Un nuovo studio Ricoh dimostra come solo il 38% delle aziende considera la trasformazione digitale un fattore abilitante per la sostenibilità.

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Opinion Matters ha condotto una ricerca per conto di Ricoh coinvolgendo 250 decision maker di aziende italiane. Dallo studio è emerso come il 70% dei business leader del nostro Paese ritenga che le imprese abbiano la responsabilità di reagire proattivamente alle sfide globali come ad esempio i cambiamenti climatici. Questo dimostra come le organizzazioni sentano la pressione da parte di investitori, clienti ed enti governativi che chiedono impegno ed azioni concrete nei confronti della sostenibilità. Anche i dipendenti premono nella stessa direzione: da un altro studio Ricoh è emerso come i lavoratori europei si aspettano che la propria azienda dia un contributo positivo alla collettività e all’ambiente. A questo si aggiunge il fatto che l’Unione Europea sta sviluppando nuove normative e nuovi regolamenti come il Green Deal Europeo e la Corporate Sustainability Reporting Directive, a favore della trasformazione digitale, che richiederà alle grandi imprese europee di comunicare informazioni di carattere non finanziario.

Nonostante le imprese italiane siano dunque consapevoli dell’importanza del proprio ruolo per uno sviluppo più sostenibile, la maggior parte (56%) non è però disposta a investire in questo ambito, poiché ritiene necessario focalizzarsi su altre priorità di business. Solo il 33% ha incrementato i propri investimenti nella sostenibilità durante la pandemia.

Innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile

Il 71% delle aziende punta alla trasformazione digitale, consolidando o addirittura incrementando gli investimenti, ma la maggior parte fatica a comprendere come essa possa portare benefici in termini di prestazioni ambientali, sociali e di governance (ESG). Solo il 38% del campione considera l’innovazione IT come un fattore abilitante per la sostenibilità. La maggior parte delle aziende (70%) non crede che la trasformazione digitale possa aiutarle a raggiungere obiettivi di sostenibilità a lungo termine. Addirittura, i manager considerano i miglioramenti all’infrastruttura IT come il modo meno efficace per una azienda per ridurre l’impatto sull’ambiente nel lungo periodo. Quasi la metà delle imprese coinvolte nella ricerca ha però introdotto tecnologie basate sul cloud (49%), modalità di lavoro ibride (44%) e soluzioni per la gestione dei big data (42%), tutte possibilità che ottimizzano l’efficienza energetica e consentono di raccogliere e analizzare dati ESG.

David Mills, CEO di Ricoh Europe, commenta così la ricerca: “Le aziende sanno che dovrebbero fare di più per migliorare i risultati ESG e il monitoraggio degli stessi. Trovare le risorse per raggiungere questo obiettivo è però sempre più difficile. Anche il fatto che vi siano nuove normative ancora in fase di definizione complica la questione. È importante ricordare come il successo del business e le performance ESG non si escludano a vicenda. La trasformazione digitale è un’area in cui i manager dovrebbero investire in quanto essa si traduce in risultati positivi sia per l’azienda che per la sostenibilità. Oltre a migliorare l’efficienza e l’impatto ambientale, l’innovazione IT rende il business a prova di futuro. Infine, essa semplifica la data analysis che sarà fondamentale non appena le nuove normative diventeranno effettive”.