MatchMe è il primo social network italiano ideato per consentire alle persone di essere davvero proprietarie per propri dati, con la possibilità di scegliere quali informazioni condividere

A quanti social network accedi ogni giorno? Ma, soprattutto, perché vi accedi? Ognuno di noi ha abitudini diverse, ma è impressionante scoprire che ogni italiano trascorre oltre due ore al giorno sui social. Al di là delle analisi sociologiche, dovremmo però sapere che mentre noi “giochiamo” o cerchiamo di contattare potenziali clienti, i proprietari dei social raccolgono informazioni su di noi e sui nostri clienti, oltre ad indirizzare le nostre scelte e le nostre opinioni attraverso complessi algoritmi. Ma l’aspetto più insidioso, e sul quale nessuno di noi riflette, riguarda la nostra impossibilità di controllo. Perché sarà sempre l’algoritmo a decidere quale prodotto suggerirci o verso quale albergo indirizzarci. Solo l’algoritmo, in una sorta di “onnipotenza”, è in possesso del contatto diretto con i nostri “amici” e con i nostri clienti. Una situazione al limite del paradossale, che porta le aziende ad essere “schiave” dei social. Per comprenderlo basterebbe pensare a quali difficoltà dovrebbe affrontare un ristorante improvvisamente estromesso dal più noto social di settore o al quale lo stesso social decidesse di scatenare un attacco condotto da falsi profili. Una situazione paradossale, al quale ha deciso di contrapporsi MatchMe, il social italiano nato per aiutare le persone e le aziende a connettersi.

 

Le persone prima dell’algoritmo

L’idea di MatchMe è quella di riportare le persone al centro del social, lasciando la libertà di condividere interessi, passioni, aspirazioni e competenze. Nei social più comuni, infatti, bastano pochi secondi per creare un profilo, ancorché falso, ed iniziare a navigare. Sarà poi l’algoritmo, studiando ogni singolo tocco del nostro schermo o ogni movimento della tastiera (oltre a spiare le nostre conversazioni), ad arricchire il nostro profilo, conoscendoci sempre meglio. Ma tutte queste informazioni rimarranno in possesso di chi ci “regala” l’accesso al social stesso, in cambio dell’accesso alla nostra vita privata.

Un paradosso che MatchMe ha scelto di ribaltare, riportando la persona al centro e dando la possibilità di condividere le proprie informazioni, in un ambiente privo di pubblicità ed in cui vige la tutela assoluta dei dati.

Una modalità resa possibile dal fatto che ogni utente sceglie di condividere i dati che ritiene opportuno rendere pubblici, per poi entrare in contatto solo con i profili interessanti in base ai propri interessi e con la libertà di scegliere quali contenuti vedere.

Tutto questo grazie ad una caratteristica rivoluzionaria di MatchMe: i filtri analizzano solo i dati condivisi dagli utenti, consentendo di individuare i contatti in base a specifiche caratteristiche professionali o personali. I singoli profili, inoltre, vengono validati dagli stessi utenti del social. Tutto questo impedisce lo svilupparsi di identità false, poiché gli utilizzatori entrano a far parte di gruppi basati sulla conoscenza reciproca e, quindi, sul progressivo isolamento di quanti non risultano reali.

 

Come funziona MatchMe

MatchMe, disponibile da PC o attraverso gli App store di Apple e Android, è stato creato da Gopib e permette l’acceso compilando il proprio profilo con tutte le caratteristiche personali, dalla formazione allo sport, dagli hobby al lavoro.

Partendo da questi dati, senza pubblicità e nella massima tutela della privacy, l’utente può definire le caratteristiche delle persone con cui si vuole entrare in contatto, oltre a farsi trovare in base alle proprie caratteristiche. Si viene quindi a creare un autentico database di qualità delle persone, che apre all’opportunità di nuove forme di contatto per il mondo del lavoro, per lo svago, lo sport o gli interessi personali: dalla danza al collezionismo, dall’offerta di servizi alla ricerca di personale.

Un social per le persone, quindi, che offre l’opportunità di farsi conoscere mostrando abilità personali, informazioni lavorative, interessi e hobby. Il tutto senza che MatchMe possa intervenire sui singoli profili o possa impossessarsi delle informazioni di un singolo soggetto. “In estrema sintesi – spiega Pieter Ickx, ideatore della piattaforma – dal punto di vista del Business, le aziende sono le uniche in grado di accedere ai dati relativi ai propri clienti, che rimangono proprietari dell’azienda stessa e non del Social che ha instaurato la comunicazione tra i due soggetti”.