Un recente studio rivela l’enorme mole di lavoro necessaria per chiudere gli account online di una persona deceduta

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Per chiudere gli account di un familiare o di un amico deceduto, potrebbero servire anni, tanta pazienza, molti appuntamenti e, in alcuni casi, più di 20 documenti. Ecco in sintesi le tristi rivelazioni dell’ultimo studio di NordPass sulla “privacy dei morti”:

  • Solo il 36% delle piattaforme online più note fornisce pubblicamente informazioni sulle modalità di chiusura di un account di una persona deceduta.
  • Potrebbero essere necessari più di 20 documenti per completare la chiusura degli account.
  • Solo 1/4 dei servizi presi in considerazione sostiene di rimuovere gli account inattivi, solitamente dopo 2 anni.
  • Fino al 73% delle piattaforme analizzate offre abbonamenti a pagamento, sottolineando ancora di più quanto sia urgente la necessità di chiudere questo tipo di account.

Procedure spesso complesse e poco trasparenti

In occasione del World Password Day, la Giornata mondiale delle password del 2 maggio, i ricercatori hanno analizzato le procedure applicate da centinaia di piattaforme online in caso di decesso di un utente. Le conclusioni sono molto amare: solo un terzo dei servizi online più importanti fornisce informazioni specifiche in caso di morte, con procedure spesso complesse e poco trasparenti. Secondo gli esperti, questa situazione è problematica sia dal punto di vista economico che della sicurezza.

“L’età media degli utenti internet sta crescendo e con questa anche il tema dell’eredità digitale. Spesso, capita di dare l’ultimo saluto a persone ancora presenti nella sfera virtuale. Sfortunatamente, il nostro nuovo studio dimostra che è quasi impossibile mettere totalmente al sicuro la privacy di una persona venuta a mancare, se quest’ultima non ha seguito le regole di base dell’igiene digitale” ha precisato Tomas Smalakys, CTO di NordPass.

Cosa offrono le piattaforme?

La ricerca rivela che solo una piccola parte delle piattaforme online principali informa i propri clienti sulle opzioni disponibili per la gestione degli account di persone decedute. Qui di seguito, una veloce panoramica di quelle più comuni.

  • Poco più di un terzo (36%) delle principali piattaforme online offre ai propri utenti informazioni pubbliche su come gestire, rimuovere o trattare in altro modo gli account digitali della persona venuta a mancare. Di queste, meno di un terzo consente di gestire la situazione compilando un modulo online specifico, mentre le altre invitano a contattare il supporto clienti, la divisione legale, di effettuare una chiamata, inviare un’email o una lettera, o addirittura presentarsi in ufficio di persona.
  • Un quarto delle società analizzate specifica pubblicamente che gli account inattivi vengono rimossi. Fra queste, la maggioranza assoluta elimina gli account dopo 2 anni di inattività. In alcuni casi, però, questo periodo può arrivare addirittura a 7 anni.
  • Solo il 6% delle piattaforme offre la possibilità di creare account commemorativi della persona deceduta, ovvero visibili pubblicamente ma chiaramente contrassegnati per mostrare che l’utente non è più in vita.

Una sfida al limite dell’impossibile

Secondo NordPass, in media, un utente ha quasi 170 account digitali. Doverli gestire individualmente sembra una sfida al limite dell’impossibile.

“La nostra attività di ricerca dimostra che gli utenti online non gestiscono i propri account con attenzione e precisione. Se la persona deceduta non curava in modo adeguato le proprie credenziali di accesso, è praticamente impossibile che i suoi parenti possano risalire al numero preciso degli account di cui era in possesso. In questo caso, la rimozione completa della presenza digitale di una persona sembra impensabile”, ha precisato Smalakys.

Più di 20 documenti e il nome completo del parente scomparso

Investigando sulle procedure applicate dalle principali piattaforme online per la gestione degli account in caso di morte degli utenti, i ricercatori hanno notato che possono essere richiesti fino a 20 documenti diversi per completare il modulo o contattare in altro modo i fornitori del servizio. Ma questo numero potrebbe persino salire perché la quantità e il tipo di documenti richiesti varia a seconda dell’account e del Paese.

