L’Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, presenta il nuovo rapporto “Sustainable Turism” che pubblica in occasione della BIT (Borsa Internazionale del Turismo), che si terrà a Milano dal 4 al 6 febbraio prossimi. La ricerca utilizza l’indice DiSITM (Digital Sustainability Index) per analizzare la propensione dei cittadini verso la digitalizzazione e/o la sostenibilità e analizza i comportamenti degli italiani rispetto alle app per il turismo con particolare attenzione a quelle che aiutano i turisti a fare scelte più sostenibili sotto il profilo economico, ambientale e sociale (app per la prenotazione di alberghi, hotel e ristoranti, etc).
“Le previsioni del nostro Osservatorio sul Turismo per il 2024 rafforzano e confermano i recenti dati di Confindustria evidenziando come il digitale possa diventare un incredibile strumento di sviluppo per l’intero comparto. È fondamentale continuare ad indirizzare i comportamenti e le scelte dei turisti che devono essere più orientate verso gli strumenti digitali e verso soluzioni di viaggio maggiormente attente alla sostenibilità. Il turismo infatti, per sua natura, ha un forte impatto di sostenibilità, sia ambientale che sociale ed economica, e le tecnologie digitali potrebbero avere un ruolo sostanziale nell’abbatterlo” – spiega Stefano Epifani, Presidente per la Fondazione per la Sostenibilità Digitale.
Il Bel Paese è uno dei Paesi europei in cui il peso del turismo, in percentuale al PIL, è maggiore, con circa l’11% del valore aggiunto e 445,3 milioni di presenze (dati 2023), in aumento rispetto ai numeri pre-pandemia. Le presenze estere hanno segnato un forte crescita: +13,7% sul 2022 con oltre 228,5 milioni (220,6 milioni nel 2019) di visitatori (220,6 milioni nel 2019). A fine 2023 si stima che gli introiti dal turismo straniero si attesteranno a oltre 50 miliardi di euro, superando i 30 miliardi del turismo italiano all’estero. Il fatturato 2023 dei servizi di alloggio ha registrato un +28,8% nel 3° trimestre rispetto allo stesso periodo del 2019 e +7,1% rispetto al 3° trimestre 2022. Le previsioni per il 2024 prevedono un possibile rallentamento rispetto al 2023 a causa della fase di stagnazione che coinvolge l’economia italiana e mondiale. In questa fase sarà importante puntare sulle preferenze dei viaggiatori, ovvero su una maggiore offerta di esperienze di lusso (+57% nell’ultimo decennio); sulle nuove destinazioni, in particolare green; su nuove tecnologie in grado di mettere a disposizione viaggi “virtuali”.
Il Digitale spinge il settore del turismo: la ricerca e i risultati
Quanti italiani usano il digitale e come?
- Il 77% degli italiani usa le tecnologie digitali per prenotare le proprie vacanze e dichiara di aver avuto una migliore esperienza proprio grazie all’utilizzo del digitale. La percentuale sale all’86% nella fascia d’età tra i 16 e i 17 anni e aumenta tra i laureati (81%) e tra i cittadini più digitalizzati e attenti alla sostenibilità (82%). Gli intervistati sono altresì convinti che la continua evoluzione del digitale porterà ad ulteriori miglioramenti dell’esperienza utente nel brevissimo, ovvero già nei prossimi 6 mesi. Soprattutto lo pensano i ragazzi tra i 16 e i 17 anni (85% dei rispondenti) e i cittadini più digitalizzati e attenti alla sostenibilità (78%).
“La facilità d’uso, la disponibilità (always on), l’attenzione all’ambiente, al sociale e all’economia e la possibilità di analizzare più proposte turistiche per scegliere poi la più adatta alle proprie esigenze in pochi click, fanno del digitale lo strumento principe per far incontrare facilmente domanda e offerte di viaggi (da quelli tradizionali a quelli più green), spingendo il settore verso ricettività, mete e numeri prima difficilmente raggiungibili.” – ha continuato Epifani. “
Contrasto al sovraffollamento turistico, scoperta di mete alternative e aiuto alle realtà del turismo
- Il 74% degli italiani afferma che le tecnologie digitali sono utili nell’affrontare il sovraffollamento turistico. In generale ne sono maggiormente consapevoli gli italiani più attenti alla sostenibilità e più digitalizzati (77%) rispetto a coloro che non utilizzano alcuno strumento digitale (70%). Inoltre, per l’83% degli intervistati la tecnologia consente di gestire le fasi del viaggio, dalla scelta della destinazione alla prenotazione, con maggiore consapevolezza e rispetto per la meta (63% abbastanza d’accordo, 20% molto d’accordo e 17% per nulla d’accordo).
- L’82% degli italiani tra quelli più competenti digitalmente e più attenti alla sostenibilità, sostiene che le applicazioni di prenotazione on-line di alberghi e ristoranti consentono di scoprire mete alternative, supportando gli operatori più piccoli. Al contrario, gli utenti meno attenti alla sostenibilità e meno digitalizzati pensano che queste app concentrino l’attenzione del turista sui posti più popolari, andando a favorire gli operatori più grandi (71% degli intervistati). Una percezione non corretta, quest’ultima, determinata dalla mancanza di cultura digitale e green da parte di questa fetta di consumatori.
“Il sovraffollamento turistico globale (overturism), che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita percepita dei cittadini e/o la qualità delle esperienze dei visitatori, potrebbe essere ben indirizzato dalla tecnologia digitale. Si tratta di un fenomeno fortemente interconnesso alla sostenibilità di questo comparto, perché riguardante l’impatto, in negativo, ambientale ma anche sociale delle mete coinvolte.” – spiega Epifani. “Il digitale, se correttamente utilizzato, potrebbe portare ad una più corretta gestione dei flussi turistici, con grande beneficio sia per i turisti, che potrebbero vivere un’esperienza molto più positiva, sia per l’ambiente, per l’economia locale ed anche per le comunità che abitano il territorio”.
I giovani chiedono un turismo più green, disposti a spendere di più per viaggi sostenibili
- Il 72% degli intervistati nella fascia tra i 16 e i 17 anni e il 66% in quella dai 18 ai 24 anni è disposta a spendere di più per strutture green, diversamente dalle altre fasce della popolazione che dichiara di preferire strutture green, ma solo se a parità di costo (40% degli intervistati)
Ciò che emerge dai risultati è, per un’ampia fetta della popolazione, una significativa distanza tra scelte ideologiche ed economiche: infatti, pur dichiarando di preferire strutture green, il 40% degli intervistati non sarebbe disposto a spendere di più per acquisirle.
“Digitalizzazione e sostenibilità sono due leve imprescindibili per lo sviluppo del settore turistico, soprattutto in un momento in cui l’attenzione verso la “Meta Italia” è tanto alta ed è così importante – contestualmente – riposizionare il tema del Made in Italy, rispetto al quale il turismo è un forte abilitatore. Per questo motivo serve un forte impegno istituzionale orientato da una parte a promuovere la digitalizzazione delle mete turistiche – tema sul quale le Istituzioni sono ancora pericolosamente assenti, dall’altra, utilizzando lo strumento del digitale, puntare sulla sostenibilità come leva di crescita economica e sociale”, conclude Epifani