“Deepscover the Future of Computing”, evento organizzato da Obloo Ventures, mostra che l’Italia ha il potenziale per essere un polo di eccellenza nel future of computing

Computing

Il future of computing – l’insieme delle innovazioni e tecnologie hardware, software e delle applicazioni abilitate dal calcolo – ha il potenziale innovativo per rispondere alle grandi sfide dei prossimi anni:

  • il quantum computing promette di risolvere problemi a velocità esponenzialmente maggiore rispetto agli strumenti oggi disponibili,
  • con ricadute rivoluzionarie in vari settori tra cui la crittografia, la scienza dei materiali e ricerca farmaceutica.
  • Nello stesso tempo, i modelli di AI e la potenza di calcolo raddoppiano ogni sei mesi, condizione necessaria per sostenere lo sviluppo di soluzioni sempre più performanti.

Queste tecnologie trovano applicazione in molti ambiti, dal contrasto al cambiamento climatico alla sanità, dal monitoraggio delle infrastrutture critiche alle nuove frontiere dell’aerospazio, e attirano investimenti crescenti: entro il 2030 si prevede, infatti, che il valore di questo mercato raggiungerà i 500 miliardi di euro. In questo scenario, l’Europa si sta posizionando come un polo di eccellenza nelle scienze computazionali e l’Italia ha il potenziale per assumere un ruolo di rilievo a livello globale: è il settimo paese al mondo per pubblicazioni scientifiche nel settore e quarta per dotazione di grandi infrastrutture computazionali.

Perno di questa nuova rivoluzione industriale: le start up

Perno di questa nuova rivoluzione industriale sono indubbiamente le start up, in particolare quelle che lavorano nel settore della trasformazione dei risultati della ricerca di base in prodotti al servizio di diversi settori industriali.

Questi sono alcuni dei temi emersi durante “Deepscover the future of computing”, la tavola rotonda organizzata durante la MIND Innovation Week da Obloo Ventures, operatore di venture capital specializzato nel Deep Tech, e con diversi investimenti all’attivo nel settore delle scienze computazionali, per approfondire le innovazioni tecnologiche nell’ambito del future of computing, le applicazioni industriali e l’ecosistema delle start-up che operano nel settore.

“Il valore degli investimenti attesi dà una misura tangibile dell’impatto che il future of computing avrà nei prossimi anni. Il maggiore impatto si avrà nelle applicazioni industriali: Il climate tech, l’industrial manufacturing, la cybersecurity, l’aerospace e l’industria farmaceutica, sono solo alcuni dei settori che verranno stravolti dai risultati provenienti dalla ricerca nelle scienze computazionali. In Italia ci sono molte delle condizioni necessarie per cogliere questa opportunità, dal capitale umano altamente qualificato alla qualità della produzione scientifica, fino alla dotazione tecnologica e infrastrutturale, ma per esprimere questo potenziale è necessario promuovere e sviluppare ulteriormente l’ecosistema di venture capital e il trasferimento tecnologico”, dichiara Misal G. Memeo, Partner di Obloo Ventures.

Gli investimenti nel settore sono in forte espansione

Il settore sta attirando sempre più l’interesse di investitori pubblici e privati. Gli operatori di venture capital stanno investendo fortemente sull’intelligenza artificiale (46 miliardi di euro), seguito dal quantum computing, dove si registrano circa 1,2 miliardi di euro investiti, con ulteriori 40 miliardi di euro di finanziamenti globali governativi nei prossimi dieci anni. In Europa sia gli investitori privati che quelli istituzionali sono molto attivi: nel 2024, tra fondi privati e pubblici, sono stati stanziati 200 miliardi per l’AI e 134 dal budget del Piano di Ripresa e Resilienza per il digitale. Su scala globale, gli investimenti privati, governativi e di venture capital, abiliteranno un mercato del future of computing che raggiungerà i 500 miliardi di euro entro il 2030.

L’Europa è leader per ricerca e infrastrutture di computing

L’Europa è prima a livello globale per numero di laureati nelle materie quantistiche: con 135.511 studenti che nel 2020 hanno terminato gli studi, i 27 Paesi dell’UE hanno superato l’India (dove si sono laureati in 82.110), Cina (57.693) e USA (45.087). Le pubblicazioni scientifiche nel campo dell’informatica nel 2022 sono state in UE 150.619, dato secondo solo a quello cinese (182.843). In questa classifica l’Italia è settima a livello globale e in Europa è superata solo da Germania (27.133) e Regno Unito (25.805). Anche per quanto riguarda le infrastrutture computazionali, l’Europa primeggia con 48,8 milioni di core HPC (contro i 40,1 di USA, i 22,6 cinesi e gli 11,4 del Giappone); di queste 4,4 milioni sono in Italia, che si posiziona al quarto posto a livello mondiale.

Le tecnologie e le start-up più promettenti

Intelligenza artificiale, data science, quantum computing e tecnologie neuromorfiche sono fra gli ambiti di ricerca oggi più rilevanti. Dopo l’esplosione della AI generativa, c’è stata un’ulteriore accelerazione degli investimenti in questo settore. Tra le tecnologie più promettenti in ambito computing ci sono l’edge computing, computer quantistici e ottici, e la conservazione dei dati grazie a molecole di DNA. Per quanto riguarda il  software, XAI (AI spiegabile, ovvero l’insieme di processi e metodi che consentono agli utenti umani di comprendere i risultati generati mediante algoritmi di machine learning), DevOps (Development + Operations: metodologia di sviluppo del software che punta all’integrazione tra sviluppatori e addetti alle IT operations per lo sviluppo rapido ed efficiente di prodotti e servizi), modelli fondativi di AI e machine learning e cybersicurezza sono gli ambiti di ricerca più attraenti nel contesto del future of computing.

Le applicazioni industriali sono molteplici e vanno dal settore automobilistico (perfezionamento della guida autonoma e ottimizzazione delle batterie) ai servizi finanziari (ottimizzazione del rischio servizi personalizzati) fino alla scoperta di nuovi farmaci.

In Italia ci sono già diverse start-up che propongono soluzioni innovative in questi ambiti basate su intelligenza artificiale e altre tecnologie computazionali.

“Da più di 15 anni il team di Obloo Ventures – pioniere in Italia – investe nel deep tech e direttamente nei proof of concept con gruppi di ricerca. Guardando al portafoglio di start-up che abbiamo creato, quasi la metà è stato ed è composto da imprese relative al future of computing. Per questo stiamo costruendo un ecosistema di innovazione per questo settore strategico, mettendo a disposizione delle start-up non solo capitali, ma tutti gli elementi necessari per la loro nascita e sviluppo, a cominciare dalle infrastrutture e da partner industriali”, dichiara Nicola Redi, Managing Partner di Obloo Ventures.