Cresce in Italia il commercio elettronico con opportunità sia nel mercato interno che in quello internazionale.

3 miliardi di utenti utilizzano internet e un terzo di essi compra regolarmente online. Sono quindi 1 miliardo le persone che si rivolgono ai canali digitali per effettuare i propri acquisti. Un numero che crescerà ulteriormente nei prossimi anni grazie ad una maggiore copertura della rete Internet nel mondo e alla diffusione dei device mobili. E i numeri lo confermano: solo in Europa, secondo l’Osservatorio della Multicanalità del Politecnico di Milano, l’e-commerce è cresciuto nel 2014 dell’11% (con un valore complessivo di 410 miliardi di euro) e nel 2015 l’aumento è stato del 15%. Bene anche l’Italia che, sebbene sia ancora lontana dagli altri Paesi del vecchio continente per giro d’affari, ha visto crescere le transazioni online del mercato digitale dai 14,4 miliardi di euro del 2014 ai 16,6 del 2015.

Le potenzialità ci sono sia in ambito nazionale che internazionale – ha spiegato Heico Koch, fondatore e CEO di TradeMachines, start up berlinese che ha appena lanciato una piattaforma italiana che funge da motore di ricerca per le aste di macchinari industriali usati – Oltre che incrementare le vendite interne, l’e-commerce può rappresentare il giusto canale per commerciare le eccellenze italiane all’estero e l’Italia non può che sfruttare questa tendenza. Basti pensare che il valore delle esportazioni copre attualmente il 29% del PIL nazionale. E le prospettive future sono positive: per il 2017 è prevista una crescita nell’export per diversi settori.

E sarà l’integrazione tra mobile e desktop così come tra fisico e digitale a giocare un ruolo fondamentale nel successo dell’e-commerce: nel corso del primo trimestre 2016 ben il 43% degli utenti ha consultato il sito in mobilità (35% smartphone, 8% tablet), contro il 57% da desktop. Si nota anche che solitamente gli utenti preferiscono ricercare informazioni tramite dispositivi mobili, ma concludere gli acquisti da desktop: nel primo trimestre del 2016, infatti, ben l’84% degli utenti ha effettuato un acquisto da un PC tradizionale.

A tutto ciò si deve aggiungere la fusione tra negozi online e in store: secondo i dati del Net Retail, sono 8,5 milioni di italiani che lo scorso anno hanno cercato informazioni online mentre osservavano un prodotto in un negozio e, allo stesso tempo, più di 13 milioni di consumatori hanno cercato in un negozio un prodotto già visto online (cosiddetto fenomeno dello showrooming). Non mancano coloro i quali hanno comprato online prodotti precedentemente visti in store.

L’utente diventa quindi multicanale e multidispositivo ed acquista ovunque si trovi, 24 ore su 24.

Ma quali sono le categorie che trainano l’e-commerce? A contribuire fortemente alla crescita del fenomeno è il Turismo che, con 7.762 milioni di euro, rappresenta il 47% del commercio elettronico B2c italiano. Bene anche l’Informatica ed elettronica, che, grazie a 2.212 milioni di euro, valgono il 13% del mercato. A seguire l’Abbigliamento che pesa per il 9% (1.512 milioni di euro,). Crescono inoltre settori emergenti come il Food&Grocery, l’Arredamento, Home living e il Beauty. Aumentano anche gli acquisti online di beni appartenenti a settori meno tradizionali come i macchinari industriali usati.

Nel 2013 abbiamo lanciato una piattaforma digitale in grado di permettere agli acquirenti di guardare e confrontare tutte le offerte per circa il 30% delle aste europee di macchinari industriali usati – ha aggiunto Heico Koch – La piattaforma connette in tutto il mondo un utente con un rivenditore ogni 8.6 secondi e finora ha fatto in modo che venissero effettuate vendite per un totale di circa 4.8 miliardi di euro”.

Le potenzialità offerte dall’e-commerce sono quindi molto ampie e sfruttabili da ogni settore. Chiunque abbia un’attività non può quindi pensare di non presidiare i canali digitali.