
Ci si potrebbe chiedere: che cosa c’entra l’IA con la pizza? Il fondatore di LinkedIn Reid Hoffman, uno tra i più grandi investitori al mondo, ha intervistato lo chef Massimo Bottura nel suo rinomato podcast POSSIBLE, insieme alla coautrice Aria Finger. Durante questa conversazione, è emersa una riflessione profonda sulla cucina, sull’alimentazione e sull’integrazione delle tecnologie moderne, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale.
Lo chef Massimo Bottura ha evidenziato quanto sia cruciale per un cuoco concentrarsi sulla creazione, piuttosto che sulla replicabilità dei piatti. Ha espresso la sua passione per le tecnologie moderne e l’intelligenza artificiale, interrogandosi su come queste possano contribuire a ottimizzare la qualità del prodotto finale. Secondo Bottura, l’approccio freddo e preciso delle macchine permette di ottenere una pizza perfetta in termini di ingredienti e temperature di cottura, eliminando gli errori umani e liberando gli chef per dedicarsi a nuove creazioni. Tuttavia, ha sottolineato che le tecnologie dovrebbero supportare l’arte culinaria senza sostituire la creatività umana, migliorando l’efficienza e la qualità senza perdere l’unicità artigianale.
Antonio Prigiobbo, tra i massimi esperti di startup in Italia, ha rilanciato questo podcast con un post sul suo sito generando un dibattito sui social tra innovatori, sulla relazione tra tecnologia e cibo (proprio questo argomento sarà il dibattito del prossimo evento di NAStartUp, StartupLab, che si terrà mercoledì 26 giugno, presso la sezione enogastronomia del Museo di Napoli- Collezione Bonelli).
«Questo tema mi ha particolarmente colpito per due motivi. Da un lato, la pizza e l’arte di farla fanno parte della storia e della tradizione della mia famiglia, che gestisce da oltre 100 anni l’Antica Pizzeria Prigiobbo. Dall’altro, da oltre 30 anni mi occupo di innovazione e produzioni nel settore industriale, e da 15 anni sono coinvolto nell’economia delle startup. Vedere come questi due mondi possano incontrarsi e convergere è per me motivo di riflessione a vari livelli», spiega Antonio Prigiobbo, designer di innovazione, fondatore di NAStartUp, acceleratore civico premiato in Europa.
Prigiobbo si chiede perché Bottura sia così affascinato dalle tecnologie per massimizzare la replicabilità dei suoi prodotti. In fondo, quando si cerca di standardizzare un prodotto eccellente, si intraprende la strada del processo industriale. Tuttavia, la pizza – secondo il founder di NAStartUp – è un prodotto artigianale, caratterizzato dalla manualità e dalla creatività dell’artigiano. La bellezza di una pizza risiede nella sua variabilità e unicità, nel sapore che cambia leggermente ogni volta. Una pizza buona e sempre uguale rischia di perdere il suo fascino, trasformandosi in un’esperienza simile a quella di catene come McDonald’s o Domino’s Pizza. La pizza cambia di mese in mese, di stagione in stagione, con ingredienti che variano in base alla loro freschezza. L’approccio industriale può eliminare questa unicità, standardizzando un prodotto che per sua natura è destinato a essere unico ogni volta che viene preparato.
«Se un prodotto viene completamente standardizzato, che ruolo resta per lo chef? Se ogni pizza è sempre la stessa, potrebbe essere prodotta da una macchina, eliminando la necessità della maestria umana. Le tecnologie e l’intelligenza artificiale devono essere strumenti a supporto della produzione, senza però superare il limite che porta alla completa industrializzazione e perdita della creatività artigianale», conclude Prigiobbo.