Il Manifesto curato dal Consorzio presenta 10 fattori chiave su cui agire per lo sviluppo del digital retail dentro e fuori i confini italiani.

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Sono state oltre 30.000 le presenze registrate quest’anno al Netcomm Forum, l’evento di riferimento per il digital retail in Italia, promosso da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia. L’appuntamento, alla sua diciottesima edizione, si è concluso il 18 maggio, con 3 conferenze plenarie; 175 workshop di approfondimento di cui 15 nel Netcomm Space e 11 presso la Netcomm Academy; oltre 300 aziende sponsor ed espositrici.

Questi i numeri specchio del successo dell’evento, che, come confermato dal titolo, “The Extended Retail: dai Metaversi allo Space Commerce”, è stato un’occasione di confronto sui nuovi territori in cui il retail si è esteso negli ultimissimi anni e che rappresenteranno le opportunità del prossimo futuro. Da qui anche la volontà di Netcomm di lanciare “Il Manifesto dell’eCommerce”: 10 punti di attenzione, nonché asset per cogliere le opportunità del digitale derivanti dalle trasformazioni in atto, in quanto leve di crescita fondamentali per il Sistema Paese.

Digital retail: il “Manifesto per l’eCommerce” 

L’evoluzione digitale e l’eCommerce sono leve di crescita fondamentali, perché sono un fattore abilitante e un’opportunità di modernizzazione imprescindibile per il Sistema Paese. Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia, ha individuato 10 punti di attenzione, che si traducono in asset per cogliere le opportunità derivanti dalle trasformazioni in atto.

Da questi elementi è nato un “Manifesto per l’eCommerce”, le cui direttrici riguardano:

  1. Il valore economico del settore. Il digital retail complessivo vale oggi 71 miliardi di euro ed è il primo driver di crescita dell’economia italiana. Ha contribuito per il 40,6% alla crescita di fatturato totale delle attività economiche nel quinquennio 2016-2020, coinvolgendo oltre 723mila imprese. L’indice di penetrazione dell’eCommerce, ossia la quota degli acquisti online sul totale Retail, è pari al 12%, rimasta stabile rispetto al 2022, e il numero di acquirenti online si attesta a 33 milioni nel primo trimestre del 2023.
  2. Le competenze. Da sostenere politiche mirate a investire sulle competenze, supportando l’accrescimento delle skill digitali delle imprese, ma anche di imprenditori, manager, lavoratori, giovani laureati e diplomati. Si tratta di individuare iniziative di formazione specifiche per il settore digitale, anche al fine di facilitare la mobilità intersettoriale all’interno delle imprese. Ma anche creare centri di eccellenza e di supporto alle imprese rafforzando i progetti già in essere per facilitare la transizione digitale delle piccole medie imprese. Peraltro, oggi il digital retail è un comparto che occupa circa 378 mila lavoratori nel nostro Paese.
  3. Il proximity commerce. Va sostenuto il proximity commerce, che permette l’integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, che possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe. È opportuno facilitare le realtà che hanno intrapreso o che intendono intraprendere tale processo di cambiamento, attraverso incentivi volti all’adozione delle soluzioni tecnologiche per operare, nonché finanziamenti per sostenere corsi di formazione e aggiornamento, affinché il processo di cambiamento sia strutturale e definitivo.
  4. Il Made in Italy. Valorizzare digitalmente il patrimonio artistico, culturale, artigianale, paesaggistico, le eccellenze enogastronomiche e produttive nazionali, promuovendo il turismo internazionale e il suo valore aggiunto per il territorio, grazie anche alla collaborazione con le online travel agencies (OTA).
  5. I Mall digitali locali. Facilitare e incentivare la creazione dei “piccoli Mall digitali locali”, consorziando le imprese artigianali e del commercio con la nascita di poli locali di offerta, in grado di servire sia la domanda di prossimità che l’export delle eccellenze a livello internazionale.
  6. I distretti digitali. Reinterpretare il modello dei distretti industriali, che ha permesso all’Italia di crescere negli ultimi anni, promuovendo la nascita di distretti digitali, che non abbiano più nella sola prossimità il catalizzatore aggregante, ma dove il collante deve essere la complementarità nei prodotti e nei servizi.
  7. I marketplace. Incentivare le iniziative per incanalare l’offerta del Made in Italy delle aziende italiane sui Marketplace internazionali (oltre 400), sostenendo il finanziamento per le nuove figure di Export digitale e promuovendo l’integrazione con i Marketplace internazionali.
  8. La logistica e l’intermodalità. Incentivare la creazione di nuovi modelli di logistica e di intermodalità sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale che possano garantire, anche in termini di efficientamento del servizio di digital retail, piena coerenza con i centri urbani.
  9. I pagamenti digitali. Sostenere lo sviluppo dei pagamenti digitali anche attraverso campagne di sensibilizzazione e formazione sulle caratteristiche chiave dei vari servizi di pagamento al fine di creare una nuova consapevolezza nel consumatore.
  10. Le tecnologie. Facilitare gli investimenti nelle tecnologie di Artificial Intelligence, Big Data, Blockchain, Realtà Aumentata e Virtuale, per migliorare sempre più la conoscenza del consumatore e offrirgli un customer journey realmente omnicanale e personalizzato, per arricchire il più possibile l’esperienza cliente, creando un ambiente accogliente e coinvolgente.