscriversi ai concorsi. È ciò che possiamo confermare anche dall’Osservatorio Aruba con oltre 7 milioni di caselle PEC attive. La PEC si conferma, dunque, un asset digitale che sta facendo risparmiare al paese 4 miliardi di euro e di cui si è recepito il vero valore: un’alternativa alla raccomandata A/R che semplifica la vita dei cittadini.”

Per un approfondimento del report sul successo della PEC rimandiamo a questo link.