Dalla ricerca di Capgemini emerge che quasi il 60% degli insegnanti afferma che l’interazione con i sistemi di intelligenza artificiale sarà una skill chiave per i lavori del futuro.

Insegnanti

Il mondo del lavoro è in continua evoluzione; cambia e continua a cambiare, richiedendo sempre più aggiornamenti e nuove skills. Il mondo della scuola deve contribuire alla preparazione dei giovani per il futuro, inserendo nei percorsi di studio, nuovi argomenti e nuove conoscenze degli ultimi strumenti in circolazione, come l’Intelligenza Artificiale generativa. Anche gli insegnanti sono favorevoli all’interazione degli studenti con i sistemi di Intelligenza Artificiale, in vista di un futuro inserimento lavorativo.

Le opportunità offerte dall’AI generativa secondo gli insegnanti

I nuovi strumenti di intelligenza artificiale generativa stanno rivoluzionando il settore dell’istruzione, ponendo sfide e opportunità per studenti e insegnanti. Il nuovo report del Capgemini Research Institute, dal titolo Future ready education: Empowering secondary school students with digital skills“, ha anche evidenziato che gli studenti di età compresa tra i 16 e i 18 anni si sentono molto meno sicuri del fatto che le loro competenze digitali li rendano pronti ad affacciarsi al mondo del lavoro rispetto alla fiducia mostrata dai loro insegnanti. Questo vale soprattutto per le competenze di base nell’ambito della comunicazione digitale e della data literacy.

I sistemi educativi di istruzione e di formazione di tutto il mondo si stanno già muovendo per integrare o escludere strumenti di AI generativa come ChatGPT dalle attività quotidiane degli studenti. Quasi la metà (48%) degli insegnanti di scuola secondaria, ad esempio, ha riferito che i loro istituti hanno bloccato o limitato l’uso di questi strumenti. Altri “early adopter”, al contrario, hanno scelto un approccio meno restrittivo: il 19% ha dichiarato che l’utilizzo di tali strumenti è consentito per casi d’uso specifici, mentre il 18% ha dichiarato che sta ancora valutando la loro applicabilità e utilità nelle aule. Complessivamente, oltre la metà (56%) degli insegnanti di scuola secondaria concorda sulla necessità di adattare programmi di studio e valutazioni per analizzare le percentuali d’uso dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale da parte degli studenti, e una percentuale simile (52%) ritiene che tali tool possano rappresentare un cambiamento positivo per la professione di insegnante. 

Secondo gli insegnanti sarebbe opportuno bilanciare rischi e benefici

Sebbene molti riconoscano il potenziale degli strumenti di AI generativa, il 78% degli insegnanti di scuola secondaria a livello globale esprime ancora preoccupazioni sull’impatto negativo che tali strumenti possono avere sugli studenti in termini di risultati di apprendimento, tra cui la percezione che il valore della capacità di scrittura venga sminuito (66%) e che si rischi di limitare la creatività degli studenti (66%).

Nonostante queste perplessità, la metà degli insegnanti di scuola secondaria a livello globale afferma che le potenzialità dell’AI generativa come strumento educativo sono maggiori dei rischi. Tra i principali vantaggi che gli strumenti di AI potrebbero apportare, gli insegnanti evidenziano tra gli altri il loro utilizzo per insegnare agli studenti a interagire e a comprendere i modelli di AI (60%), per aiutarli a sviluppare il pensiero critico (56%) e per essere di supporto nel suggerire modifiche ai loro lavori (52%).

Il sentiment nei confronti dell’AI generativa varia in modo significativo nelle diverse aree geografiche: gli insegnanti di Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Finlandia riconoscono l’importanza e il potenziale di questa tecnologia, molto più ad esempio di Singapore, Giappone o Francia.

Dotare gli studenti di competenze chiave per il futuro

Quasi due terzi (64%) degli insegnanti di scuola secondaria sono convinti dell’importanza di sviluppare le competenze digitali degli studenti per migliorare la loro preparazione al mondo del lavoro e la stragrande maggioranza (82%) concorda sul fatto che rendere obbligatorio l’insegnamento delle competenze digitali rappresenterebbe un vantaggio per gli studenti. Tuttavia, il report evidenzia un divario in termini di fiducia tra adulti e teenager: il 70% degli insegnanti e il 64% dei genitori ritiene che gli studenti abbiano le competenze necessarie per avere successo nell’attuale mercato del lavoro, mentre solo il 55% degli studenti di età compresa tra i 16 e i 18 anni concorda con tale affermazione. Lo studio ha inoltre rilevato un divario significativo su questo punto tra gli insegnanti delle grandi città (83%) e quelli delle zone rurali (40%), e che le ragazze di età compresa tra i 16 e i 18 anni che vivono nelle città si sentono quasi due volte più preparate rispetto a quelle delle zone rurali. Infine, gli insegnanti delle zone rurali ritengono la digital literacy meno prioritaria per la loro scuola rispetto ai colleghi di aree urbane e suburbane.

Secondo la ricerca, mentre il 72% degli studenti di età compresa tra i 16 e i 18 anni si sente soddisfatto della propria digital literacy di base, meno della metà (47%) riferisce lo stesso per quanto riguarda la comunicazione digitale e la data literacy, competenze considerate fondamentali per avere successo nell’odierno mondo del lavoro. Il report sottolinea che infondere fiducia è fondamentale per consentire agli studenti di distinguere i fatti dalla disinformazione quando navigano sul web. Se da un lato la maggior parte degli studenti (80%) afferma di essere in grado di reperire informazioni online, dall’altro sono pochi quelli che sanno distinguere le fonti affidabili (66%) e ancora meno i fatti dalle opinioni (61%).

Il parere dell’esperta

“In linea con il nostro report del 2020 sul divario digitale, questo nuovo studio identifica gap significativi tra le scuole rurali e quelle urbane in termini di competenze digitali fondamentali per il futuro. Tecnologie come l’AI generativa stanno plasmando sempre di più il nostro mondo e stanno rendendo le competenze digitali di base ancora più importanti. Riteniamo che siano anche la chiave per colmare le lacune, in particolare grazie a percorsi di apprendimento iper-personalizzati in grado di adattarsi al ritmo di ogni studente”, ha affermato Alessandra Miata, CSR Director di Capgemini in Italia. “In Capgemini ci impegniamo a fare un uso responsabile delle nuove tecnologie per continuare a rafforzare le competenze digitali. Ci auguriamo che i risultati di questa ricerca siano una fonte di ispirazione per l’ecosistema di attori che si occupano delle stesse tematiche e contribuiscano alla costruzione di un futuro più sostenibile e inclusivo”.