Solitamente, le piattaforme online chiedono di presentare il certificato di morte della persona deceduta, per dimostrare che il richiedente stia facendo le veci dell’utente, oltre ad altri documenti validi (come passaporto, carta d’identità o patente). Fra le altre richieste possono esserci certificati di nascita e/o matrimonio, ultime volontà e testamento, procura o una disposizione scritta giurata. In alcuni casi, è stato anche richiesto un selfie tenendo in mano la carta d’identità.

Oltre a tutto questo, per chiudere un account di un famigliare o di un proprio caro, viene solitamente richiesto di fornire informazioni sulla persona deceduta. Oltre ai soliti dettagli anagrafici come nome completo, nome utente, email o numero di telefono, le piattaforme online possono anche chiedere codice fiscale, numero dell’account e dettagli sul metodo utilizzato per pagare il servizio della piattaforma.

“Potresti avere un rapporto molto stretto con una persona e non sapere quanti account email abbia in totale. Solitamente, non si parla del numero di account o del nome usato per iscriversi a una certa piattaforma. Quando perdiamo una persona cara, basta solo che uno di questi dettagli venga a mancare per complicare la procedura di gestione dell’account”, ha precisato Smalakys.

Perché dovremmo preoccuparci?

La gestione della vita digitale di una persona scomparsa è importante dal lato economico, morale e della sicurezza. Lo studio rivela del resto che il 73% delle piattaforme online analizzate propone abbonamenti a pagamento. In caso di morte della persona iscritta al servizio, gli addebiti continueranno ad accumularsi sui conti collegati, fino all’arrivo della disdetta. Una volta chiuso il conto, le piattaforme non potranno più elaborare le transazioni.

Indipendentemente dal fatto che una persona abbia specificato chiaramente le proprie volontà relativamente ai propri account digitali in caso di morte, gli esperti di cyber security sottolineano quanto sia importante chiudere questi profili, prima di tutto per ragioni di sicurezza. Gli account abbandonati sono fra gli obiettivi più interessanti per i cyber criminali: col passare del tempo, i requisiti dal lato della cybersecurity si fanno sempre più stringenti, e così le password diventano datate, proteggendo in modo poco efficace un account probabilmente sprovvisto di sistemi di autenticazione via SMS o email.

“Alcuni account contengono quantità enormi di dati personali, come ad esempio quelli di app di messaggistica o database su cloud. Se una persona desidera proteggere la privacy delle proprie foto e conversazioni quando è in vita, probabilmente varrebbe la pena metterla al riparo dagli occhi del pubblico anche in caso di morte”, ha continuato Smalakys.

Consigli per gestire gli account dei propri cari

Se la ricerca di NordPass dimostra quanto possa essere complicato chiudere gli account di una persona deceduta, ci sono diversi modi per semplificare la procedura.

  1. Meglio partire dagli account finanziari. Per evitare perdite di denaro o di tempo a causa di complicate richieste di rimborso, è meglio partire dagli account bancari o comunque legati all’aspetto economico e finanziario. Bisogna informare quanto prima i fornitori di servizi della morte del proprietario dell’account, preparare i documenti necessari e dare tutte le informazioni per la chiusura del conto.
  2. Non dimenticarti della compagnia telefonica. Molti account sono collegati al numero telefonico e alle bollette del telefono. Mettendoti in contatto con la compagnia telefonica per eliminare l’utenza, annullerai tutti gli abbonamenti ad essa collegati.
  3. Incoraggia amici e parenti a pensare all’eredità digitale. Le aziende più attente al futuro stanno introducendo funzionalità specifiche per la gestione dell’eredità digitale, così da tutelare la privacy dei propri utenti anche in caso di morte. Facebook, Apple, Google e altri servizi noti danno la possibilità di far accedere al proprio account una persona di fiducia dopo la propria morte… Password manager, come NordPass, offrono anche strumenti come l’Accesso d’Emergenza per gestire l’account in casi simili.